Marco Calzolari sostiene che il 54,5% dei follower di Beppe Grillo sono falsi e subito scoppia la "guerra".


In questi giorni è in atto una sorta di "guerra" che vede come protagonisti Marco Camisani Calzolari, docente della Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM, l'ex-comico Beppe Grillo ed in modo indiretto anche Twitter, (il famoso Social Network dai 140 caratteri). In pratica tutto è iniziato quando Giovedì scorso una ricerca ha messo in dubbio l'esistenza "reale" del 54% dei follower dell'ex-comico. Infatti nella suddetta ricerca è stato spiegato come oltre la metà delle persone che leggono i tweet di Beppe Grillo non sarebbero esseri umani ma Bot, vale a dire dei programmi in grado di effettuare operazioni in automatico sul web spacciandosi per persone reali. In sostanza a far emergere questo dato è stato un recente studio condotto, appunto, da Marco Camisani Calzolari, il quale ha pubblicato sul proprio sito i primi risultati di una mappatura dei follower di partiti e leader politici. Nel sito è stato spiegato che: «Sui circa 600.000 fan del leader del MoVimento 5 Stelle, quelli ritenuti quasi certamente falsi sono 327.373, ovvero il 54,5%. Mentre i follower sicuramente reali sono solo 164.751, cioè il 27,4% del totale. Il resto è composto da un 6,3% di account protetti, (dei quali non è possibile controllare le interazioni), e da un 11,6% di incerti. Il tutto secondo l'algoritmo descritto nella ricerca». Dunque, una volta letto lo studio, Beppe Grillo ha reagito con un'apparente noncuranza, dietro la quale si celava un'indubbia irritazione, scrivendo sul proprio profilo Facebook, (il famoso Social Network in Blu): «Certe accuse lasciano il tempo che trovano»; e rimandando ad un articolo del sito Linkiesta.it, firmato dall'epistemologo Paolo Bottazzini, che mette in discussione la ricerca del docente dalle fondamenta. Difatti su questo articolo è stato spiegato: «La questione che suscita perplessità nell'operazione di Marco Camisani Calzolari è la pretesa di etichettarla come ricerca scientifica. Il punto è che lo studio non ha motivato i criteri usati per distinguere un umano da un Bot». Ovviamente in un'intervista del Corriere della Sera, il docente della IULM ha respinto le accuse spiegando: "I parametri usati sono molti più di quelli indicati da Paolo Bottazzini. Non solo: abbiamo confrontato comportamenti presumibilmente associabili a Bot ed altri associabili ad persone reali, "pesando" ognuno di essi. Ma soprattutto, anche rendendo più stringenti i criteri, i risultati non cambierebbero di molto". Ed ha proseguito dichiarando: "I politici, ancor più delle aziende, hanno bisogno di usare numeri per mostrare la loro forza in termini di consenso politico: chi sbandiera consenso, attrae consenso". Ed, infine, ha concluso affermando: "La mia ricerca non ha a che fare con una valutazione politica. Anche se capisco perché possa aver scatenato simili reazioni in un politico come Beppe Grillo". Tuttavia questo è quanto succedeva Giovedì scorso, mentre per tutta la giornata di ieri ha avuto luogo un lungo botta e risposta direttamente tra i due, nel quale Beppe Grillo accusava il professore di essere al comando di Silvio Berlusconi in quanto autore del sito Forzasilvio.it e di manipolare le informazioni per gettare fango sui "grillini". Subito dopo in un altro post pubblicato sul blog dell'ex-comico è stato scritto: «Questa è la macchina del fango», mentre su Twitter è partita la minaccia di querela. Comunque dal suo canto Marco Camisani Calzolari si è difeso spiegando: "A Berlusconi ho solo venduto la piattaforma e la mia ricerca è seria". Il tutto sembrava essersi concluso qui. Tuttavia quest'oggi il docente sul suo account Twitter ha affermato di essere stato minacciato dai seguaci dell'ex-comico genovese e persino di temere per l'incolumità dei propri figli. Subito dopo ha scritto: «Mi sto rivolgendo alle autorità, temo che vogliano pubblicare anche il mio indirizzo di casa. Non sono un politico e non ho le spalle abbastanza grosse». Difatti, secondo quanto fatto notare da Marco Camisani Calzolari, sul web starebbero circolando i suoi recapiti pubblicati sul sito Italian Insane Information, nel quale i visitatori sono, oltretutto, invitati ad effettuare un'operazione di mailbombing ai danni del professore, ovvero in parole semplici viene chiesto di intasargli le caselle di posta, FacebookTwitter e Google+ con dei messaggi di disturbo. Il tutto sostenuto dalle parole: "Beppe chiama, la rete risponde. Al mio segnale scatenate l'inferno contro il re delle bufale e servo del PdL". E quindi a quanto pare la pace non è ancora tornata tra i follower di Beppe Grillo, veri o falsi che siano, ed il docente Marco Camisani Calzolari ed i suoi sostenitori.

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