Phobos-Grunt: un altro satellite che sta per precipitare sul nostro pianeta.


Dopo il pericolo scampato con la caduta del satellite UARS e quella del satellite ROSAT, tra il 15 ed il 16 Gennaio un altro oggetto spaziale cadrà sulla Terra. Si tratta della sonda Russa Phobos-Grunt, che aveva il compito di esplorare il pianeta Marte ma che invece è stata vittima di un'avaria ai motori poco dopo il suo lancio. Tuttavia, prima che il suo destino si compia, Phobos-Grunt è stato immortalato, forse per l'ultima volta, da un ingenere francese dilettante astronomo, Thierry Legault, che è riuscito a riprenderlo nel suo volo sopra le nostre teste, trasformando la sua avventura in un video di 40 secondi, durante i quali cui si distinguono bene le forme del velivolo spaziale. Inoltre Thierry Legault il primo Gennaio ha piazzato la sua macchina all'Osservatorio di Calern vicino Nizza dove, utilizzando un telescopio da 14 pollici con una lunghezza focale di 4 mila millimetri, è stato in grado di individuare e mettere a fuoco la suddetta sonda che si trovava a circa 237 chilometri dal suolo. In aggiunta, grazie all'ausilio di un sofisticato sistema di inseguimento automatico, è riuscito ad evitare che la sonda "scappasse" troppo in fretta, poiché il passaggio davanti all'obiettivo del telescopio sarebbe stato di appena una frazione di secondo. Invece Thierry Legault è riuscito a mettere insieme ben 963 scatti a 12 fotogrammi al secondo in cui è possibile vede la sonda Phobos-Grunt muoversi da sinistra verso destra in direzione del nostro Sole, ed, inoltre, si possono distinguere la sagoma dei pannelli solari più grandi e meno definiti a sinistra, e dei serbatoi del carburante a destra. Comunque tutti i dettagli precisi del lavoro di ripresa sono stati descritti sul sito internet di Thierry Legault, dove è possibile ammirare anche una discreta raccolta di imprese simili. Infatti il francese è un vero appassionato di questo genere ed è riuscito a filmare altri shuttle durante le loro ultime missioni, vari satelliti, nonché il suddetto satellite URAS prima che cascasse sulla Terra il 23 Settembre scorso. Appunto perché l'allarme per il rientro nell'atmosfera di Phobos-Grunt non è il primo, come già detto precedentemente, e certamente non sarà neanche l'ultimo. Allarme che nel Settembre scorso tenne tutto il mondo con il fiato sospeso in attesa di capire dove sarebbe andato a finire URAS, che per fortuna finì nell'oceano senza causare danni. Oltretutto gli esperti sono consapevoli che ci sono enormi quantità di "rifiuti spaziali" che orbitano sopra le nostre teste e che prima o poi verranno inevitabilmente attratti dalla gravità terrestre rischiando, appunto, di finirci sulla testa. Ma il caso di Phobos-Grunt è stato un po' particolare. Infatti la sonda, lanciata l'8 Novembre scorso dalla base Russa di Baykonur, doveva arrivare addirittura sul Pianeta Rosso, (cioè Marte), e la Russia aveva investito oltre 150 milioni di dollari e molti anni di lavoro per realizzarla. Tuttavia, come già spiegato all'inizio, è entrata in avaria poco dopo il distacco del razzo lanciatore e sin da subito si è capito che il suo destino era segnato, infatti, dopo vari tentativi di rimetterla sulla giusta direzione e nonostante gli aiuti di tutte le agenzie spazili, i tecnici russi sono stati costretti ad arrendersi. E dunque, secondo gli ultimi calcoli, dovrebbe rientrare nell'atmosfera terrestre, appunto, tra il 15 e il 16 Gennaio. Tuttavia non si sa dove potrà finire la scia di detriti che Phobos-Grunt dal peso di 13 tonnellate si lascerà alle spalle quando si disintegrerà. Per il momento l'indicazione molto approssimativa effettuata delle autorità spaziali Russe prevede un'area compresa tra 50° di latitudine Nord e 50° di latitudine Sud, che significa più o meno la maggior parte del nostro globo, Italia compresa, poichè i confini settentrionali del nostro Paese sono a 40° di latitudine Nord. Infine a destare qualche ulteriore preoccupazione sono anche il carburante contenuto nei serbatoi e piccole quantità di materiale radioattivo che Phobos-Grunt contiene al suo interno.

Commenti