La Corte d'appello di New York riapre il fascicolo "Viacom Vs YouTube"; che intanto sigla un accordo con Paramount.
Nell'Ottobre dello scorso anno alcuni legali del colosso statunitense Viacom si erano presentati davanti a tre giudici della Corte d'Appello di Manhattan, ritornando alla carica contro il famoso e grande portale di video sharing, YouTube, che era stato già assolto in primo grado dalle accuse di una massiccia violazione del copyright su decine di migliaia di filmati. Tuttavia adesso quella stessa sentenza potrebbe essere clamorosamente capovolta, dal momento che il suddetto gigantesco sito di video controllato da Google è rimasto impigliato all'imbocco del "porto sicuro", (in inglese safe harbor), che ha garantito agli intermediari del web dalla famosa legge statunitense Digital Millennium Copyright Act, (conosciuta anche con l'acronimo DMCA). Praticamente i giudici d'appello di New York hanno sottolineato il modo in cui i responsabili di YouTube possano tutt'ora essere ritenuti a conoscenza delle specifiche attività di violazione condotte sul proprio sito. Inoltre, come già anticipato inizialmente, in primo grado il famoso portale era stato assolto per aver predisposto alcuni specifici strumenti di rimozione dei vari contenuti ritenuti illeciti a disposizione dei titolari dei diritti. Però recentemente i giudici di New York hanno ribadito che non basta avere una "generica consapevolezza" delle violazioni del copyright su una piattaforma Internet. Almeno non per richiedere la protezione garantita dalle acque del "porto sicuro". Infatti Google e YouTube dovrebbero invece mostrare le prove che non vi sia stata nessuna "conoscenza specifica e diretta" delle violazioni messe sotto esame da Viacom. In pratica si tratta di un'interpretazione rigida dei regolamenti legislativi della legge DMCA, che potrebbe avere un duplice risultato. Infatti YouTube potrebbe venire condannato al pagamento della modica cifra di 1 miliardo di dollari oppure assolto definitivamente dalle accuse mosse dal conglomerato statunitense, Viacom. Il tutto dipenderà dallo specifico grado di consapevolezza dei responsabili del popolare sito di video. Per di più i vertici dell'organizzazione non profit, Public Knowledge, hanno condiviso la decisione dei tre giudici newyorkesi, la quale non permetterà a soggetti privati come Viacom di richiedere un'attività di monitoraggio e filtraggio dei contenuti del web. In altre parole gli intermediari saranno ben conformati all'interno del "porto sicuro" garantito della DMCA. Tuttavia a quanto pare ci sarebbero alcune e-mail inviate dai vertici di YouTube che potrebbero andare a peggiorare la situazione. Inoltre nel 2006 Jawed Karim, uno dei fondatori di YouTube, aveva spiegato di essere a conoscenza della presenza di alcuni video relativi a popolari serial televisivi e cartoni animati come I Griffin e South Park. Ma lo stesso Jawed Karim aveva rimandato la rimozione in attesa di ulteriori e più approfondite analisi. Al riguardo un portavoce del noto portale di video sharing ha recentemente spiegato: "Questa decisione non avrà conseguenze sul modo in cui opera YouTube, che continuerà ad essere una viva piattaforma per la libertà d'espressione in tutto il mondo". Ed ha proseguito dichiarando: "Ad ogni modo Google sa di aver agito nel rispetto della legge e del buon senso, come già confermato dalla Corte nella sua prima sentenza". E quindi, secondo i responsabili di YouTube, l'interpretazione della legge da parte di Viacom sarebbe sbagliata, come di fatto dimostrerebbe la stessa decisione dei giudici d'appello di New York. Intanto pare che per cancellare gli scontri legali Google e Paramount Pictures Corporation avrebbero stretto un accorto per poter usufruire di 9.000 titoli in streaming su YouTube e Google Play, al prezzo di 4 dollari ciascuno. E quindi, dopo il pagamento della suddetta somma, il contenuto sarà a disposizione dell'utente solo per 24 ore.
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