Dimostrato che a "sentire le voci" non sono solo i malati psichiatrici.


In questi giorni uno studio dell'Università di Durham ha confermato, (e messo nero su bianco su The Lancet Psychiatry), quanto all'interno della comunità scientifica si dice da qualche anno: anche chi non è affetto da alcun disturbo psichiatrico può "sentire le voci", (ovvero avere delle cosiddette "allucinazioni uditive"). Si tratta di un problema che, solo in Italia, affliggerebbe circa due milioni di persone; anche se tra gli specialisti è opinione condivisa che il dato potrebbe essere anche pari al doppio. Questo può essere spiegato attraverso due ragioni: la prima è che chi ne soffre non risulta essere a proprio agio nel parlarne con lo specialista; mentre la seconda è che proprio quest'ultimo spesso ritarda la diagnosi. Ma in realtà le allucinazioni uditive sono abbastanza comuni e chi le ha può sentire, appunto, delle voci che commentano il loro comportamento ed i propri pensieri. Inoltre la percezione può essere disturbata anche in altri modi: i colori, gli odori o i suoni possono sembrare più vividi del normale oppure qualitativamente alterati; nulla che però permetta di certificare con sicurezza un disturbo psichiatrico. E questo è quanto hanno affermato anche i ricercatori del suddetto studio, il quale è stato condotto tra Settembre e Novembre 2013, sottoponendo 13 questionari anonimi diffusi online tramite un'apposito sito ed ai quali hanno partecipato 153 persone, (alcune delle quali con alle spalle una diagnosi psichiatrica), di età compresa tra i 15 e gli 84 anni. In pratica rileggendo le loro risposte, i ricercatori hanno notato come l'81% degli intervistati avesse dichiarato di sentire periodicamente le voci con qualità abbastanza definite: voci esterne o provenienti dal proprio corpo, maschili o femminili, giovani o anziane, dolci o spaventate. Mentre alcuni hanno anche segnalato l'associazione del suono ad uno stimolo fisico: come, ad esempio, l'eccessivo calore ed il formicolio alle mani ed ai piedi. Tuttavia non è stata rilevato nessuna distinzione tra chi riferiva emozioni quali l'ansia, la depressione, la paura e lo stress e chi invece attraversava un periodo tutto sommato soddisfacente. In sostanza, secondo gli autori dello studio, le voci altro non erano che: "entità distinte, con contenuti propri, che evidenziano la necessità di distinguere con attenzione una percezione immaginaria, come il suono, da tutte le altre". Il che rappresenta la conferma che le allucinazioni uditive non si manifestano soltanto in chi soffre di epilessie, schizofrenia e disturbo bipolare: aspetto a cui tra l'altro si fa già riferimento nella quinta edizione del Manuale Diagnostico e statistico dei Disturbi Mentali, (noto anche con la sigla DSM-5). Al riguardo gli psicologi dell'Università di Durham, hanno dichiarato: "Una quota compresa tra il 5% ed il 15% degli adulti sperimenta le allucinazioni uditive almeno una volta nella propria vita, che si manifestano in assenza di una stimolazione del relativo organo di senso". In altre parole la persona sente, vede o percepisce con l'olfatto, il gusto o il tatto qualcosa che di fatto non esiste. Inoltre, fatta eccezione per le situazioni patologiche, finora le allucinazioni uditive sono state spesso associate alle esperienze di vita, (tra le cause più comuni un trauma, un lutto, un intervento chirurgico, uno stupro e l'uso di droghe), ma il messaggio che, infine, emerge dal suddetto studio è che alle volte tutto ciò potrebbe anche non esserci.

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