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Anonymous Italia attacca il MUIR per sostenere le proteste degli studenti calabresi e gli occupanti di Porta Pia.
Dopo aver preso parte, (sia fisicamente che virtualmente, oscurando i siti del MIT, del MISE, della Corte dei Conti e della Cassa di Depositi e Prestiti), alle manifestazioni, (quelle pacifiche), contro il "potere" che gli scorsi giorni hanno attraversato le strade della Capitale, la divisione italiana della famosa legione Anonymous è tronata all'attacco prendendo di mira il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, (noto anche con la sigla MIUR), come sostegno agli studenti calabresi ed a tutti quegli studenti che in questi giorni hanno occupato, (sempre in modo pacifico), Porta Pia. Infatti nella giornata di ieri gli hacker di Anonymous Italia hanno oscurato il sito del MUIR, che è rimasto offline per un po' di tempo e che attualmente è tornato online. Ovviamente, come loro consueto, gli hacker hanno rivendicato l'attacco con un comunicato pubblicato sul loro blog ufficiale e nel quale si può leggere: «Occupanti di piazza Porta Pia, la vostra tenacia ci riempie di gioia, così, con questa azione abbiamo deciso di unirci simbolicamente al vostro presidio; inoltre vogliamo esprimere la nostra solidarietà agli studenti che all'Università della Calabria hanno contestato il ministro dell'istruzione Maria Chiara Carrozza e chiediamo con loro l'immediata scarcerazione degli arrestati nella manifestazione di Sabato». Ed ancora: «La scuola pubblica è stata colpita in questi anni con tagli indiscriminati. La situazione dei migliaia di insegnanti precari e le gravi carenze che afflliggono l'edilizia scolastica oltre ad una crescente incapacità degli istituti a finanziare mense, attività di fotocopia ed altri servizi basilari sono ormai più che noti. Tutto ciò è indegno! È necessario sottolineare che la situazione dell'istruzione universitaria non è migliore. Insegnanti spesso nominati in base al criterio dello scambio di favori, ignoranti e saccenti, aule insufficienti a contenere gli studenti, nessun piano per facilitare l'alloggio, scarsi o assenti incentivi per studenti-lavoratori, acquisizione di fondi da parte di atenei per opere di ristrutturazione o digitalizzazione delle biblioteche a fronte di lavori mai eseguti. "Merito", una parola con la quale economisti cattedratici ci perseguitano, quando, spesso l'unico merito degli insegnanti universitari è quello di conoscere il politico giusto; è in base al criterio del merito che l'istruzione universitaria deve essere costosa e riservata solo ad alcuni». E successivamente gli hacker della legione hanno continuato scrivendo: «Anonymous, invece, si batte per la libertà d'informazione e di conoscenza; ad ogni essere umano deve essere garantito il diritto ad un'istruzione completa e gratuita, dal livello elementare a quello universitario. Ogni essere umano, in qualsiasi momento della sua vita deve poter scegliere se sospendere ogni attività lavorativa per intraprendere gli studi, inoltre, tutti devono aver accesso libero e gratuito alle pubblicazioni universitarie, comprese le riviste specialistiche ed i risultati delle ricerche più recenti. Diciamo NO alla mercificazione dell'istruzione, la quale ha ormai assunto chiari connotati aziendalistici. Ribadiamo il diritto ad un'istruzione pubblica, laica, gratuita e di qualità, accessibile a tutti indipendentemente dalla classe sociale», Mentre, infine, gli hacker di Anonymous Italia hanno concluso il comunicato rivolgendosi a quegli studenti finiti in manette per aver manifestato, scrivendo: «Fratelli e sorelle arrestati ieri, siamo accanto voi e con voi condividiamo il peso delle catene che i persecutori agitano per intimidirvi. Non permetteteglielo, proseguite a testa alta. Sanno bene che le idee di chi non striscia e si ribella sono un'arma tagliente. Voi siete Liberi perché avete deciso di lottare contro questo sistema che fagocita le sue vittime in nome del Capitale. Il vero terrorista è lo Stato, non chi si ribella. Possano il vostro coraggio, i vostri sogni e la vostra determinazione essere l'esempio che anima la scintilla della rivolta».
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