Medici Senza Frontiere: "Le scorte dell'antidoto contro il veleno di serpente stanno finendo".

Immagine pubblicata su Twitter da MSF.

A quanto pare la vita di decine di migliaia di persone potrebbe essere a rischio in quanto entro il prossimo anno le scorte di Fav-Afrique, (un siero efficace e sicuro contro il veleno di almeno 10 specie di serpenti, come gli elapidi ed i viperidi, e che oggi salva la vita a moltissima gente, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo), saranno finite in tutto il mondo. O almeno questo è l'allarme lanciato da Medici Senza Frontiere, (nota anche con la sigla MSF), la quale in occasione del 9° European Congress on Tropical Medicine and International Health, (attualmente in corso a Basilea), ha fatto sapere la Sanofi Pasteur, (azienda farmaceutica produttrice dell'antitodo in questione), ha interrotto la produzione già dallo scorso anno, e le scorte attualmente a disposizione dureranno al massimo fino al prossimo Giugno. In pratica, secondo le stime di MSF, in tutto il mondo oltre 5 milioni di persone ogni anno sono vittime di un morso di serpente: un problema che causa 100.000 morti; mentre molte delle centinaia di migliaia di persone che sopravvivono sono costrette a vivere con disabilità causate dalle inevitabili amputazioni, (solo nell'Africa Subsahariana si contano 30.000 morti ed 8.000 amputati ogni anno in seguito a morsi di serpente, molti dei quali bambini). Tuttavia si tratta di vittime che purtroppo sono destinate ad aumentare se non verrà trovata al più presto una soluzione, appunto, al suddetto impoverimento delle scorte di questo importante antidoto per il veleno dei serpenti. Al riguardo Polly Markandya di MSF ha spiegato: "La maggior parte delle persone che vengono morse da un serpente non sa esattamente quale tipo di serpente l'abbia morsa, per cui avere un antidoto che funzioni contro diverse specie è veramente importante. Siamo preoccupati che senza questo antidoto disponibile, le persone moriranno inutilmente". Difatti le alternative di comprovata sicurezza ed efficacia al Fav-Afrique sono ben poche ed inoltre, secondo quanto spiegato da MSF, per almeno due anni non è previsto l'arrivo di prodotti sostitutivi. Difatti, stando a quanto riportano diverse fonti, la Sanofi Pasteur sarebbe intenzionata a mettere a disposizione i protocolli di produzione del Fav-Afrique ad altre aziende e ne starebbe negoziando la produzione con un altra società; anche se in realtà le trattative potrebbero concludersi solo a fine 2016. Insomma, sempre secondo MSF, la questione andrebbe considerata come un'emergenza sanitaria pubblica, che necessita dell'impegno di tutti: delle organizzazioni sanitarie, dei governi, dei finanziatori, (considerato che per ogni persona il trattamento può arrivare a costare anche fino a 500 dollari: pari a circa 4 anni di lavoro in alcune zone), ed ovviamente delle aziende farmaceutiche. In tal proposito Gabriel Alcoba, anch'esso di MSF, ha dichiarato: "Stiamo per affrontare una vera crisi, non ci saranno alternative per almeno altri due anni. L'OMS dovrebbe coordinare gli sforzi per risolvere il problema". Mentre Julien Potet, Policy advisor for Neglected Tropical Diseases & vaccines per MSF Access Campaign si augura che l'azienda francese possa trovare modo di tornare a produrre l'antidoto in questione almeno fino a quando non sarà disponibile un'adeguata alternativa. Tuttavia da parte sua la Sanofi Pasteur ha spiegato che, oltre ad essersi resi disponibili per il trasferimento della tecnologia, la chiusura della produzione era già stata annunciata già nel 2010. Infatti in merito un portavoce ha, infine, dichiarato: "Ci meraviglia che ci si accorga solo ora del problema, 5 anni più tardi. Noi abbiamo offerto la tecnologia per produrre il siero a chiunque fosse interessato, ma nessuno si è fatto avanti".

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