Dagli USA arriva l'allarme per la Malattia di Chagas, considerata "l'AIDS del XXI Secolo".


Alcuni giorni fa in un articolo pubblicato su PLoS Neglected Tropical Disease gli scienziati americani hanno paragonato il Morbo di Chagas all'AIDS, sottolineandone le diverse similitudini per quanto riguarda la difficoltà diagnostica e la cura. In pratica si tratta di una malattia parassitaria tropicale, (conosciuta anche con il nome di trypanosomiasi americana), causata da una particolare categoria di protozoi flagellati, ovvero il Trypanosoma cruzi, che utilizza come "veicolo" degli insetti, vale a dire le cimici Triatomine, che risultano particolarmente diffuse negli ambienti rurali dell'America Latina, per infettare il sangue di esseri umani e degli animali. Difatti i casi stimati sono tra gli otto e gli undici milioni rilevati tra Bolivia, Messico, Colombia e America Centrale, ma comunque sono stati osservati casi anche negli USA, (cioè circa trecentomila), in Europa, in Canada ed in Giappone; al riguardo gli esperti hanno spiegato che la maggior parte di questi Paesi non è consapevole dell'infezione. Oltretutto, se diagnosticata precocemente, il Morbo di Chagas, che colpì anche il naturalista Charles Darwin, puo' essere facilmente affrontata attraverso tre mesi di terapia farmacologica. Però a causa della sua lenta incubazione, la malattia passa spesso inosservata e si diffonde a macchia d'olio poiché può essere trasmesso da madre a figlio, (sia in gravidanza che durante il periodo di allattamento), oppure può venire contratta in caso di trasfusioni, trapianto di organi o ingestione di cibo infetto. Inoltre, come già anticipato, le caratteristiche che rendono paragonabili la trypanosomiasi americana e l'AIDS sono principalmente due, ovvero la difficoltà di diagnosi e la variabilità temporale tra l'infezione ed il manifestarsi dei sintomi delle due malattie vere e proprie. Infatti il Morbo di Chagas, (che deve il suo nome al medico brasiliano Carlos Chagas che la scoprì all'inizio del '900), si sviluppa in due fasi ben distinte, cioè quella acuta e quella cronica. La prima, vale a dire quella che segue la puntura dell'insetto/veicolo, è caratterizzata da sintomi lievi come febbre, dolori articolari, nausea ed affaticamento. Per di più uno dei segnali fisici che più facilmente portano a diagnosticare la patologia parassitaria è il cosiddetto segno di Romaña, che in parole povere è un gonfiore delle palpebre dell'occhio che si trova sullo stesso lato della puntura dell'insetto. In ogni caso questa fase della malattia raramente rappresenta un reale pericolo di vita per chi ne soffre, ma comunque sono stati registrati alcuni casi di morte dovuti a miocardite e meningoencefalite. Durante questa prima fase solitamente i sintomi del Morbo di Chagas regrediscono in modo del tutto spontaneo nel giro di tre/otto settimane nel 90% dei casi. Ma nonostante ciò l'infezione persiste e si trasforma in cronica. Infatti gli esperti sostengono che una percentuale variabile tra il 60% e l'80% delle persone non arrivi mai a sviluppare la malattia, mentre per il restante 40/60% va incontro a gravi problemi nervosi, cardiaci e dell'apparato gastrointestinale. Inoltre, secondo gli autori del suddetto articolo pubblicato su PLoS Neglected Tropical Disease, le similitudini di condizione tra chi ha contratto il virus dell'HIV, (soprattutto nei primi decenni dell'epidemia), e chi è stato infestato dal Trypanosoma cruzi sono parecchie; infatti entrambe sono malattie croniche, richiedono cure prolungate e riguardano principalmente le fasce più povere del mondo, e quindi con un minor accesso alle cure. In più, secondo i dati messi a disposizione da Medici Senza Frontiere, alcuni Paesi dove la malattia risulta essere endemica, come il Paraguay e la Bolivia, devono fare i conti con la scarsa quantità dei farmaci che possono curare la pericolosa patologia solo nella sua fase iniziale. Comunque, infine, per comprendere al meglio la caratteristica epidemica delle due malattie è opportuno sapere che in America Latina i pazienti affetti da AIDS sono circa 1,6 milioni contro i circa venti milioni che convivono con il Morbo di Chagas.

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