Creato in un laboratorio di Cambridge l'XNA, il "cugino artificiale" del DNA.


Da quest'oggi "l'alfabeto della vita" avrà sei lettere in più, anche se a quanto pare il loro numero potrebbe essere destinato ad aumentare. In pratica oltre alle quattro molecole dalla cui combinazione derivano tutte le informazioni indispensabili allo sviluppo, al mantenimento ed all'evoluzione della vita, conosciute con le iniziali A,T,G,C, adesso se ne aggiungono, infatti, delle altre. Quest'ultime sono state create in laboratorio e sono in grado di dare origine ad un polimero che, come anche il DNA, è capace di immagazzinare informazioni, trasmetterle ed evolversi. Infatti oggi, 20 Aprile 2012, la rivista Science ha pubblicato uno nuovo studio, e ne ha citato altri due, che sono stati presentati al meeting di primavera dell'American Chemical Society, attraverso i quali alcuni ricercatori britannici, giapponesi e statunitensi, seguendo diverse strade, sono riusciti ad inserire elementi nuovi nel DNA. In pratica, tra i diversi esperimenti, è stata cambiata la natura di queste molecole e la fedeltà con la quale le nuove informazioni vengono trascritte. Inoltre nel Laboratorio di biologia molecolare del Medical Research Council britannico, a Cambridge, lo scienziato Philipp Holliger è stato colui che ha voluto osare di più e che si è spinto più in là. Infatti assieme ad altri colleghi europei e statunitensi è riuscito a produrre un nuovo materiale genetico, che ha subito deciso di ribattezzare con il nome XNA. Un nome che sta a significare Acido Xeno Nucleico, (in inglese Xeno-Nucleic-Acid), che ha preso spunto dall'Acido Ribonucleico, (ovvero l'RNA) e dall'Acido Desossiribonucleico, (praticamente il DNA), dalla cui interazione dipende la vita sulla terra da parecchie centinaia di milioni di anni. Tuttavia adesso le cose potrebbero cambiare. Infatti gli esperimenti di questi scienziati potrebbero dare origine a delle forme di vita del tutto nuove, più di quelle a cui si poteva pensare riarrangiando semplicemente il DNA oppure costruendo nuove sequenze con il materiale esistente. Al riguardo Diego Di Bernardo, responsabile del programma di ricerca in biologia sintetica dell'Istituto Telethon di Genetica e Medicina, (noto con l'acronimo TIGEM), di Napoli, ha voluto sottolineare l'importanza della scoperta dichiarando: "È interessante perché dimostra che esistono altri polimeri oltre al DNA e l'RNA che possono essere utilizzati per trasmettere le informazioni genetiche". Inoltre, volendo interpretare il lavoro dei colleghi britannici, ha rassicurato: "Il fatto di utilizzare materiale diverso da quello presente in natura rappresenta un fattore protettivo". E quindi allo stesso modo in cui si combattono i batteri con gli antibiotici per le loro caratteristiche diverse dalle cellule umane, oppure si distruggono le cellule tumorali puntando su ciò che le distingue da quelle sane, così l'utilizzo di "blocchi" dell'informazione genetica diversi da quelli che normalmente sono presenti in natura permette di distinguerli, e dunque anche di controllarli meglio. Inoltre successivamente sempre Diego Di Bernardo ha spiegato: "Le applicazioni potrebbero essere moltissime, dalla medicina alle biotecnologie, ma attenzione siamo ancora molto lontani da tutto questo". Infatti non solo non esistono ancora organismi artificiali basati sull'XNA, ma il materiale creato a Cambridge per il momento ha dato prova delle sue proprietà solamente al di fuori di un sistema biologico costituito dalle cellule e da tutti i loro meccanismi di controllo. E quindi al momento nessuno può dire se tutto ciò funzionerà altrettanto bene se inserito all'interno del DNA di un microrganismo, e tanto meno di un mammifero. Oltretutto ancora più lontana è la possibilità che ne derivino nuove forme di vita, poiché è vero che ci stiamo avvicinando sempre più alla fantascienza, ma ancora è necessario molto tempo per far sì che ciò diventi realtà.

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