Roaccutan, il farmaco contro l'acne che potrebbe spingere al suicidio.


A quanto pare un medicinale utilizzato per il trattamento dell'acne sarebbe legato all'insorgenza di problemi psichiatrici, al punto tale da spingere in alcuni casi al suicidio; o almeno questo è quanto hanno riportato di recente i dati della Medicines and Healthcare products Regulatory Agency, (nota anche con la sigla MHRA), ossia l'agenzia che si occupa dei controlli sui farmaci nel Regno Unito. In pratica, stando a questi dati, dalla metà del 2012 alla metà del 2014 sono stati registrati almeno 20 suicidi in pazienti affetti da acne che avevano utilizzato il Roaccutan, vale a dire farmaco prodotto dalla Roche. Infatti, sebbene l'agenzia britannica abbia chiaramente dichiarato che non ci sono dati sufficienti per stabilire un nesso causale fra l'uso del farmaco ed i disturbi psichiatrici, negli ultimi 24 mesi sarebbero state ben 163 le segnalazioni di problemi di questo tipo, fra cui 3 suicidi. Uno di questi casi riguarda Jamie Sillcock, un ragazzo di 26 anni che si è tolto la vita nel Luglio 2013, dopo aver assunto il Roaccutan per un arco di tempo di 18 mesi, appunto, allo scopo di curare l'acne. Al riguardo il padre del giovane durante un'intervista concessa al Daily Mail aveva dichiarato: "Gli effetti collaterali del farmaco affliggono una certa percentuale di pazienti che lo assumono. È come una roulette russa, nessuno sa quali possano essere i danni per ognuna delle persone che lo assumono. La compagnia farmaceutica ha fatturato milioni con il Roaccutan, ma ha devastato migliaia di famiglie". Tuttavia un portavoce della Roche aveva ribadito: "Il Roaccutan ha migliorato la vita di molte persone che soffrono di acne, ma come ogni farmaco può avere degli effetti collaterali. Ad oggi non sono state definite relazioni di causa-effetto per sbalzi di umore e depressione legate all'assunzione del farmaco nei pazienti con acne, a parte in rari casi documentati. In via precauzionale raccomandiamo a chiunque abbia manifestato questo o altri possibili effetti collaterali del farmaco di rivolgersi immediatamente al proprio medico". In sostanza l'isotretinoina, (noto anche come acido-cis-13-retinoico; ovvero il principio attivo del farmaco in questione), attualmente è la terapia più potente per il trattamento della forma più grave di acne: un ciclo della durata di 5 mesi consente una remissione prolungata dell'acne in più dell'85% dei pazienti. Tuttavia il suddetto farmaco presenta degli effetti collaterali anche molto pesanti: può causare aborti e gravi difetti al feto se assunto in gravidanza, e può provocare problemi a livello gastrointestinale ed all'apparato scheletrico, oltre che causare secchezza oculare. Tra l'altro durante uno studio pubblicato sul British Medical Journal sono stati presi in considerazione pazienti trattati con l'isotretinoina per l'acne grave tra il 1980 ed il 1990 e di età compresa tra 15 e 49 anni al momento della prima prescrizione; inoltre i dati sono stati collegati a quelli dei registri dei ricoveri ospedalieri e di mortalità tra il 1980 ed il 2001. A questo punto è stato effettuato un confronto, in 3 diverse finestre temporali, (prima, durante e dopo il trattamento), tra il tasso di tentati suicidi nel gruppo preso in esame e quello nella popolazione generale utilizzando il registro nazionale dei ricoveri ospedalieri: i dati sono stati suddivisi per sesso, per un totale di 5 fasce di età e per anno di calendario allo scopo di calcolare il numero atteso di eventi nella popolazione in studio in ciascuna finestra temporale. Tra l'altro l'esito principale è stato rappresentato dal tasso di incidenza standardizzato, calcolato dal rapporto tra numero di tentati suicidi osservati e numero di eventi attesi standardizzati per sesso, età ed anno, ed a partire dai 3 anni precedenti, durante e fino a 15 anni dopo la fine del trattamento. Ad ogni modo i risultati finali hanno mostrato che tra il 1980 ed il 2001, il 2,2% dei pazienti è stato ricoverato almeno una volta per tentato suicidio, per un totale di 210 ricoveri registrati; mentre l'incidenza dei tentativi di suicidio è aumentata da 0,89 nei 3 anni precedenti a 1,93 nei 6 mesi successivi alla cura. Insomma si tratta di un aumento che ha, infine, spinto molti medici a predicare cautela nella prescrizione del farmaco, in particolare per quei soggetti che in passato hanno mostrato sintomi depressivi o problemi psichiatrici di altra natura.

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