A quanto pare il miele potrebbe rivelarsi un arma efficace contro la diffusione dei cosiddetti "superbatteri antibiotico-resistenti", cause di infezioni che, secondo le stime, uccideranno circa 10 milioni di persone entro il 2050. In pratica, come noto, si tratta di batteri che continuano ad evolversi, sviluppando, appunto, una resistenza ai vari antibiotici, che in questo modo diventano inefficaci. Tuttavia in questi giorni una ricerca dell'University of Technology Sydney, coordinata dalla microbiologa Nural Cokcetin dell'ithree institute, e presentato durante la National Science Week, (tenutasi in Australia dl 12 al 20 Agosto), ha dimostrato come batteri ed alcuni superbatteri siano incapaci di resistere alle proprietà medicinali del miele. Al riguardo la stessa ricercatrice, che da oltre 10 anni studia le proprietà antibatteriche ed antimicrobiche del miele, ha spiegato: "È interessante vedere come il miele sia conosciuto da millenni ma nonostante ciò i batteri non hanno ancora imparato a sviluppare resistenza ad esso. Abbiamo dimostrato che in condizioni nelle quali è possibile ottenere rapidamente una resistenza agli antibiotici non è stato possibile vedere una resistenza al miele. Abbiamo sperimentato con diversi batteri, diversi antibiotici e diversi tipi di miele. I risultati sono stati coerenti". Insomma, l'efficacia del miele come medicinale dipende da differenti fattori fra cui il contenuto di zucchero, i livelli pH e la presenza di metilgliossale, (noto anche con la sigla MGO), vale a dire il composto che in natura si forma nel nettare del fiore di Manuka ed è responsabile delle eccezioni proprietà dell'omonimo miele che ne deriva. Inoltre tra le altre proprietà benefiche del miele, oltre al rafforzamento dei batteri buoni nell'intestino, è stata dimostrata anche la rimarginazione di ferite croniche. Comunque sia attualmente Nural Cokcetin ed i suoi collaboratori sono impegnati nell'identificare le proprietà attive di oltre 1.000 varietà di miele in uno studio su campione.
A quanto pare il miele potrebbe rivelarsi un arma efficace contro la diffusione dei cosiddetti "superbatteri antibiotico-resistenti", cause di infezioni che, secondo le stime, uccideranno circa 10 milioni di persone entro il 2050. In pratica, come noto, si tratta di batteri che continuano ad evolversi, sviluppando, appunto, una resistenza ai vari antibiotici, che in questo modo diventano inefficaci. Tuttavia in questi giorni una ricerca dell'University of Technology Sydney, coordinata dalla microbiologa Nural Cokcetin dell'ithree institute, e presentato durante la National Science Week, (tenutasi in Australia dl 12 al 20 Agosto), ha dimostrato come batteri ed alcuni superbatteri siano incapaci di resistere alle proprietà medicinali del miele. Al riguardo la stessa ricercatrice, che da oltre 10 anni studia le proprietà antibatteriche ed antimicrobiche del miele, ha spiegato: "È interessante vedere come il miele sia conosciuto da millenni ma nonostante ciò i batteri non hanno ancora imparato a sviluppare resistenza ad esso. Abbiamo dimostrato che in condizioni nelle quali è possibile ottenere rapidamente una resistenza agli antibiotici non è stato possibile vedere una resistenza al miele. Abbiamo sperimentato con diversi batteri, diversi antibiotici e diversi tipi di miele. I risultati sono stati coerenti". Insomma, l'efficacia del miele come medicinale dipende da differenti fattori fra cui il contenuto di zucchero, i livelli pH e la presenza di metilgliossale, (noto anche con la sigla MGO), vale a dire il composto che in natura si forma nel nettare del fiore di Manuka ed è responsabile delle eccezioni proprietà dell'omonimo miele che ne deriva. Inoltre tra le altre proprietà benefiche del miele, oltre al rafforzamento dei batteri buoni nell'intestino, è stata dimostrata anche la rimarginazione di ferite croniche. Comunque sia attualmente Nural Cokcetin ed i suoi collaboratori sono impegnati nell'identificare le proprietà attive di oltre 1.000 varietà di miele in uno studio su campione.
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