A quanto pare le cellule staminali neuronali possono essere riprodotte; o almeno questo è quanto ha fatto sapere uno studio dell'Istituto di Biologia Cellulare e Neurobiologia del Centro Nazionale delle Ricerche, (noto anche con la sigla IBCN-CNR), pubblicato sulla rivista Stem Cells, secondo il quale la corsa aiuterebbe l'organismo, appunto, a produrre nuove staminali nel cervello e di conseguenza la convinzione che la perdita delle staminali neuronali fosse irreversibile potrebbe rivelarsi errata. In pratica, come anticipato, i ricercatori del CNR sono riusciti a dimostrare per la prima volta che la corsa riesce ad ostacolare il processo di invecchiamento cerebrale ed a stimolare la produzione di nuove cellule staminali, in grado di migliorare le capacità mnemoniche. Al riguardo Stefano Farioli-Vecchioli, coordinatore dello studio in questione, ha spiegato: "Con il nostro esperimento, lavorando su un modello murino con deficit neuronali e comportamentali causati dalla mancanza di un freno proliferativo delle cellule staminali, (ossia il gene BTG1), abbiamo constatato che nel cervello adulto un esercizio fisico aerobico, ad esempio la corsa, blocca il processo di invecchiamento e stimola una massiccia produzione di nuove cellule staminali nervose nell'ippocampo, aumentando le prestazioni mnemoniche. In sostanza la neurogenesi deficitaria riparte quando si compie un'attività fisica che non solo inverte il processo di perdita di staminali, ma scatena un'iper-proliferazione cellulare con un effetto duraturo". Inoltre lo studio, (realizzato nel laboratorio diretto da Felice Tirone, che da anni studia alcuni meccanismi molecolari che regolano i processi di proliferazione e differenziamento nella neurogenesi adulta, in collaborazione con Vincenzo Cestari dell'Università La Sapienza di Roma), apre nuovi scenari ed alimenta le speranze di nuovi approcci di medicina rigenerativa del sistema nervoso centrale. Difatti lo stesso Stefano Farioli-Vecchioli ha concluso precisando: "La scoperta pone le basi per ulteriori ricerche mirate ad aumentare la proliferazione delle staminali adulte nell'ippocampo e nella zona subventricolare. I risultati avranno delle implicazioni molto importanti per la prevenzione dell'invecchiamento e della perdita di memorie ippocampo-dipendenti. Per quanto riguarda le patologie neurodegenerative, le potenzialità terapeutiche di queste cellule sono davvero ampie, anche se a breve termine non possono scaturire terapie mirate. Il prossimo passo sarà validare la scoperta su altri modelli murini con malattie quali Alzheimer, Parkinson oppure in cui un evento ischemico abbia provocato un'elevata mortalità neuronale, isolando e trapiantando le cellule staminali iper-attivate".
A quanto pare le cellule staminali neuronali possono essere riprodotte; o almeno questo è quanto ha fatto sapere uno studio dell'Istituto di Biologia Cellulare e Neurobiologia del Centro Nazionale delle Ricerche, (noto anche con la sigla IBCN-CNR), pubblicato sulla rivista Stem Cells, secondo il quale la corsa aiuterebbe l'organismo, appunto, a produrre nuove staminali nel cervello e di conseguenza la convinzione che la perdita delle staminali neuronali fosse irreversibile potrebbe rivelarsi errata. In pratica, come anticipato, i ricercatori del CNR sono riusciti a dimostrare per la prima volta che la corsa riesce ad ostacolare il processo di invecchiamento cerebrale ed a stimolare la produzione di nuove cellule staminali, in grado di migliorare le capacità mnemoniche. Al riguardo Stefano Farioli-Vecchioli, coordinatore dello studio in questione, ha spiegato: "Con il nostro esperimento, lavorando su un modello murino con deficit neuronali e comportamentali causati dalla mancanza di un freno proliferativo delle cellule staminali, (ossia il gene BTG1), abbiamo constatato che nel cervello adulto un esercizio fisico aerobico, ad esempio la corsa, blocca il processo di invecchiamento e stimola una massiccia produzione di nuove cellule staminali nervose nell'ippocampo, aumentando le prestazioni mnemoniche. In sostanza la neurogenesi deficitaria riparte quando si compie un'attività fisica che non solo inverte il processo di perdita di staminali, ma scatena un'iper-proliferazione cellulare con un effetto duraturo". Inoltre lo studio, (realizzato nel laboratorio diretto da Felice Tirone, che da anni studia alcuni meccanismi molecolari che regolano i processi di proliferazione e differenziamento nella neurogenesi adulta, in collaborazione con Vincenzo Cestari dell'Università La Sapienza di Roma), apre nuovi scenari ed alimenta le speranze di nuovi approcci di medicina rigenerativa del sistema nervoso centrale. Difatti lo stesso Stefano Farioli-Vecchioli ha concluso precisando: "La scoperta pone le basi per ulteriori ricerche mirate ad aumentare la proliferazione delle staminali adulte nell'ippocampo e nella zona subventricolare. I risultati avranno delle implicazioni molto importanti per la prevenzione dell'invecchiamento e della perdita di memorie ippocampo-dipendenti. Per quanto riguarda le patologie neurodegenerative, le potenzialità terapeutiche di queste cellule sono davvero ampie, anche se a breve termine non possono scaturire terapie mirate. Il prossimo passo sarà validare la scoperta su altri modelli murini con malattie quali Alzheimer, Parkinson oppure in cui un evento ischemico abbia provocato un'elevata mortalità neuronale, isolando e trapiantando le cellule staminali iper-attivate".
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