In passato alcune ricerche avevano dimostrato che lo status socio-economico, (noto anche con la sigla SES), è un potente fattore determinante per la salute e le malattie, e la disuguaglianza sociale è un fattore di stress onnipresente per le popolazioni a livello globale: un basso livello di istruzione e/o reddito, ad esempio, predicono un aumento del rischio di malattie cardiache, diabete, molti tumori e malattie infettive. Inoltre un SES inferiore è associato a processi fisiologici che contribuiscono allo sviluppo di malattie, tra cui infiammazione cronica, insulinoresistenza e disregolazione del cortisolo. Tuttavia in un recente studio condotto da alcuni ricercatori della Northwestern University e pubblicato nel mese di Febbraio sulla rivista American Journal of Physical Anthropology sono state trovate le prove che la povertà può lasciare un "marchio" e restare incorporata in vaste aree del genoma. Difatti gli studiosi hanno scoperto che uno stato socioeconomico inferiore risulta essere associato a livelli di metilazione del DNA, (vale a dire un marchio epigenetico chiave noto anche con la sigla DNAm e che ha il potenziale per modellare l'espressione genica), in oltre 2.500 aree di oltre 1.500 geni: in altre parole la povertà sarebbe in grado di lasciare un segno su quasi il 10% dei geni del genoma umano. Al riguardo Thomas McDade, uno dei principali autori della ricerca, ha spiegato: "Ciò è significativo per due ragioni. In primo luogo sappiamo da tempo che l'SES è un potente fattore determinante della salute, ma i meccanismi sottostanti attraverso i quali i nostri corpi "ricordano" le esperienze di povertà non sono noti. I nostri risultati suggeriscono che la metilazione del DNA può svolgere un ruolo importante, e l'ampia portata delle associazioni tra l'SES ed il DNAm è coerente con l'ampia gamma di sistemi biologici e risultati di salute che sappiamo essere modellati dallo stesso SES". Ed ha poi aggiunto dichiarando: "In secondo luogo le esperienze nel corso dello sviluppo si sono incarnate nel genoma, per modellarne letteralmente la struttura e la funzione. Non c'è natura contro cultura. Sono rimasto sorpreso di aver trovato così tante associazioni tra stato socioeconomico e metilazione del DNA, in un numero così grande di geni. Questo modello evidenzia un potenziale meccanismo attraverso il quale la povertà può avere un impatto duraturo su una vasta gamma di sistemi e processi fisiologici". Ad ogni modo anche se saranno necessari studi di follow-up per determinare le conseguenze sulla salute della metilazione differenziale nei siti identificati dagli studiosi, molti dei geni sono associati a processi correlati alle risposte immunitarie all'infezione, allo sviluppo scheletrico ed allo sviluppo del sistema nervoso. A tal proposito lo stesso Thomas McDade ha, infine, concluso commentando: "Queste sono le aree su cui ci concentreremo per determinare se la metilazione del DNA è davvero un meccanismo importante attraverso il quale lo status socio-economico può lasciare un'impronta molecolare duratura sul corpo, con implicazioni per la salute più avanti nella vita".
In passato alcune ricerche avevano dimostrato che lo status socio-economico, (noto anche con la sigla SES), è un potente fattore determinante per la salute e le malattie, e la disuguaglianza sociale è un fattore di stress onnipresente per le popolazioni a livello globale: un basso livello di istruzione e/o reddito, ad esempio, predicono un aumento del rischio di malattie cardiache, diabete, molti tumori e malattie infettive. Inoltre un SES inferiore è associato a processi fisiologici che contribuiscono allo sviluppo di malattie, tra cui infiammazione cronica, insulinoresistenza e disregolazione del cortisolo. Tuttavia in un recente studio condotto da alcuni ricercatori della Northwestern University e pubblicato nel mese di Febbraio sulla rivista American Journal of Physical Anthropology sono state trovate le prove che la povertà può lasciare un "marchio" e restare incorporata in vaste aree del genoma. Difatti gli studiosi hanno scoperto che uno stato socioeconomico inferiore risulta essere associato a livelli di metilazione del DNA, (vale a dire un marchio epigenetico chiave noto anche con la sigla DNAm e che ha il potenziale per modellare l'espressione genica), in oltre 2.500 aree di oltre 1.500 geni: in altre parole la povertà sarebbe in grado di lasciare un segno su quasi il 10% dei geni del genoma umano. Al riguardo Thomas McDade, uno dei principali autori della ricerca, ha spiegato: "Ciò è significativo per due ragioni. In primo luogo sappiamo da tempo che l'SES è un potente fattore determinante della salute, ma i meccanismi sottostanti attraverso i quali i nostri corpi "ricordano" le esperienze di povertà non sono noti. I nostri risultati suggeriscono che la metilazione del DNA può svolgere un ruolo importante, e l'ampia portata delle associazioni tra l'SES ed il DNAm è coerente con l'ampia gamma di sistemi biologici e risultati di salute che sappiamo essere modellati dallo stesso SES". Ed ha poi aggiunto dichiarando: "In secondo luogo le esperienze nel corso dello sviluppo si sono incarnate nel genoma, per modellarne letteralmente la struttura e la funzione. Non c'è natura contro cultura. Sono rimasto sorpreso di aver trovato così tante associazioni tra stato socioeconomico e metilazione del DNA, in un numero così grande di geni. Questo modello evidenzia un potenziale meccanismo attraverso il quale la povertà può avere un impatto duraturo su una vasta gamma di sistemi e processi fisiologici". Ad ogni modo anche se saranno necessari studi di follow-up per determinare le conseguenze sulla salute della metilazione differenziale nei siti identificati dagli studiosi, molti dei geni sono associati a processi correlati alle risposte immunitarie all'infezione, allo sviluppo scheletrico ed allo sviluppo del sistema nervoso. A tal proposito lo stesso Thomas McDade ha, infine, concluso commentando: "Queste sono le aree su cui ci concentreremo per determinare se la metilazione del DNA è davvero un meccanismo importante attraverso il quale lo status socio-economico può lasciare un'impronta molecolare duratura sul corpo, con implicazioni per la salute più avanti nella vita".
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