YouTube-MP3.org chiude ufficialmente i battenti.


In questi giorni YouTube-MP3.org, popolare sito di audio-ripping, ha ufficialmente chiuso i battenti dopo una lunga causa legale intentata da alcuni produttori discografici di fronte alla RIAA, (ovvero l'associazione statunitense dell'industria discografica). In pratica la notizia della sua chiusura era sopraggiunta diverse settimane fa, ma tuttavia il sito per il download illegale di file audio da YouTube era ancora navigabile e fruibile. O almeno lo è stato fino a qualche giorno fa, in quanto il portale, (responsabile di oltre il 40% dei download illegali su Internet), adesso non è più online: YouTube-MP3.org è stato portato offline ed a Philip Matesanz, il suo creatore, è stato proibito di progettare, sviluppare, offrire oppure utilizzare qualsiasi tecnologia o servizio in modo consapevole che consenta o faciliti la pratica comunemente nota, appunto, come "streamripping", che attualmente, secondo la Federazione Internazionale dell'Industria Fonografica, (nota anche con la sigla IFPI), è la principale fonte della pirateria informatica esistente, che pian piano ha sostituito il peer-to-peer ed i Torrent. In sostanza per chi non lo sapesse, durante la sua vita, il sito in questione è diventato talmente popolare da attirare un flusso mensile di oltre 60 milioni tra produttori di musica e scaricatori di file, soprattutto per via della sua estrema semplicità di utilizzo: bastava accedere al sito e incollare l'URL del video YouTube di cui si voleva scaricare l'audio, senza la necessità di creare un account, e poi il servizio provvedeva immediatamente a convertire il video in un file MP3 di alta qualità, in modo del tutto gratuito. Motivo per il quale la RIAA ed alcune case discografiche del calibro di Universal Music Group, Warner Bros. Records e Sony Music hanno intentato una causa del genere. Insomma, schierandosi dalla parte dell'accusa, le case discografiche hanno dichiarato di aver subito gravi danni per violazione del copyright, generati dalla perdita di gran parte degli introiti di vendite di album e canzoni. Tra l'altro molto discusso è stato anche il fatto che ad ulteriore discapito delle case discografiche Philip Matesanz guadagnava sull'advertising inserito su YouTube-MP3.org. Ad ogni modo, come già anticipato, a partire da ora il sito web che converte video musicali in tracce audio MP3 non è più accessibile, il proprietario non potrà creare e lanciare altri canali e web ripper simili e dovrà pagare una penale, (la cui cifra non è stata resa nota), per i diritti d'autore non corrisposti in precedenza per 304 canzoni convertite illegalmente tramite il suo servizio. Come se non bastasse il dominio YouTube-MP3.org è stato trasferito ad un'azienda di proprietà delle case discografiche, di cui però al momento non è stato svelato il nome. Insomma, come già noto, per l'industria discografica, lo streamripping è una piaga peggiore dei siti illegali e pertanto va fermato con tutti i mezzi legali a disposizione: secondo manager ed avvocati dell'accusa, il sito di Philip Matesanz avrebbe generato ricavi da capogiro, appunto, grazie alla pubblicità cliccata dagli utenti. Comunque sia resta il fatto che su Internet esistono, (e continuano a spuntare), moltissimi altri siti di audio-ripping simili, (se non identici), a YouTube-MP3.org e quindi è quasi impossibile pensare che la chiusura del sito in questione possa fermare o comunque rallentare questa pratica: gli utenti che erano soliti utilizzare il portale ne troveranno, infine, un altro che offre loro il medesimo servizio.

Commenti