Scoperta una cura definitiva per la vitiligine che risulta efficace anche per i capelli bianchi.


Si sa, uno degli effetti dell'invecchiamento più diffuso è quello dei così tanto temuti capelli grigi, (o bianchi). Tuttavia a quanto pare da oggi c'è una "cura" definitiva a questa più o meno grave, (dipende dai punti di vista), problematica. In pratica è proprio il caso di dirlo, con questa scoperta si parte dalla radice del problema per ovviare ai capelli grigi ed, in aggiunta, curare anche disturbi come la vitiligine, (vale a dire la perdita di colore della pelle che si presenta con le tipiche macchie bianche; disturbo, tra l'altro, di cui soffriva anche l'indimenticabile Micheal Jackson). A trovare la "cura" per i capelli grigi, che potrebbe mandare in pensione le attuali tinture per capelli, sono stati alcuni ricercatori della Arndt University di Greifswald, del Centre for Skin Sciences e della School of Life Sciences, dell'Università di Bradford. In sostanza lo studio, che è stato pubblicato sulla rivista FASEB, (conosciuta anche come The Faseb Journal), ha fatto sapere come l'ingrigirsi dei capelli sia dovuto ad un grande e diffuso stress ossidativo del nostro organismo: questo processo, infatti, avviene a seguito dell'accumulo di perossido di idrogeno nel follicolo pilifero, il quale fa sì che i capelli siano oggetto di un sorta di "trattamento con la candeggina", che va dall'interno verso l'esterno, con il risultato che il capello diventa, appunto, bianco o grigio. Ad ogni modo adesso, come già anticipato, il team coordinato dalla dottoressa Karin U. Schallreuter dell'Istituto per le Malattie Pigmentarie, ha scoperto che questo accumulo di perossido di idrogeno può essere trattato con un particolare composto ad uso locale basato principalmente sull'enzima "PC-KUS", (ovvero il già noto Pseudocatalasi, in una versione modificata), che, attivato sotto raggi ultravioletti di tipo B, potrebbe, appunto, essere utile per restituire il colore perduto a capelli e sopracciglia. Inoltre, come ritenuto da altri studi, il processo del Pseudocatalasi è ritenuto attivo nel trattamento della vitiligine; anche se, secondo gli autori, questo nuovo trattamento sarebbe più efficace. Comunque sia in questo studio i ricercatori hanno coinvolto un gruppo di 2.411 pazienti provenienti da diversi Paesi europei, tutti afflitti da vitiligine. Di questi, 57 erano affetti da vitiligine segmentale, (nota anche con la sigla SSV), mentre a 76 di loro era stata diagnosticata una vitiligine mista, che è composta dalla SSV più la vitiligine non-segmentale, (conosciuta anche con la sigla NSV). In pratica l'analisi dei casi ha permesso agli scienziati di scoprire che chi era affetto dalla SSV, con particolare e determinata distribuzione dei sintomi sulla pelle e nelle ciglia, mostrava lo stesso stress ossidativo osservato nella più frequente NSV; la quale è comunemente associata ad una diminuita capacità antiossidante, compresi catalasi, tioredossina reduttasi, ed i meccanismi di riparazione solfossido reduttasi metionina. Al riguardo la dottoressa Karin U. Schallreuter ha spiegato: "Fino ad oggi, è al di là di ogni dubbio, la perdita localizzata e improvvisa di colore della pelle e dei capelli può influenzare le persone in molti modi fondamentali. Il miglioramento della qualità della vita dopo il successo nella ripigmentazione totale, ed anche parziale, è stato documentato". Insomma questo nuovo trattamento studiato dai ricercatori promette di risolvere in maniera definitiva non solo il problema della vitiligine, ma soprattutto quello dei capelli grigi. E quindi non sarà più necessario mascherare l'incanutimento, ma basterà risolverlo una volta per tutte e ritrovare il proprio colore naturale. Tuttavia adesso non resta che aspettare eventuali ulteriori conferme e la successiva commercializzazione per avere la possibilità di utilizzare questo nuovo trattamento.

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