Arrivano gli EcoBot; una nuova classe di robot che, per funzionare, mangia di tutto e produce escrementi.



Ai giorni d'oggi è facile sentire e leggere notizie sull'esistenza di alcuni robot somiglianti agli uomini come gli Actroid, una gamma di androidi creati da Hiroshi Ishiguro dell'Università di Osaka e prodotti dalla Kokoro Company Ltd. Oppure dell'esistenza di automi simili all'uomo solo in determinati comportamenti e quelli utilizzati in ambito medico come ad esempio, ASIMO e Da Vinci. Ma mai prima d'ora si era sentito parlare dell'esistenza di robot che hanno gli stessi bisogni degli uomini per funzionare, vale a dire che sono in grado di mangiare, digerire ed, infine, espellere escrementi. Ovviamente la domanda sorge spontanea: Quali sono i vantaggi di questi esseri meccanici? Beh a quanto pare non occupano la toilette e non devono mettere il pannolino, poiché fanno i loro bisogni in appositi contenitori speciali ed ancora non hanno bisogno di essere attaccati alla presa di corrente, perché sono in grado di trasformare gli alimenti assunti in energia. Ma queste non sono le uniche caratteristiche, infatti, possiedono un'altra grande qualità, ovvero non hanno i gusti difficili. Cioè non fanno storie per il cibo. Infatti sono capaci di ingurgitare qualunque cosa, dagli avanzi della cucina agli escrementi umani, senza porsi problemi sugli scarti vegetali, (come erbacce e foglie). E sembra addirittura che in un prossimo futuro potrebbero prendere il posto degli attuali WC e dei tritarifiuti. I robot in questione sono stati denominati EcoBot e sono nati al Bristol Robotics Laboratory dell'Università di Bristol. Tuttavia gli ultimi esemplari, cioè gli EcoBot-III, sono molto più sofisticati dei loro predecessori, ovvero le versioni I e II. Infatti come ha rivelato uno studio pubblicato dalla rivista accademica Physical Chemistry Chemical Physics: "Il loro "stomaco" è costituito da tante celle a combustibile che vengono alimentate da urina e perfino da feci". Quindi in poche parole, per essere attivi, questi EcoBot-III riciclano il materiale organico delle fogne, aiutandoci, appunto, ad essere più ecologici. Al riguardo Giulio Sandini, direttore di uno dei dipartimenti di robotica dell'Istituto Italiano di Tecnologia, (noto anche con l'acronimo IIT), ha spiegato: "La trasformazione del cibo in energia richiede un certo tempo non è immediata, di conseguenza questa tecnologia può andar bene per i robot che hanno la possibilità di stare fermi o magari hanno bisogno di poca energia. Si sta cercando di risolvere il problema energetico dei robot anche con batterie simili a quelle degli smartphone, ma l'autonomia di queste macchine è limitata ad una-due ore". Oltretutto la ricerca del laboratorio di Bristol è stata sostenuta anche dalla Fondazione Bill & Melinda Gates. Ed, inoltre, è interessata pure la NASA che ha espresso il desiderio di voler mettere i sistemi digestivi di questi robot anche nelle navicelle spaziali in modo da trasformare gli escrementi degli astronauti in elettricità. Comunque per il momento questi EcoBot "ingordi" sono sprovvisti di braccia, viso e gambe. Infatti non somigliano minimamente all'anzicitato "robot-ballerino", ASIMO, ed ad ICub, ibaby-robot alto 104 cm e dal peso di 22 kg, creato dall'Istituto Italiano di Tecnologia. Anche se il loro aspetto potrebbe essere modificato tra non molto tempo. Poiché, secondo i ricercatori, l'aspetto fisico passa in secondo piano. Infatti sempre a detta dei ricercatori: "Prima sarebbe necessario perfezionare la tecnologia delle celle a combustibile in modo che possano fornire energia. E solo successivamente si potrà pensare al loro aspetto estetico".

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