Scoperto negli adolescenti un possibile legame tra bruxismo e bullismo verbale.


A quanto pare gli adolescenti che soffrono di bruxismo, (vale a dire il digrignamento dei denti, dovuto alla contrazione involontaria della muscolatura masticatoria, che si manifesta soprattutto durante il sonno), potrebbero essere vittima di bullismo; o almeno questo è quanto hanno fatto sapere alcuni ricercatori dell'Universidade Federal de Minas Gerais, coordinati anche da Daniele Manfredini, dell'Università degli Studi di Padova, tramite uno studio pubblicato sulla rivista Journal of Oral Rehabilitation, secondo il quale i ragazzi che sperimentano vessazioni a scuola corrono un rischio di quasi 4 volte superiore, appunto, di digrignare i denti quando dormono. In pratica per arrivare a tale conclusione i ricercatori brasiliani hanno esaminato le esperienze di 309 giovani, di età compresa tra i 13 ed i 15 anni, i quali sono stati invitati a rispondere ad un questionario diretto a scoprire se durante l'orario scolastico fossero stati oggetto o responsabili di atti di bullismo verbale e se soffrissero di bruxismo. Così facendo è emerso che 134 partecipanti, (ossia il 43,3%), erano stati coinvolti in episodi di bullismo verbale in qualità di vittima, di bullo o di entrambe le figure: il 90,3% di questi erano maschi. Tra l'altro, come già anticipato, al termine delle analisi gli studiosi hanno scoperto che gli adolescenti che erano stati oggetto di vessazioni verbali a scuola avevano, appunto, una probabilità maggiore di quasi 4 volte di soffrire di bruxismo: nello specifico è stato rilevato che il rischio di sviluppare il disturbo orale in questione risultava essere pari al 65% tra gli studenti che venivano perseguitati dai compagni e al 17% tra il resto dei partecipanti alla ricerca. Al riguardo Nigel Carter dell'Oral Health Foundation ha, infine, commentato questi risultati spiegando: "Il digrignamento dei denti potrebbe apparire come un problema non prioritario, tuttavia potrebbe fornire una visione essenziale dello stato mentale di un ragazzino e potrebbe costituire un indicatore importante per aiutarci ad identificare meglio le vittime di bullismo nelle fasi iniziali, in modo da intervenire in tempo".

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