Di recente è stato annunciato che, come Firefox, anche Ubuntu, il famoso sistema operativo libero nato nel 2004 e basato su Debian, arriverà sugli smartphone, sia su architettura x86 che ARM, con il nome di Ubuntu Phone OS. A renderlo noto è stato Mark Shuttleworth, (fondatore della società che da sempre ha curato il software Gnu/Linux, ovvero la Canonical Ltd), il quale sul sito ufficiale del sistema operativo ha rilasciato anche dei video dimostrativi. Inoltre nei prossimi giorni durante l'annuale appuntamento con il CES, (acronimo di Consumer Electronics Show, ovvero la fiera dell'elettronica di consumo più attesa dell'anno, che quest'anno avrà luogo dall'8 all'11 Gennaio a Las Vegas), sarà possibile toccare con mano i primi passi compiuti dal gruppo, ma tuttavia prima che Ubuntu Phone OS sia reso disponibile a tutti bisognerà attendere probabilmente l'inizio del 2014. La prima fase implicherà la release di Ubuntu per Android, (originariamente annunciato nel Febbraio 2012), versione che potrebbe presto dare i primi frutti; infatti sulla base di quanto emerso finora, un produttore di prima fascia già impegnato su Android potrebbe ospitarne il codice come valore aggiunto alla propria produzione. E successivamente tutti i produttori che già si sono impegnati su Android non dovranno far altro che piccole modifiche per poter approdare serenamente sul nuovo sistema operativo. Comunque sia l'annuncio ha destato l'attenzione degli esperti perché il sistema operativo è frutto di un approccio del tutto differente rispetto agli altri ed i buoni risultati ottenuti dalle versioni desktop di Ubuntu negli ultimi anni rendono la Canonical un nuovo entrante da tenere in considerazione nell'agguerritissimo mercato degli smartphone. In pratica l'interfaccia di questi smartphone è molto bella graficamente ed è stata concepita in modo da non dover passare da schermate iniziali. Infatti, similmente a quanto posto in essere da Windows 8, ma moltiplicando le gesture disponibili, i controlli si attiveranno toccando i lati dello schermo dove compariranno le applicazioni più utilizzate, le ultime attività, le applicazioni che lavorano in background e le impostazioni principali. Oltretutto, come successo per il Firefox OS, (del quale di recente è stata rilasciata una versione prova), anche in questo gli sviluppatori hanno rifiutato il linguaggio Java ed hanno optato in favore del linguaggio HTML5, che agevolerà l'interoperabilità tra le varie applicazioni, anche di ecosistemi diversi, (la release presentata utilizza gli stessi driver di Android), e tra il sistema operativo per smartphone e quello per altri dispositivi come il PC ma anche la Ubuntu TV. Al riguardo gli sviluppatori hanno spiegato: "Quando abbiamo iniziato a sviluppare Unity qualche anno fa, l'obiettivo era quello di creare una singola famiglia di interfacce che lavorasse allo stesso modo su differenti device. Questo significa che, a differenza della maggior parte dei nostri rivali, noi siamo in grado di usare un singolo OS su tutti i device che la gente usa tanto su PC quanto su smartphone o altro". Invece quello che non si vede ad una prima occhiata è la leggerezza del software che richiede prestazioni hardware minime. Difatti per la distribuzione destinata ai dispositivi entry-level è richiesta una RAM di soli 512 MB ed un chip da 1 GHz di frequenza. Mentre quella pensata per i modelli più evoluti richiede 1 GB di RAM e chip più sofisticati, cioè quad-core oppure Intel Atom, ma in cambio offre una convergenza molto interessante tra smartphone e PC oppure TV. Infatti se collegato al computer o al televisore, il telefono abbandonerà i panni ristretti del piccolo schermo per trasformarsi in un'interfaccia da grande schermo controllabile da tastiera o telecomando. Ovviamente l'obiettivo di Mark Shuttleworth è quello di replicare il successo ottenuto con le versioni desktop del sistema operativo; infatti attualmente Ubuntu è utilizzato da circa 20 milioni di utenti in tutto il mondo, viene installato sui PC da diversi produttori ed ha tra i propri clienti anche importanti istituzioni pubbliche, come la Gendarmerie nationale, che dal 2009 lo ha preferito a Windows, risparmiando circa 50 milioni di euro in licenze. Oltretutto molti osservatori hanno espresso il proprio apprezzamento anche sulle riviste specializzate, e dunque l'approvazione è quasi unanime, anche se non tutti sono pronti a scommettere sul successo commerciale dell'operazione. Difatti se secondo molti il sistema operativo è ideale per i dispositivi low-cost e potrebbe infastidire anche la fascia alta del mercato grazie alla convergenza frutto dell'interoperabilità dell'HTML5, per altri il mercato è molto affollato e altamente competitivo. Per di più la distanza tra l'annuncio e la previsione dei primi dispositivi in circolazione lascia agli avversari tutto il tempo di prendere le eventuali contromisure.
Di seguito due video dimostrativi:
Che spettacolo! *_______________*
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