Creato nei Paesi Bassi un virus letale che è in grado di sterminare metà popolazine mondiale.


In questi giorni i ricercatori dell'Erasmus Medical Centre di Rotterdam, (Paesi Bassi), sono riusciti a produrre una variante estremamente contagiosa del virus dell'influenza aviaria H5N1 che è in grado di trasmettersi facilmente a milioni di persone, scatenando così una vera e propria pandemia. In pratica questi scienziati, guidati dal virologo Ron Fouchier, hanno scoperto che bastano solamente cinque modificazioni genetiche per trasformare il suddetto virus dell'influenza aviaria, (il quale fino ad oggi ha causato all'incirca 500 morti in tutto il mondo), in un agente patogeno altamente contagioso che, come già detto precedentemente, potrebbe scatenare una grande pandemia che sarebbe in grado di uccidere la metà di tutta la popolazione mondiale. Inoltre la sua elevata capacità di diffusione è stata dimostrata in svariati esperimenti condotti su alcuni furetti, poiché sono dotati di un sistema respiratorio molto simile a quello dell'essere umano. Tuttavia le ricerche di Ron Fouchier fanno parte di un programma più ampio che è mirato ad una maggiore comprensione dei meccanismi di funzionamento del virus H5N1. Infatti è stato lo stesso virologo ad ammettere che questa variante geneticamente modificata è uno dei virus più pericolosi che siano mai stati realizzati. Anche se un altro gruppo di virologi dell'Università del Wisconsin, in collaborazione con l'Università di Tokyo, è arrivato ad un risultato molto simile a quello di Ron Fouchier e dei suoi scienziati. Comunque adesso il dilemma rimane se pubblicare o meno la ricerca. Infatti molti scienziati sono molto preoccupati dalla possibilità che, in mani sbagliate, questo virus potrebbe trasformarsi in una vera e propria arma biologica. E, difatti, negli Stati Uniti le polemiche sono davvero ardenti. Al riguardo Thomas Inglesby, scienziato esperto di bioterrorismo e direttore del Centro per la Biosicurezza dell'Università di Pittsburgh è stato categorico affermando: "È solo una cattiva idea quella di trasformare un virus letale in un virus ancor più letale ed altamente contagioso. Ed è un'altra cattiva idea quella di pubblicare i risultati delle varie ricerche poiché gli altri potrebbero copiarle". Ed è stato critico anche Richard Ebright, biologo molecolare della Rutgers University in New Jersey, che ha dichiarato: "Questo lavoro non andava fatto!". Tuttavia, come ha sostenuto lo stesso Ron Fouchier: "Pubblicare lo studio aiuterebbe la comunità scientifica a prepararsi ad una pandemia di H5N1". Ed, infine, a pensarla allo stesso modo è anche il virologo italiano, Fabrizio Pregliasco, dell'Università di Milano, che ha sottolineato: "Non pubblicare lascerebbe i ricercatori al buio su come rispondere ad un focolaio. Infatti lo scambio di conoscenze è fondamentale per prevedere la reale gravità di una pandemia. L'aviaria era sì una "bestia" nuova, ma non apocalittica. Con un maggiore scambio di conoscenze la diffusione di informazioni, infatti, sarebbe stata più precisa e meno allarmistica".

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