Di recente gli scienziati del KIT, (acronimo di Karlsruhe Institute of Technology), del Max Planck Institute for Intelligent Systems di Stoccarda e dell'Università di Tubinga, (in Germania), hanno raggiunto un importante traguardo, riuscendo a creare per la prima volta nella storia un midollo osseo artificiale, (che per il momento è ancora un prototipo), il quale potrà essere utilizzato, ad esempio, per produrre cellule staminali ematopoietiche. Infatti la struttura porosa creata nei laboratori tedeschi possiede le proprietà essenziali del midollo osseo naturale e potrà essere utilizzata, appunto, per la produzione di cellule staminali in laboratorio, facilitando così il trattamento della leucemia nei prossimi anni. In pratica le cellule del sangue, (come i globuli rossi e le cellule immunitarie), sono continuamente sostituite da nuove cellule prodotte dalle cellule staminali ematopoietiche situate in una "nicchia specializzata", appunto, del midollo osseo. Motivo per il quale queste stesse cellule staminali possono essere utilizzate per il trattamento di malattie del sangue, come, appunto, la leucemia. Malattia in cui le cellule malate del paziente devono essere sostituite da cellule staminali ematopoietiche sane, prodotte grazie al trapianto di midollo osseo prelevato da un donatore idoneo; tuttavia non tutti i malati di leucemia possono essere trattati in questo modo. Ed è proprio per problemi di questo tipo che gli scienziati tedeschi hanno di creare un midollo osseo artificiale, che a sua volta provvederà alla produzione "artificiale" delle cellule staminali ematopoietiche necessarie. In sostanza si tratta di un'opzione finora impossibile, poiché queste cellule mantengono le loro proprietà "staminali" soltanto se si trovano nel loro ambiente naturale, ossia nella suddetta "nicchia" del midollo osseo: al di fuori di questa, le proprietà delle cellule iniziano a mutare per poi passare alla "specializzazione". Ad ogni modo, come già spiegato, i giovani ricercatori dello Young Investigators Group "Stem Cell-Material Interactions", guidati da Cornelia Lee-Thedieck, sono riusciti a riprodurre in laboratorio le proprietà ideali del midollo osseo naturale, con l'aiuto di polimeri sintetici e blocchi proteici. In questa struttura hanno poi introdotto cellule staminali ematopoietiche, precedentemente isolate dal sangue di funicolo ombelicale, (o cordone, che dir si voglia). Comunque sia, anche se ci sono voluti diversi giorni affinché si venissero a creare cellule staminali, le analisi di verifica effettuate con vari metodi hanno rivelato che le cellule si riproducono realmente in questo midollo osseo artificiale. Inoltre è stato rilevato anche che, rispetto ai metodi di coltivazione cellulari normali, più cellule staminali riescono a mantenere le loro proprietà specifiche. Il che significa che il midollo osseo artificiale in questione potrà adesso essere sperimentato in altri modi e, come è stato ipotizzato sulla rivista Biomaterials, si potrebbe anche arrivare ad utilizzarlo per il trattamento della leucemia nel giro di 10-15 anni; ovviamente se tutto andrà come previsto, infine, dai ricercatori tedeschi.
Di recente gli scienziati del KIT, (acronimo di Karlsruhe Institute of Technology), del Max Planck Institute for Intelligent Systems di Stoccarda e dell'Università di Tubinga, (in Germania), hanno raggiunto un importante traguardo, riuscendo a creare per la prima volta nella storia un midollo osseo artificiale, (che per il momento è ancora un prototipo), il quale potrà essere utilizzato, ad esempio, per produrre cellule staminali ematopoietiche. Infatti la struttura porosa creata nei laboratori tedeschi possiede le proprietà essenziali del midollo osseo naturale e potrà essere utilizzata, appunto, per la produzione di cellule staminali in laboratorio, facilitando così il trattamento della leucemia nei prossimi anni. In pratica le cellule del sangue, (come i globuli rossi e le cellule immunitarie), sono continuamente sostituite da nuove cellule prodotte dalle cellule staminali ematopoietiche situate in una "nicchia specializzata", appunto, del midollo osseo. Motivo per il quale queste stesse cellule staminali possono essere utilizzate per il trattamento di malattie del sangue, come, appunto, la leucemia. Malattia in cui le cellule malate del paziente devono essere sostituite da cellule staminali ematopoietiche sane, prodotte grazie al trapianto di midollo osseo prelevato da un donatore idoneo; tuttavia non tutti i malati di leucemia possono essere trattati in questo modo. Ed è proprio per problemi di questo tipo che gli scienziati tedeschi hanno di creare un midollo osseo artificiale, che a sua volta provvederà alla produzione "artificiale" delle cellule staminali ematopoietiche necessarie. In sostanza si tratta di un'opzione finora impossibile, poiché queste cellule mantengono le loro proprietà "staminali" soltanto se si trovano nel loro ambiente naturale, ossia nella suddetta "nicchia" del midollo osseo: al di fuori di questa, le proprietà delle cellule iniziano a mutare per poi passare alla "specializzazione". Ad ogni modo, come già spiegato, i giovani ricercatori dello Young Investigators Group "Stem Cell-Material Interactions", guidati da Cornelia Lee-Thedieck, sono riusciti a riprodurre in laboratorio le proprietà ideali del midollo osseo naturale, con l'aiuto di polimeri sintetici e blocchi proteici. In questa struttura hanno poi introdotto cellule staminali ematopoietiche, precedentemente isolate dal sangue di funicolo ombelicale, (o cordone, che dir si voglia). Comunque sia, anche se ci sono voluti diversi giorni affinché si venissero a creare cellule staminali, le analisi di verifica effettuate con vari metodi hanno rivelato che le cellule si riproducono realmente in questo midollo osseo artificiale. Inoltre è stato rilevato anche che, rispetto ai metodi di coltivazione cellulari normali, più cellule staminali riescono a mantenere le loro proprietà specifiche. Il che significa che il midollo osseo artificiale in questione potrà adesso essere sperimentato in altri modi e, come è stato ipotizzato sulla rivista Biomaterials, si potrebbe anche arrivare ad utilizzarlo per il trattamento della leucemia nel giro di 10-15 anni; ovviamente se tutto andrà come previsto, infine, dai ricercatori tedeschi.
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