Scoperto che il teletrasporto potrebbe far "oscillare" il cervello.


La possibilità di poter usufruire del teletrasporto è parecchio lontana, (sempre ammesso che gli studiosi riescano nell'intento), ma nel frattempo c'è già chi ha deciso di studiare gli eventuali effetti che questo potrebbe avere sul cervello umano. Tra questi c'è Arne Ekstrom, dell'Universita' della California, Davis che di recente ha condotto un esperimento, pubblicato sulla rivista Neuron, nel quale ha "teletrasportato" un gruppo di volontari da un luogo ad un altro attraverso ambienti virtuali ricostruiti al computer, scoprendo che il loro cervello aveva iniziato ad "oscillare". In sostanza da qualche tempo si è scoperto che quando i topi cercano di orientarsi in spazi nuovi, (ad esempio, all'interno di labirinti), il loro cervello produce delle particolari "oscillazioni" ritmiche; lo stesso fenomeno che avviene anche nell'uomo a causa dell'attività elettrica originata in una delle regioni più interne del cervello: l'ippocampo. E per capire se queste "oscillazioni" siano innescate da stimoli esterni oppure siano invece una sorta di "orologio interno" per sincronizzare i neuroni impegnati nei processi di apprendimento, i ricercatori californiani hanno pensato, appunto, di condurre un esperimento di teletrasporto. In pratica per far ciò, sono stati selezionati 3 volontari ai quali erano stati impiantati degli elettrodi in modo da registrare l'attività cerebrale mentre esploravano uno scenario virtuale a loro familiare. Successivamente i volontari sono stati "teletrasportati" in punti diversi dello scenario, saltando attraverso una schermata completamente nera la cui durata era casuale. Ad ogni modo i dati raccolti hanno dimostrato che durante le fasi di teletrasporto le suddette "oscillazioni" non si interrompevano, ma i ritmi cambiavano a seconda della distanza percorsa durante il teletrasporto. Il che, secondo i ricercatori, dimostrerebbe, infine, che a guidare le oscillazioni in questione sarebbero i processi di memoria e di apprendimento, e non le stimolazioni esterne, come molti ritenevano finora.


Di seguito un breve video del suddetto esperimento:

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