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Il futuro dei motori di ricerca come Google? Si punta alla ricerca semantica.
"Riuscire a trovare qualunque cosa su internet più velocemente e meglio, attraverso un sistema che si avvicini al linguaggio umano e che permetta di dialogare con il computer per ottenere le informazioni desiderate". È questo
il futuro dei motori ricerca che sposerà nel dimenticatoio l'attuale ricerca per parole chiave. Inoltre questo nuovo potrà vantare del sostegno del colosso Google. In pratica si tratta della "ricerca semantica" della quale si sta parlando già da tempo come di una nuova frontiera da esplorare. Però dal momento in cui il search executive di Google, Amit Singhal, durante un intervista del Wall Street Journal, ha rivelato che: "Il colosso della Mountani View, nonché l'azienda dominante del settore, sta lavorando ad un motore di ricerca di nuova generazione in grado di fornire risultati adeguati a come le persone percepiscono il mondo", la suddetta rivoluzione annunciata ha iniziato ad acquistare contorni e confini più nitidi. Inoltre, sempre durante la suddetta intervista,
Amit Singhal ha spiegato: "Quando digitiamo su un motore di ricerca la parola "lago Tahoe", non vogliamo solo risultati che contengono quelle parole, ma vogliamo conoscere anche dettagli sul lago, quali l'altitudine, la temperatura media dell'acqua e la popolazione della regione". E dunque si pretende molto più di un semplice link. E con la ricerca semantica si potrà essere accontentati. Infatti il più famoso motore di ricerca andrà a cercare in maniera "intelligente" i contenuti più appropriati alla singola ricerca. Praticamente ciò significa che Google si evolverà da semplice erogatore di informazioni aggregate dall'algoritmo a distributore di conoscenza, avvicinandosi sempre di più ai meccanismi di funzionamento del cervello umano. Per di più Marco Varone, presidente e CTO della Expert System, vale a dire un'azienda da anni impegnata nel settore della ricerca semantica, ha dichiarato: "Questo processo è iniziato nel 2010 con l'acquisizione da parte della societa di Mountain View di un database che raccoglie tutte le informazioni fornite da Wikipedia". A dire il vero più che di una soluzione, si tratterebbe di una scorciatoia, sempre secondo Marco Varone che ha sostenuto: "Almeno stando a quanto sappiamo, a Google manca ancora la capacità di estrarre dati ed informazioni da tutte le pagine web, non solo da Wikipedia". Ma non solo. Infatti mettere a punto un motore di ricerca semantico richiede ulteriori passaggi. Basta pensare all'adattamento necessario alle diverse lingue e culture, difatti, quando si lavora con un approccio simbolico non c'è molta differenza se si usa una medesima parola in Italiano, in Inglese piuttosto che in Tedesco oppure qualsivoglia lingua. Infatti quando si parla di tecnologia semantica bisogna "istruire" il computer. In poche parole dovrebbe essere tenuto presente che uno stesso oggetto potrebbe essere indicato con termini differenti. E successivamente bisognerebbe considerare quei concetti che non esistono neppure in alcune culture, oppure che vengono indicati con parole diverse. E dunque è chiaro che tutti questi progressi risultano tutt'altro che semplici da compiere. E poi questo è soltanto il principio di questa nuova avventura. Infatti, dopo aver inserito nel software tutta la conoscenza del sistema, sarebbe necessario l'intervento dei tecnici. Ed, infine, Marco Varone ha concluso sottolineando: "Bisogna risolvere i dubbi del software integrandolo laddove necessario. Poi si mette alla prova il sistema con domande vere e simulate, cercando di individuare quali siano i punti deboli della struttura". E quindi, se la rivoluzione sta per avere inizio, il percorso per arrivare alla ricerca semantica è tutt'altro che in discesa.
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