I "robot muratori" in grado di costruire come le termiti.


Di certo l'ultima invenzione dell'Università di Harvard non farà piacere a molti muratori e carpentieri. Infatti di recente un gruppo informatici ed ingegneri della Harvard School of Engineering and Applied Sciences, (nota anche con la sigla SEAS), e del Wyss Institute for Biologically Inspired Engineering at Harvard University hanno ultimato la creazione di una squadra di piccoli robot che sono in grado di costruire edifici, (anche centinaia di volte più grandi di loro), in modo del tutto autonomo, quindi senza il minimo intervento da parte dell'uomo. In pratica questa squadra di mini-robot fanno parte del progetto TERMES, (avviato nel 2011, presentato in questi giorni in occasione dell'AAAS 2014 Annual Meeting e pubblicati sulla rivista Science), il quale ha preso spunto dalla natura, ed in particolare dalle capacità sociali delle termiti. Infatti quest'ultime sono capaci di costruire nidi di varie forme, architetture e complessità, utilizzando diversi tipi di materiali; insomma nessuno può competere con le termiti per quanto riguarda la grandezza dei lavori edilizi, se si considerano le loro minuscole dimensioni: milioni di "operai" collaborano per raggiungere l'obiettivo finale, ovvero proteggere la regina e l'intera colonia da eventuali nemici ed un termitaio può raggiungere anche i 12 metri di altezza, 30 di larghezza e 40 di profondità. Ed è stato proprio da questa rete sociale che gli scienziati di Harvard hanno tratto ispirazione per realizzare questi piccoli "robot muratori", (da molti chiamati "robot termiti"), che cooperano senza nessuna supervisione centralizzata e senza seguire progetti precisi. In sostanza ogni singolo robot possiede quattro sensori e tre attuatori, (per orientarsi e per seguire quello che accade nell'ambiente circostante, in modo da coordinare le proprie azioni con quelle degli altri), e nessun sistema di comunicazione: il robot trova l'elemento costruttivo, lo trasporta e lo deposita nella giusta posizione. Inoltre, proprio come avviene con le termiti, i robot possono operare in gruppi composti da centinaia o migliaia di unità, (il che significa che l'eventuale rottura di un robot non comprometterebbe l'esito finale, in quanto gli altri proseguiranno la costruzione), e le strutture 3D vengono assemblate a strati, eventualmente sfruttando scale temporanee per arrivare più in alto. Al riguardo Radhika Nagpal, uno dei creatori dei piccoli robot, ha spiegato: "Funzionano come un unico sistema complesso, composto da elementi indipendenti che singolarmente compiono azioni molto elementari, ma che tutti insieme riescono a raggiungere obiettivi complessi". Insomma si tratta del metodo di comunicazione chiamato "stigmergia", caratteristico, appunto, di termiti e formiche, solo che in questo caso viene tradotto in particolari algoritmi che controllano movimenti molto semplici ma che nel loro complesso danno luogo ad un comportamento intelligente. In tal proposito Justin Werfel, autore principale della ricerca, ha commentato: "Normalmente all'inizio si ha un progetto ed un piano dettagliato su come eseguire i lavori ed il caposquadra dirige il suo gruppo, supervisionando le varie operazioni. Ma nelle colonie di insetti ogni termite non sa quello che gli altri stanno facendo o quello che è lo stato generale dell'abitazione in costruzione". Comunque sia una delle possibili applicazioni pratiche future di questa tecnologia potrebbe essere, ad esempio, il trasporto dei sacchetti di sabbia, in caso di inondazioni; oppure la sostituzione dell'uomo in caso di pericolo, ad esempio, in seguito ad un evento disastroso; oppure ancora l'impiego per la realizzazione di edifici nello spazio. Anche se per il momento l'obiettivo dei ricercatori a stelle e strisce è, infine, quello di costruire "squadre" di robot capaci di raggiungere un obiettivo progettato dall'uomo.

Di seguito un video che mostra come lavorano questi robot:

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