Nell'immagine: Julian Assange, fondatore di Wikileaks, con in mano il quotidiano "The Guardian" |
Quest'oggi alle due e mezza di pomeriggio sul famoso "Social Network dai 140 caratteri", Twitter, è stato pubblicato il primo "tweet", che riguardava la campagna di Julian Assange, fondatore di Wikileaks, (un'organizzazione internazionale senza scopo di lucro che riceve da alcune fonti coperte dall'anonimato, grazie ad un contenitore protetto da un potente sistema di cifratura, documenti coperti da segreto: segreto di stato, segreto militare, segreto industriale, segreto bancario ecc... e successivamente li carica sul proprio sito web, il quale fece la sua prima apparizione su internet nel Dicembre del 2006), contro il quotidiano britannico chiamato "The Guardian". Nel suddetto tweet è stato scritto: «Il Guardian ha iniziato una campagna per diffamare Assange, dopo che Wikileaks li ha abbandonati come partner lo scorso anno. Boicottate il Guardian». Successivamente sempre sul Social Network ne sono apparsi tanti altri, all'incirca uno ogni due minuti, come ad esempio: «Qualsiasi accordo con il Guardian non vale. Non siglate mai un accordo con il Guardian. Non firmate mai un contratto con il Guardian». Questo è stato il modo in cui Julian Assange ha iniziato la sua guerra al quotidiano britannico reo di avere diffuso la password del database in un libro firmato da un suo giornalista David Leigh. Inoltre ad un tweet è stato anche allegato il contratto firmato l'anno scorso dal direttore del giornale Alan Rusbridger, nel quale era chiaro l'impegno a non divulgare a terzi il contenuto del pacchetto numero 3, a meno di avere un espresso consenso di Assange. A questa violazione Wikileaks avrebbe risposto ieri, Venerdì 2 Settembre, con la diffusione di tutti i 250 mila "cablo", (detti anche cablogrammi e rappresentano, appunto, i documenti di Wikileaks), del Dipartimento di Stato privi di qualsiasi censura. D'altro canto però il quotidiano The Guardian e lo stesso giornalista si erano difesi nei giorni scorsi, dichiarando: "Quella password era temporanea; comunque Assange aveva già da mesi intenzione di diffondere il materiale senza omissis". Inoltre lo scorso 31 Agosto, in un lungo articolo, Nigel Parry, giornalista del quotidiano The Guardian, ha spiegato che la stampa tedesca aveva dato notizia che alcuni file segreti circolavano già da alcuni giorni prima liberamente su Internet. Ed, oltretutto, James Ball, un ex attivista dell'organizzazione, passato al quotidiano, in un articolo dal titolo «Perché ho voltato le spalle a Wikileaks», aveva rivelato che: "Già lo scorso Novembre Assange aveva fatto capire ai suoi sostenitori che i cablo sarebbero stati resi pubblici". Comunque gli internauti non sembrano aver accolto i diversi tweet con entusiasmo. Anzi molti parlano di "campagna sbagliata" e difendono strenuamente il lavoro del quotidiano britannico. E dunque, infine, l'appello al boicottaggio del The Guardian, sostenuto da Assange, potrebbe avere un effetto boomerang.
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