Che l'AIDS sia dovuta alla capacità del virus HIV di inserire il proprio DNA all'interno di quello delle cellule che infetta, diventando così parte del loro patrimonio genetico, era cosa risaputa da tempo. Ma tuttavia il perché questo virus scelga soltanto alcuni dei 20.000 geni umani per integrarsi e soprattutto il modo in cui riesce a nascondersi ai farmaci all'interno di questi geni è sempre rimasto un enigma. O almeno finora; difatti in questi giorni, grazie ad un gruppo di ricerca dell'International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology, (noto anche con la sigla ICGEB), questo enigma è stato finalmente svelato. In pratica la ricerca in questione, pubblicata online sulla rivista Nature, è stata condotta in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Mediche Chirurgiche e della Salute dell'Università degli Studi di Trieste, l'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia ed il Généthon di Parigi. In sostanza fotografando la struttura del nucleo delle cellule infettate, il team di ricercatori ha scoperto che il virus dell'HIV integra il proprio DNA vicino al "guscio" esterno che delimita il nucleo, proprio in corrispondenza alle strutture del poro nucleare da cui il virus stesso ha avuto accesso, grazie anche alla fondamentale complicità di due proteine, (NUP153 e LEDGF/p75). Al riguardo Mauro Giacca, direttore generale dell'ICGEB, nonché cordinatore della ricerca, ha spiegato: "È come quando entriamo in una sala cinematografica al buio, i posti più comodi magari sono quelli più lontani, ma quelli più facili da raggiungere sono vicini alla porta d'ingresso, ed è li che ci sediamo. Ma inserendosi nei geni vicino alla porta d'ingresso, la probabilità che il virus si nasconda ai farmaci diventa più alta: questo è il motivo per cui oggi riusciamo a rallentare la progressione verso l'AIDS, ma non riusciamo ad eliminare l'infezione". Difatti, secondo le stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, (o OMS), dall'inizio degli anni '80, ovvero quando l'epidemia di AIDS cominciò a dilagare, quasi 80 milioni di persone sono state infettate dal virus ed ad oggi nessuna di queste risulta essere stata capace di guarire definitivamente. Ad ogni modo questa nuova scoperta ha mostrato come sia proprio l'architettura del nucleo dei linfociti e le zone che il virus sceglie per localizzarsi a favorire il suo mascheramento ed ad impedire, appunto, ai farmaci oggi disponibili di sconfiggere definitivamente la malattia. Per tanto questo nuovo studio risulta essere particolarmente rilevante, in quanto rappresenta, infine, un importante passo in avanti verso lo sviluppo di nuovi farmaci che possano finalmente portare ad una cura.
Di seguito un'immagine che spiega un po' il tutto:
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