Secondo un recente studio, il sesso orale può aumentare il rischio di tumori a testa, collo ed orofaringe.
Secondo recenti stime, in tutto il mondo oltre 500.000 persone ogni anno ricevono una diagnosi di tumore al cavo orale; anche se in realtà questo numero è in netto aumento soprattutto perché tra le categorie a rischio non ci sono solo gli accaniti fumatori e bevitori, ma anche coloro che hanno dei rapporti orali: da tempo è ormai noto che il sesso orale contribuisce ad aumentare il rischio di sviluppare il tumore in questione. Tuttavia a quanto pare recentemente i rapporti orali sono stati chiamati nuovamente in causa da un ennesimo studio che ne ha messo in luce i vari rischi, quantificando con precisione e per la prima volta i pericoli a cui essi espongono. In pratica si tratta di una ricerca condotta da alcuni ricercatori dell'Albert Einstein College of Medicine di New York e pubblicata su Jama Oncology, la quale ha mostrato una forte connessione tra il Papilloma Virus Umano, (noto con la sigla HPV e che può trasmettersi, appunto, attraverso il sesso orale), ed i tumori a testa e collo. In particolar modo questo studio ha parlato delle maggiori possibilità di ammalarsi di cancro attraverso questa pratica sessuale, la quale sostanzialmente costituirebbe una sorta di "autostrada" per il virus in questione, trasportandolo dall'utero alla bocca. Difatti, come già noto, quest'ultima a livello cellulare è molto simile a vagina e cervice e tutte e tre presentano mucose con una struttura che costituisce il target ideale di due tipi di HPV, vale a dire il 16 ed il 18. Tra l'altro l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, (nota anche come IARC), ha confermato l'evidenza oncogena per 12 tipi di HPV e si stima che proprio l'HPV 16 e l'HPV 18 siano responsabili di oltre il 70% dei casi tumorali. Ad ogni modo la ricerca in questione, (condotta sulla base di due studi che hanno coinvolto circa 97.000 persone alle quali è stato chiesto di fornire dei campioni di saliva in modo da dimostrare che non presentavano tumori), è stata la prima a dimostrare che la presenza del Papilloma Virus Umano nel cavo orale può portare allo sviluppo del tumore orofaringeo e sostiene inoltre che il rischio di sviluppare un tumore è 22 volte superiore per chi è affetto da questo virus rispetto a chi non lo è: tra tutti i partecipanti, esaminati per 4 anni, sono stati scoperti 132 casi di tumori a testa e collo. Oltretutto, come già noto, l'HPV gioca un ruolo cruciale nello sviluppo del tumore della cervice uterina e ad oggi si ritiene che svolga un ruolo importante anche nell'eziopatogenesi, appunto, dei tumori del cavo orale e dell'orofaringe. Non a caso, solo in Italia, il virus in questione rappresenta la causa di circa il 35% dei tumori dell'orofaringe, con un costante incremento; mentre negli Stati Uniti la situazione è ben peggiore e sta raggiungendo livelli endemici, (ossia circa il 70% dei tumori dell'orofaringe). Per di più considerando che, come già anticipato, il gruppo di virus conosciuto come HPV trova un ambiente fertile soprattutto nelle membrane umide, (tra cui, appunto, il collo dell'utero, la bocca e la gola), i soggetti principalmente a rischio sono chiaramente gli uomini etero. Insomma, le neoplasie del cavo orale colpiscono maggiormente particolari categorie ed in questa ottica sarebbe più che mai fondamentale un'accurata opera di sensibilizzazione.
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