Scoperto che il Sole è meno attivo di stelle simili.


Come osservato da varie analisi passate, il Sole risulta essere straordinariamente monotono per gli standard cosmici ed anche per questo motivo recentemente alcuni ricercatori del Max-Planck-Institut für Sonnensystemforschung, della School of Space Research, della School of Physics e della Georg-August Universität Göttingen nel corso di uno studio i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Science, hanno deciso di confrontare per la prima volta il Sole con centinaia di altre stelle con periodi di rotazione simili, scoprendo che la maggior parte di queste mostra variazioni molto più forti; il che ha sollevato la questione riguardante la possibilità che il Sole abbia attraversato una fase insolitamente "silenziosa" per diversi millenni. In pratica la misura in cui varia l'attività solare, (e quindi il numero di macchie solari e la luminosità solare), può essere ricostruita usando vari metodi, (o almeno per un certo periodo di tempo): ad esempio, sin dal 1610 ci sono state registrazioni affidabili di macchie solari che coprono il Sole. Inoltre la distribuzione di varietà radioattive di carbonio e berillio negli anelli degli alberi e nelle carote di ghiaccio ha consentito alla comunità scientifica di trarre conclusioni sul livello di attività solare negli ultimi 9.000 anni: per questo periodo di tempo sono state riscontrate fluttuazioni ricorrenti periodiche di forza comparabile come negli ultimi decenni. Al riguardo Timo Reinhold, uno dei principali autori della suddetta nuova ricerca, ha affermato: "Rispetto all'intera durata della vita del Sole, 9.000 anni sono come un battito di ciglia. Dopo tutto, la nostra stella ha quasi 4,6 miliardi di anni. È ipotizzabile che il Sole abbia attraversato una fase di quiete per migliaia di anni e che quindi abbiamo un'immagine distorta della nostra stella". Ad ogni modo, considerando che attualmente non c'è modo di scoprire quanto fosse attivo il Sole nei tempi primordiali, gli astronomi possono ricorrere soltanto allo studio delle altre stelle: difatti, come già detto, durante il loro nuovo lavoro il team internazionale di scienziati hanno cercato di capire se il Sole si comporta "normalmente" rispetto ad altre stelle; cosa che potrebbe aiutare a classificare la sua attività attuale. In sostanza per far ciò hanno selezionato alcune stelle che assomigliano al Sole in proprietà decisive: oltre alla temperatura superficiale, all'età ed alla proporzione di elementi più pesanti dell'idrogeno e dell'elio, gli studiosi hanno esaminato soprattutto il periodo di rotazione. In merito a ciò Sami Solanki, altro principale responsabile delle analisi, ha spiegato: "La velocità con cui una stella ruota attorno al proprio asse è una variabile cruciale. La rotazione di una stella contribuisce alla creazione del suo campo magnetico in un processo di dinamo al suo interno. Il campo magnetico è la forza trainante responsabile di tutte le fluttuazioni dell'attività. Lo stato del campo magnetico determina la frequenza con cui il Sole emette radiazioni energetiche e scaglia particelle ad alta velocità nello spazio in eruzioni violente, quante sono le macchie solari scure e le regioni luminose sulla sua superficie, e quindi anche la luminosità solare". Tuttavia un catalogo completo contenente i periodi di rotazione di migliaia di stelle è stato reso disponibile soltanto negli ultimi anni: si basa sui dati di misurazione del Kepler Space Telescope della NASA, che ha registrato le fluttuazioni di luminosità di circa 150.000 stelle di sequenza principali, (ovvero quelle che si trovano nel mezzo della loro vita), dal 2009 al 2013. Insomma, i ricercatori hanno analizzato questo enorme campione e selezionato quelle stelle che ruotano attorno al proprio asse una volta ogni 20-30 giorni, (considerando che il Sole ne impiega di circa 24,5 giorni), e sono stati in grado di restringere ulteriormente questo campione utilizzando i dati del Satellite Gaia dell'Agenzia Spaziale Europea: alla fine sono rimaste solo 369 stelle che assomigliano al Sole anche in altre proprietà fondamentali. Praticamente, come già anticipato, l'esatta analisi delle variazioni di luminosità di queste stelle ha rivelato un quadro abbastanza chiaro: mentre tra fasi attive ed inattive l'irraggiamento solare oscillava in media di appena lo 0,07%, le altre stelle mostravano variazioni molto maggiori e le loro fluttuazioni erano in genere circa 5 volte più forti. A tal proposito Alexander Shapiro, altro principale autore dello studio in questione, ha commentato: "Siamo rimasti molto sorpresi dal fatto che la maggior parte delle stelle simili al Sole siano molto più attive del Sole". In ogni caso, prendendo in considerazione il fatto che non è possibile determinare il periodo di rotazione di tutte le stelle osservate dal telescopio Kepler, gli scienziati hanno dovuto trovare alcuni oscuramenti periodici che riappaiono nella curva della luce della stella: si tratta di oscuramenti possono essere ricondotti alle macchie stellari che offuscano la superficie delle stelle, ruotano fuori dal campo visivo del telescopio e quindi riappaiono dopo un periodo di tempo fisso. Al riguardo lo stesso Timo Reinhold ha proseguito sostenendo: "Per molte stelle, tali oscuramenti periodici non possono essere rilevati; si perdono nel rumore dei dati misurati e nelle fluttuazioni di luminosità sovrastanti. Osservato attraverso il telescopio Kepler, anche il Sole non rivelerebbe il suo periodo di rotazione". Tra l'altro gli studiosi hanno analizzato anche più di 2.500 stelle simili al Sole con periodi di rotazione sconosciuti ed hanno visto che la loro luminosità oscillava molto meno di quella dell'altro gruppo. Per farla breve questi risultati hanno consentito due interpretazioni: potrebbe esserci una differenza fondamentale ancora inspiegabile tra le stelle con periodo di rotazione noto e quelle con un periodo di rotazione sconosciuto. In merito a ciò lo stesso Alexander Shapiro ha concluso dichiarando: "È altrettanto ipotizzabile che le stelle con periodi di rotazione noti e simili al Sole ci mostrino le fluttuazioni fondamentali nell'attività di cui il Sole è capace. Ciò significherebbe che la nostra stella è stata insolitamente debole negli ultimi 9.000 anni e che su scale temporali molto grandi sono possibili anche fasi con fluttuazioni molto maggiori". Comunque sia, sempre secondo quanto hanno fatto sapere gli esperti, non ci sarebbe nessun motivo di preoccuparsi poiché per il futuro prossimo non vi è alcuna indicazione di tale "iperattività" solare; anzi sarebbe vero il contrario: nell'ultimo decennio il Sole si è mostrato piuttosto debole, (anche per i suoi bassi standard), e le previsioni di attività per i prossimi undici anni indicano, infine, che ciò non cambierà tanto presto.

Di seguito un video che mostra la curva di luce del Sole:

...ed uno che mostra la curva di luce di una stella simile:

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