I buchi neri hanno la "febbre" ed adesso sarà più semplice misurarla.


A quanto pare i buchi neri hanno la "febbre", (come aveva previsto già 40 anni fa il fisico, matematico, cosmologo ed astrofisico britannico Stephen Hawking), e d'ora in poi sarà ancora più semplice misurarla in laboratorio: questo grazie ad un nuovo sistema sperimentale illustrato di recente sulla rivista Nature Physics dal ricercatore Jeff Steinhauer dell'Israel Institute of Technology. Al riguardo Francesco Belgiorno, ricercatore del Politecnico di Milano ed esperto di buchi neri analoghi ricreati in laboratorio, ha spiegato: "Nel 1974 Stephen Hawking aveva teorizzato che i buchi neri non fossero poi così neri. Mettendo insieme le conoscenze della fisica classica con quelle della fisica quantistica, l'astrofisico britannico aveva ipotizzato che i buchi neri non trattengono proprio tutto quello che inghiottono, ma emettono una debolissima radiazione termica, (con una temperatura prossima allo zero assoluto), che è stata chiamata radiazione di Hawking". E da allora un esercito di fisici provenienti un po' da tutto il mondo ha tentato di trovare la prova tangibile di questa radiazione, appunto, ricreando in laboratorio alcuni sistemi analoghi ai buchi neri astrofisici. Tuttavia finora la misurazione di questa sorta di "febbre" si è rivelata un'impresa molto ardua, in quanto si tratta di una radiazione talmente debole che nessun "termometro" è riuscito ancora a rilevarla in maniera incontrovertibile. O almeno così è stato finora; infatti, come già anticipato, Jeff Steinhauer ha provato a superare questo ostacolo ricreando in laboratorio una radiazione di Hawking che si auto-amplifica. In tal proposito lo stesso Francesco Belgiorno ha, infine, concluso dichiarando: "Nel suo esperimento Jeff Steinhauer è riuscito ad accoppiare l'orizzonte di un buco nero, (ovvero il punto di non ritorno da cui non può uscire nulla di ciò che è entrato nel buco), con l'orizzonte di un buco bianco, vale a dire un "muro", (del tutto teorico e non ancora riscontrato nella realtà), che al contrario impedisce di entrare. Questo sistema, oltre a darci un'ulteriore conferma dell'esistenza della radiazione di Hawking, è anche in grado per la prima volta di amplificarla portandola a livelli misurabili''.

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