Scoperto che sulla superficie di Europa potrebbe essere presente del sale marino.


In passato grazie alle immagini provenienti dalla sonda Galileo è stato possibile scoprire che la superficie ghiacciata di Europa, (ossia uno dei principali satelliti naturali di Giove), è percorsa da un complesso intreccio di linee e formazioni geologiche di colore scuro, che tuttavia risultano essere di origine sconosciuta. O almeno così era finora; infatti in un recente studio pubblicato sulla rivista Geophisical Research Letters, i ricercatori del Jet Propulsion Laboratory, (noto anche con la sigla JPL), del California Institute of Technology hanno rivelato che quei depositi di colore scuro visibili su Europa molto probabilmente sono composti da cloruro di sodio, (più comunemente noto come sale marino), proveniente dall'oceano sottostante. Insomma, si tratta di un risultato che, se confermato, potrebbe rappresentare un importante tassello per comprendere se Europa presenti le condizioni necessarie a supportare la vita. Difatti al riguardo Curt Niebur, ricercatore dell'Outer Planets Program della NASA, ha dichiarato: "Abbiamo molte domande riguardo ad Europa, e la principale e più difficile è: c'è vita? Ricerche come questa sono importanti proprio perché si concentrano su questioni a cui possiamo trovare una risposta definitiva, come, ad esempio, se le condizioni presenti sul satellite siano compatibili con lo sviluppo della vita". Ad ogni modo se fino ad oggi la natura esatta del materiale misterioso presente sulla superficie di Europa non era del tutto chiara, gli scienziati conoscevano già da tempo le condizioni fisiche presenti sul satellite: il potente campo magnetico di Giove inonda Europa con fortissime dosi di radiazioni, che colpiscono la superficie con un intensità pari a quella presente all'interno di un acceleratore di particelle. Perciò qualunque sia il materiale delle formazioni che percorrono la superficie ghiacciata del satellite, è estremamente probabile che queste radiazioni siano responsabili, almeno in parte, per il suo aspetto; motivo per il quale i ricercatori della NASA hanno deciso di ricreare in laboratorio le condizioni presenti sulla superficie di Europa e testare in quale modo avrebbero influenzato l'aspetto di diversi tipi di materiali. In tal proposito Kevin Hand, planetologo del JPL, nonché cordinatore dello studio in questione, ha spiegato: "Lo chiamiamo "Europa in lattina". Il set up del nostro laboratorio simula le condizioni della superficie di Europa, in termini di temperatura, pressione e esposizione alle radiazioni". Ed è stato proprio tra i materiali testati che il cloruro di sodio è risultato il più simile a quello che si osserva sul satellite: dopo alcune decine di ore all'interno dell'"Europa in lattina", il sale ha assunto un colorito verde/marrone analogo a quello delle formazioni presenti su Europa, ed il suo spettro elettromagnetico è risultato pressoché identico a quello registrato durante la missione della sonda Galileo. Naturalmente adesso i risultati andranno confermati da ulteriori osservazioni, ma danno già alcune indicazioni importanti: se le formazioni presenti su Europa sono realmente composte da cloruro di sodio, vuol dire che l'oceano del pianeta è salato, (proprio come quelli terrestri), e questo dimostrerebbe che le acque interagiscono con lo strato roccioso sottostante. Inoltre durante il suddetto esperimento la tonalità assunta dal sale è risultata sempre più scura all'aumentare dell'esposizione alle radiazioni; motivo per cui Kevin Hand ha, infine, ritenuto che le variazioni cromatiche potrebbero essere utilizzate per la datazione delle strutture geologiche visibili sulla superficie del satellite.


Di seguito alcune immagini:
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