Con il termine déjà vu, (in italiano "già visto"), viene indicato quel fenomeno psichico facente parte delle cosiddette paramnesie, e che consiste nell'errata sensazione di aver già visto un'immagine oppure di aver già vissuto un qualche avvenimento o situazione che si sta verificando. Tuttavia una spiegazione plausibile sulle sue cause non si era mai trovata, (o almeno prima di adesso), anche perché si è sempre studiato il déjà vu in condizioni di normalità, senza mai considerare le condizioni patologiche. Infatti di recente alcuni ricercatori dell'Istituto di Bioimmagini e Fisiologia Molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche, (noto anche con la sigla IBFM-CNR), in collaborazione con l'Istituto di Neurologia dell'Università degli Studi "Magna Græcia", tramite uno studio pubblicato sulla rivista Cortex, hanno messo a confronto per la prima volta nella storia della medicina il cervello delle persone che presentavano frequenti déjà vu, sia pazienti neurologici affetti da epilessia sia soggetti sani. Al riguardo i ricercatori hanno spiegato: "I pazienti con epilessia sono un modello patologico più noto in letteratura in quanto le illusioni déjà vu sono, in realtà, manifestazioni epilettiche derivanti dalle scariche all’interno del cervello". Mentre Angelo Labate, neurologo associato dell'IBFM-CNR e docente presso l'Università degli Studi "Magna Græcia", ha dichiarato: "L'obiettivo di questa ricerca era quello di scoprire se esiste una base anatomo-fisiologica comune nella genesi del déjà vu tra soggetti sani e pazienti epilettici, che possa spiegare le basi di un fenomeno psichico che, in alcune circostanze, diventa patologico". Ed ha poi proseguito spiegando: "Lo studio ha evidenziato che sia i soggetti malati, sia le persone sane interessate da déjà vu, presentano anomalie a livello morfologico, che coinvolgono però aree cerebrali diverse. I pazienti affetti da epilessia evidenziano anomalie localizzate nella corteccia visiva e nell'ippocampo, cioè nelle aree cerebrali deputate al riconoscimento visivo ed alla memorizzazione a lungo termine. Questa scoperta dimostrerebbe che la sensazione di déjà vu, riportata dai pazienti durante un episodio epilettico, è un sintomo organico di una memoria reale, anche se falsa". Ed ha, infine, concluso dichiarando: "Diversamente, i soggetti sani che vivono questa esperienza presentano piccole variazioni anatomiche in un'area cerebrale, (la corteccia insulare), che ha il compito di convogliare tutte le informazioni sensoriali all'interno del sistema limbico/emotivo. Tale modifica parrebbe dimostrare che nei soggetti sani l'esperienza del déjà vu è in realtà un fenomeno di alterata sensorialità dello stimolo percepito, più che un ricordo alterato: noi pensiamo di aver già visto quel posto, ma in realtà è la sensazione che abbiamo provato nel vederlo che ci richiama uno stimolo mnestico precedentemente associato".
Con il termine déjà vu, (in italiano "già visto"), viene indicato quel fenomeno psichico facente parte delle cosiddette paramnesie, e che consiste nell'errata sensazione di aver già visto un'immagine oppure di aver già vissuto un qualche avvenimento o situazione che si sta verificando. Tuttavia una spiegazione plausibile sulle sue cause non si era mai trovata, (o almeno prima di adesso), anche perché si è sempre studiato il déjà vu in condizioni di normalità, senza mai considerare le condizioni patologiche. Infatti di recente alcuni ricercatori dell'Istituto di Bioimmagini e Fisiologia Molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche, (noto anche con la sigla IBFM-CNR), in collaborazione con l'Istituto di Neurologia dell'Università degli Studi "Magna Græcia", tramite uno studio pubblicato sulla rivista Cortex, hanno messo a confronto per la prima volta nella storia della medicina il cervello delle persone che presentavano frequenti déjà vu, sia pazienti neurologici affetti da epilessia sia soggetti sani. Al riguardo i ricercatori hanno spiegato: "I pazienti con epilessia sono un modello patologico più noto in letteratura in quanto le illusioni déjà vu sono, in realtà, manifestazioni epilettiche derivanti dalle scariche all’interno del cervello". Mentre Angelo Labate, neurologo associato dell'IBFM-CNR e docente presso l'Università degli Studi "Magna Græcia", ha dichiarato: "L'obiettivo di questa ricerca era quello di scoprire se esiste una base anatomo-fisiologica comune nella genesi del déjà vu tra soggetti sani e pazienti epilettici, che possa spiegare le basi di un fenomeno psichico che, in alcune circostanze, diventa patologico". Ed ha poi proseguito spiegando: "Lo studio ha evidenziato che sia i soggetti malati, sia le persone sane interessate da déjà vu, presentano anomalie a livello morfologico, che coinvolgono però aree cerebrali diverse. I pazienti affetti da epilessia evidenziano anomalie localizzate nella corteccia visiva e nell'ippocampo, cioè nelle aree cerebrali deputate al riconoscimento visivo ed alla memorizzazione a lungo termine. Questa scoperta dimostrerebbe che la sensazione di déjà vu, riportata dai pazienti durante un episodio epilettico, è un sintomo organico di una memoria reale, anche se falsa". Ed ha, infine, concluso dichiarando: "Diversamente, i soggetti sani che vivono questa esperienza presentano piccole variazioni anatomiche in un'area cerebrale, (la corteccia insulare), che ha il compito di convogliare tutte le informazioni sensoriali all'interno del sistema limbico/emotivo. Tale modifica parrebbe dimostrare che nei soggetti sani l'esperienza del déjà vu è in realtà un fenomeno di alterata sensorialità dello stimolo percepito, più che un ricordo alterato: noi pensiamo di aver già visto quel posto, ma in realtà è la sensazione che abbiamo provato nel vederlo che ci richiama uno stimolo mnestico precedentemente associato".
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