In futuro anche le cure potrebbero essere Wi-Fi ed NFC.


Ai giorni d'oggi in molti caso la medicina agisce solo quando il problema viene alla luce, non riuscendo sempre a prevenire un disturbo, (basti pensare a chi soffre di pressione alta e deve assumere pillole periodicamente, magari per tutta la vita; oppure a chi ha bisogno di curare un'infezione temporanea e vorrebbe sapere, giorno dopo giorno, se il farmaco è realmente efficace), ma tuttavia a quanto pare ciò è destinato a cambiare abbastanza presto grazie ad un nuovo metodo che permetterebbe di curarsi istantaneamente, risolvendo così varie disfunzioni fisiche nel momento in cui vengono rilevate. O almeno questo è l'obiettivo del dottor John Rogers, il quale con il suo team di ricercatori dell'Università dell'Illinois a Urbana-Champaign ha avuto un'idea degna dei migliori film di fantascienza. In pratica si tratta di piccoli dispositivi da impiantare sottopelle, in grado di monitorare lo stato di salute e se necessario somministrare automaticamente i farmaci da assumere: come ha spiegato lo stesso team, la "magia" è resa possibile da due impianti che comunicano tra di loro in modalità wireless, sfruttando sia il Wi-Fi che l'NFC. In sostanza un dispositivo esterno invia un segnale all'apparecchio impiantato sottopelle utilizzando un'onda radio che viaggia su una frequenza di 80 MHz; a quel punto l'impianto corporeo, formato da due strati di materiale setoso biodegradabile, comincia a rilasciare il medicinale. Infatti all'interno di questo dispositivo sottocutaneo, tra i due strati di seta, c'è una piccola quantità di magnesio che alla ricezione del segnale si riscalda e comunica allo strato superiore la necessità di rilasciare il farmaco. Mentre quando l'ultimo livello non contiene più il farmaco, un ulteriore segnale provoca l'evaporazione dell'impianto stesso, che scompare senza lasciare alcuna traccia. Tra l'altro il rilascio della medicina può avvenire sia su richiesta di un soggetto esterno, (come nel caso di cure periodiche), sia quando l'impianto biodegradabile comunica a quello centrale uno squilibrio di alcuni valori. Ad esempio, quando una persona è incline ad ammalarsi stagionalmente può decidere di farsi impiantare un dispositivo sottocutaneo così da tenere sotto controllo i livelli che indicano l'arrivo dell'influenza: a quel punto basterà premere un pulsante perché entri in circolo un farmaco adatto a curare la febbre. Al riguardo nella prefazione dello studio pubblicato sul sito del Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America, (nota anche con la sigla PNAS), si può leggere: "L'integrazione tra alcuni materiali e nuove tecnologie ha permesso la creazione di dispositivi biomedicali pienamente funzionali, che possono essere assorbiti senza recare danno all'organismo quando il loro compito è terminato". Ad ogni modo il prototipo per il momento è stato testato sui topi per la cura di un'infezione da stafilococco e non è chiaro quando si potrà vedere qualcosa di simile anche sull'essere umano. Anche se, secondo i ricercatori i vantaggi del metodo seta-magnesio sono molti: prima di tutto la presenza di un dispositivo interno biodegradabile che può evaporare all'occorrenza; poi una quantità irrilevante di magnesio nella zona sottocutanea, pari a 28 microgrammi, decisamente minore dei 350 milligrammi prodotti dall'uomo ogni giorno. Tuttavia, se sotto il profilo strettamente medico sembrerebbe filare tutto liscio, restano alcuni dubbi su come questo apparecchio possa difendersi da eventuali attacchi hacker. Difatti poco più di un anno fa, durante la conferenza Black Hat 2013, gli esperti di sicurezza avevano mostrato alcuni metodi con cui violare diversi dispositivi medici, sfruttando le loro funzionalità wireless. Quindi non è da escludere che qualche hacker riesca da interporsi tra l'impianto di gestione e quello sottopelle; in questo modo dati sensibili e informazioni personali potrebbero divenire improvvisamente di dominio pubblico, oppure i criminali informatici potrebbero essere in grado di manipolare il livello di somministrazione dei farmaci, mettendo così in serio pericolo la vita dei pazienti. Per questi motivi è probabile che prima di essere utilizzato, il dispositivo impiantabile del dottor John Rogers debba, infine, essere approvato dagli organi internazionali non solo dal punto di vista medico ma anche in relazione al livello di sicurezza che sarà in grado di garantire.

Commenti