Dimostrato che la musica classica può abbassare la pressione.


A quanto pare a quei soggetti che soffrono di ipertensione può far bene l'ascolto di un po' di musica classica, in particolare quella di Mozart e degli Strauss; o almeno questo è quanto hanno fatto sapere di recente alcuni ricercatori dell'Università della Ruhr a Bochum attraverso uno studio pubblicato sulla rivista Deutsches Ärzteblatt International. In pratica gli scienziati hanno preso in esame 120 persone, metà delle quali hanno ascoltato musica classica per 25 minuti e l'altra metà ha semplicemente riposato. Inoltre i soggetti che hanno ascoltato musica sono stati divisi a loro volta in tre gruppi: al primo è stato fatto ascoltare ascoltato Mozart, al secondo gli Strauss ed al terzo gli ABBA. Tra l'altro i ricercatori tedeschi hanno misurato a tutti i partecipanti la pressione, il battito cardiaco ed i livelli di cortisolo, ovvero il cosiddetto "ormone dello stress", il quale è risultato abbassarsi in tutti i gruppi. È stato negli altri parametri che si sono registrate delle differenze; in particolare si è notato che la musica di Mozart è stata in assoluto quella più efficace, riuscendo a ridurre di 4,7 millimetri di mercurio la pressione sistolica, (cioè la massima), e di 2,1 millimetri quella diastolica, (ovvero la minima). Mentre la musica degli Strauss ha prodotto rispettivamente una riduzione di 3,7 e 2,9 millimetri, e quella degli ABBA non ha fatto registrare nessun effetto particolare. Ad ogni modo non è certo la prima volta che nel mondo della medicina viene segnalata l'efficacia della musica classica soprattutto per la salute del cuore. Difatti un altro studio condotto da alcuni ricercatori dell'Università di Oxford ha verificato l'effetto benefico della musica di Beethoven e Verdi sulla frequenza cardiaca e sulla pressione sanguigna: entrambe ridotte grazie alle note di questi grandi compositori classici. Tuttavia andrebbe specificato che non tutta la musica classica è uguale: dopo aver preso in esame diversi lavori scientifici basati sull'indagine degli effetti prodotti dai vari tipi di musica, i ricercatori inglesi sono giunti alla conclusione che per ridurre la pressione e la frequenza cardiaca è necessaria la musica classica che segue un particolare ritmo, (ossia quello dei 10 secondi); i ritmi più veloci, come, ad esempio, quello de "Le Quattro Stagioni" di Vivaldi, non producono effetti benefici sul cuore. Al riguardo Peter Sleight, autore dello studio nonché cardiologo presso il suddetto ateneo inglese, ha, infine, spiegato: "La musica si usa già come terapia rilassante, ma questo lavoro ha revisionato gli studi sull'argomento e controllato la loro efficacia. Abbiamo fornito una migliore comprensione di come le note di brani classici molto famosi e soprattutto determinati ritmi possano avere precisi effetti sul cuore e sui vasi sanguigni. Ma adesso sono necessari ulteriori studi che potrebbero ridurre lo scetticismo, ancora regnante, sul ruolo terapeutico della musica classica".

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