Una pubblicazione su Wikileaks informa che, tra chat, SMS e smartphone, "siamo tutti spiati!".



In questi giorni l'ormai noto Wikileaks, in collaborazioine con il Bureau of Investigative Journalism, (BIJ), ed la Privacy International, organizzazione britannica che si batte, appunto, per il rispetto della privacy, ha diffuso un altro inquietante scoop vale a dire: "Siamo tutti facilmente spiabili. Tanto che forse sta già accadendo". Infatti una gran numero di società private sparse per tutto il mondo, Italia compresa, è in grado di offrire molto spesso al miglior offerente alcune tecnologie capaci di monitorare e-mail, SMS ed addirittura telefonate "di intere popolazioni". Sistemi che, se venissero consegnati nelle mani degli aguzzini di spietati regimi, potrebbero essere letali almeno quanto una pallottola. Al riguardo Julian Assange, (fondatore di Wikileaks), durante la presentazione dell'inchiesta che è stata soprannominata SpyFiles, ha spiegato: "Nel corso degli ultimi 10 anni è fiorita un'industria internazionale che fornisce ai servizi segreti degli stati equipaggiamenti capaci di sorvegliare masse di persone. Quelle aziende ora stanno esportando i loro prodotti in giro per il mondo in modo incontrollato". E dunque Julian Assange e gli altri si sono subito messi a lavoro per rintracciare quanto più materiale possibile in modo da identificare i nomi di tutte queste società e per descrivere in dettaglio i servizi che sono in grado di offrire. E non molto tempo dopo ecco spuntare su Wikileaks i nomi di 130 aziende basate in 25 Paesi; le quali tutte insieme si spartiscono un business che vale 5 miliardi di dollari. Ma di tutto ciò i cittadini comuni ne sanno davvero molto poco, anzi quasi niente. Inoltre il Bureau of Investigative Journalism ha spiegato che: "Gli agenti commerciali di questo "Grande Fratello della rete" illustrano, infatti, i loro prodotti in fiere specializzate dove la gente comune e la stampa non è ammessa". Si tratta di alcuni strumenti avanzatissimi che sembrano essere tratti da qualche film fantascientifico. Ma invece sono veri e già pronti sul mercato. Ed in tal proposito sempre Julian Assange ha spiegato: "Queste società di sorveglianza come l'americana SS8, l'italiana Hacking Team, o la francese Vupen producono virus Trojans in grado di assumere il controllo di computer e cellulari, inclusi iPhone, Blackberry ed Android, registrando ogni uso, movimento e persino immagini e suoni della stanza in cui si trovano". Ed ha proseguito affermando: "In pratica ogni cellulare diventa una sorta di microspia che in più è anche in grado di telefonare. Spero che la pubblicazione di questo materiale faccia capire che tutti  siamo spiati e spiabili. Non è una minaccia teorica che può verificarsi in un remoto futuro: sta accadendo oggi, e coinvolge ognuno di noi". Infatti riguardo la questione dei cellulari qualche mese fa vi è stata la scoperta di due informatici britannici che avevano individuato nell'iPhone un file che registrava i movimenti dei proprietari che fece molto discutere. Mentre di recente anche gli altri smartphone, tra cui quelli che montano il sistema operativo Android sono finiti sotto accusa. Infatti, secondo un giovane programmatore americano, a milioni di dispositivi sarebbe agganciato un software prodotto dalla Carrier Iq in grado di registrare segretamente non solo la locazione geografica del terminale, ma anche la pressione dei tasti ed addirittura i messaggi ricevuti dagli utenti. La notizia ha fatto discutere negli Stati Uniti ed il Garante della Privacy italiano ha già avviato un'istruttoria per verificare eventuali ripercussioni nel Paese. La scoperta è stata di Trevor Eckhart, un giovane 25enne americano sviluppatore di app per Android. Inoltre il giovane sviluppatore ha sostenuto che il software prodotto dalla Carrier Iq sarebbe agganciato non solo alla maggior parte dei telefoni Android, ma sarebbe incluso anche negli smartphone BlackBerry e Nokia. Ed in seguito il giovane ha postato su YouTube un video lungo 17 minuti in cui dimostra come funziona il software su diversi modelli di smartphone e mostra, inoltre, come la Carrier Iq riesce a raccogliere informazioni, infatti, oltre alla posizione dei dispositivi, traccerebbe i messaggi di testo ed una serie di dati scambiati anche attraverso connessioni cosiddette "sicure". Queste modalità di registrazione dei dati hanno portato Trevor Eckhart a definire questo software un "rootkit", cioè un programma che viene eseguito senza che l'utente possa venirne a conoscenza, questa definizione però ha causato una forte reazione da parte della società produttrice. Infatti la Carrier Iq ha respinto le accuse la mittente sostenendo che il suo software non è illecito ma che è inserito in più di 140 milioni di smartphone di ogni marca per diagnosticare problemi di performance. Inoltre, dopo la diffusione della notizia da parte del giovane 25enne, la Carrier Iq lo aveva invitato a rimuovere il video per poi però ritrattare quando è intervenuta l'Electronic Frontier Foundation, l'organizzazione americana non profit che tutela i diritti digitali. La vicenda ha scatenato negli USA una polemica che ha riportato, appunto, al centro dell'attenzione il problema della privacy violata da applicazioni e tecnologie. Comunque sempre riguardo allo scoop diffuso da Wikileaks, Eric King della Privacy International ha sottolineato: "È importante che questi equipaggiamenti siano usati solo in casi molto ristretti ed in modo proporzionato. Non è il caso della Siria. In un Paese dove non c'è lo Stato di diritto queste tecnologie diventano strumento di controllo politico". Ed, infine, Ross Anderson, professore in security engineering all'Università di Cambridge, ha concluso dicendo: "I documenti rivelano l'esistenza di un'industria dedicata alla sorveglianza di massa e non impegnata a fornire legali strumenti d'intercettazione. Sono strumenti che permettono ai governi di registrare ed analizzare e-mail, chat e SMS della gente nello stesso modo in cui Google permette di scandagliare il web".

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