In questi giorni è stata presentata una proposta di legge bipartisan per introdurre il reato di "istigazione all'anoressia", vale a dire quella forma di "promozione" della malattia in questione che avviene soprattutto attraverso siti internet, meglio noti come "pro-ana" e che sono in voga anche fra i giovani italiani. In pratica a presentarla, come prima firmataria, è stata Michela Marzano, deputata PD; anche se a dire il vero già nel 2008 ci aveva provato Beatrice Lorenzin, attuale ministro della Salute, in collaborazione con altri due deputati del PdL, (ovvero Manilo Contento ed Enrico Costa), la quale aveva messo a punto una proposta di legge mirata a oscurare i circa 300.000 siti pro-anoressia e bulimia ed, appunto, a prevedere un'estensione del reato di istigazione al suicidio. In sostanza il nuovo testo, (la cui idea di base pare trovare l'appoggio del ministro della Salute, molto attenta a queste tematiche), mira a far sì che dopo l'articolo 580 del codice penale venga inserito l'articolo 580-bis con la voce: "Istigazione a pratiche alimentari idonee a provocare l'anoressia, la bulimia o altri disturbi del comportamento alimentare"; il cui testo recita: «Chiunque, con qualsiasi mezzo, anche per via telematica, istiga esplicitamente a pratiche di restrizione alimentare prolungata, idonee a provocare l'anoressia, la bulimia o altri disturbi del comportamento alimentare, o ne agevola l'esecuzione è punito con la reclusione fino ad un anno e con una sanzione pecuniaria che va da euro 10.000 ad euro 50.000». Ed continua precisando: «Se il reato è commesso nei confronti di una persona minore di 14 anni o di una persona priva della capacità di intendere e di volere, si applica la pena della reclusione fino a due anni e di una sanzione pecuniaria che va da euro 20.000 ad euro 100.000». Ed, infine, nel testo in questione viene anche ricordato che: «Alcuni siti promuovono la "magrezza a ogni costo" e celebrano il raggiungimento dei 35 chili di peso come ideale e conquista; altri hanno lo scopo di "aiutare gli altri a raggiungere i propri obiettivi, ossia la perfezione" indicando come eliminare il senso di fame utilizzando farmaci, come sopportare la mancanza di cibo, come procurarsi il vomito dopo aver mangiato, come continuare a perdere peso; altri ancora diffondono immagini o messaggi motivazionali, (thinspiration), che possono assumere la forma di fotografie di modelle o personaggi famosi particolarmente magri, specificando che "il magro non passa mai di moda"».
In questi giorni è stata presentata una proposta di legge bipartisan per introdurre il reato di "istigazione all'anoressia", vale a dire quella forma di "promozione" della malattia in questione che avviene soprattutto attraverso siti internet, meglio noti come "pro-ana" e che sono in voga anche fra i giovani italiani. In pratica a presentarla, come prima firmataria, è stata Michela Marzano, deputata PD; anche se a dire il vero già nel 2008 ci aveva provato Beatrice Lorenzin, attuale ministro della Salute, in collaborazione con altri due deputati del PdL, (ovvero Manilo Contento ed Enrico Costa), la quale aveva messo a punto una proposta di legge mirata a oscurare i circa 300.000 siti pro-anoressia e bulimia ed, appunto, a prevedere un'estensione del reato di istigazione al suicidio. In sostanza il nuovo testo, (la cui idea di base pare trovare l'appoggio del ministro della Salute, molto attenta a queste tematiche), mira a far sì che dopo l'articolo 580 del codice penale venga inserito l'articolo 580-bis con la voce: "Istigazione a pratiche alimentari idonee a provocare l'anoressia, la bulimia o altri disturbi del comportamento alimentare"; il cui testo recita: «Chiunque, con qualsiasi mezzo, anche per via telematica, istiga esplicitamente a pratiche di restrizione alimentare prolungata, idonee a provocare l'anoressia, la bulimia o altri disturbi del comportamento alimentare, o ne agevola l'esecuzione è punito con la reclusione fino ad un anno e con una sanzione pecuniaria che va da euro 10.000 ad euro 50.000». Ed continua precisando: «Se il reato è commesso nei confronti di una persona minore di 14 anni o di una persona priva della capacità di intendere e di volere, si applica la pena della reclusione fino a due anni e di una sanzione pecuniaria che va da euro 20.000 ad euro 100.000». Ed, infine, nel testo in questione viene anche ricordato che: «Alcuni siti promuovono la "magrezza a ogni costo" e celebrano il raggiungimento dei 35 chili di peso come ideale e conquista; altri hanno lo scopo di "aiutare gli altri a raggiungere i propri obiettivi, ossia la perfezione" indicando come eliminare il senso di fame utilizzando farmaci, come sopportare la mancanza di cibo, come procurarsi il vomito dopo aver mangiato, come continuare a perdere peso; altri ancora diffondono immagini o messaggi motivazionali, (thinspiration), che possono assumere la forma di fotografie di modelle o personaggi famosi particolarmente magri, specificando che "il magro non passa mai di moda"».
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