Sequenziato il DNA umano più antico della storia, risalente a 400 mila anni fa.

Lo sceletro su cui sono state effettuate le analisi.
In questi giorni è stato sequenziato il materiale genetico più antico legato all'evoluzione umana: risale a 400 mila anni fa e presenta diverse sorprese. In pratica il materiale è stato estratto dai resti di uno scheletro di Homo heidelbergensis, (ed in particolare da un femore), trovati nel 1990 nella grotta nota con il nome Sima de los Huesos, (in italiano: "fossa delle ossa"), sita nella Sierra di Atapuerca, nel nord della Spagna, ed ha stabilito un nuovo record, in quanto si tratta del più antico DNA umano mai decodificato. Ma tuttavia ha anche confuso un po' le attuali teorie sui nostri antenati, poiché le analisi non hanno evidenziato alcuna affinità con i Neandertal, (cosa che i ricercatori avevano supposto), ma ad un'altra specie umana: i Denisoviani, noti per aver vissuto molto più recentemente nel sud-ovest della Siberia e di cui sono stati trovati alcuni tratti genetici negli aborigeni in Papua-Nuova Guinea. Dunque il significato della scoperta è che l'origine dei Neandertal e degli uomini moderni ha seguito un'evoluzione più complessa di quanto finora si era pensato. Ad ogni modo questo risultato si deve al gruppo coordinato da Svante Pääbo, genetista molecolare della Società Max Planck di Lipsia, in Germania, che ha messo a punto un nuovo metodo per estrarre il DNA antico dai fossili. In sostanza la grotta in questione, situata 30 metri sottoterra, satura di umidità e con una temperatura quasi costante di 10,6 gradi, rappresenta il più grande giacimento di fossili umani del Pleistocene, (periodo compreso tra 2,58 milioni di anni fa ed 11.700 anni fa); infatti oltre a ossa di animali, sono stati rinvenuti i resti di almeno 28 scheletri di ominidi. Ed è stato proprio da qui che l'équipe tedesca-spagnola ha iniziato le proprie ricerche nel 2010, sul suddetto femore umano rinvenuto accanto a quelli di un 0rso delle caverne di 300 mila anni fa. Comunque sia grazie a soli 2 grammi di polvere proveniente dall'osso umano, i ricercatori sono stati in grado di ricostruire la sequenza mitocondriale, che si trasmette esclusivamente per linea materna; ne è risultata, appunto, una vicinanza genetica con i Denisoviani più che ai Neandertal. Al riguardo Matthias Meyer, primo autore della ricerca pubblicata sulla rivista Nature, si è detto sorpreso spiegando: "La scoperta è inaspettata perché i resti hanno elementi fisici simili ai Neandertal, con cui pensavamo ci fosse un antenato comune". Ed anche Chris Stringer, un paleoantropologo al Museo di Storia Naturale di Londra, che non è stato direttamente coinvolto nel sequenziamento del DNA, si è detto sorpreso affermando: "Quanto venuto alla luce non è certo quello che mi sarei aspettato e non è quello che nessuno si sarebbe aspettato". Mentre il risultato non ha sorpreso Giorgio Manzi, antropologo dell'Università La Sapienza di Roma, che ha dichiarato: "L'Uomo di Denisova è, a mio avviso, una variante tarda di Homo heidelbergensis e trovo dunque appropriata questa affinità genetica". Invece lo stesso Svante Pääbo ha spiegato: "Quanto scoperto, ossia che quelle ossa sono geneticamente più vicine ai Denisoviani che ai Neandertaliani, solleva realmente più domande che risposte". Tanto che adesso tra i ricercatori di tutto il mondo iniziano a nascere mille ipotesi diverse; lo stesso Svante Pääbo, osservando i genomi nucleari, (ovvero quelli presenti nel nucleo della cellula, molto più grandi e completi di quelli mitocondriali), di Neanderthal e degli uomini di Denisova, ha suggerito che i due gruppi avessero un antenato comune che visse fino a 700.000 anni fa. Per di più gli ominidi di Sima de los Huesos potrebbero rappresentare una popolazione che un tempo viveva in tutta la cosiddetta "Eurasia" e che poi diede luogo alle due specie. E, considerando che la linea mitocondriale si estingue ogni volta che una femmina da' alla luce un maschio, (il quale trasmette alle generazioni successive i suoi spermatozoi, che sono privi di mitocondri materni), potrebbe anche essere che i Neanderthal persero quella sequenza che però ha continuato a vivere nelle donne denisoviane. Mentre un'altra possibilità, suggerita da Chris Stringer, è che il DNA mitocondriale del gruppo umano spagnolo sia arrivato ai Denisoviani grazie ai rapporti sessuali intrattenuti da un terzo gruppo umano che avrebbe trasmesso il materiale genetico sia agli abitanti di Sima de los Huesos sia ai Denisoviani. Infatti non molto lontano dalle grotte in questione i ricercatori hanno scoperto le ossa di ominidi di circa 800.000 anni fa, che sono stati attribuiti ad un ominide arcaico chiamato Homo antecessor, che potrebbe essere un discendente europeo dell'Homo erectus. Comunque sia una cosa è certa: le migliori tecniche di sequenziamento del DNA, che sono state sviluppate negli ultimi anni, stanno sempre più chiarendo quello che è avvenuto nell'evoluzione dell'uomo; che è tutto meno che un semplice percorso lineare.

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