Di recente è stata ultimata la creazione una particolare vernice talmente nera da assorbire quasi del tutto la luce, in ogni sua particella. Insomma si tratta di una sorta di "divoratrice di fotoni" realizzata con tecnologie simili a quelle utilizzate su aerei militari come i cosiddetti "Stealth" che, sfruttando proprio queste caratteristiche chimiche, sono capaci, (nella maggior parte dei casi), di sfuggire ai radar. Tuttavia a quanto pare questo tipo di vernice troverà ben presto impiego in campo scientifico e probabilmente in futuro anche in campo commerciale come vernice dalle caratteristiche uniche. In pratica a svilupparla è stata la NASA e perciò la vernice in questione non dovrebbe essere impiegata nel campo militare, considerando che si tratta di un ente civile che tra l'altro utilizza vernici nere super-speciali per caratteristiche legate più che altro all'aerodinamica ed alle alte temperature, sin dagli anni '60 e dai tempi del mitico North American X-15. Ad ogni modo dopo ben 6 anni di test e sviluppo, ora sembra finalmente terminata la vernice che potrà avere impieghi importanti proprio in campo scientifico, ed in particolar modo nell'astronomia; infatti questa vernice speciale potrebbe essere adoperata per gli strumenti dei futuri satelliti scientifici, soprattutto per gli osservatori spaziali, i quali scrutano nelle profondità del cosmo a caccia di pianeti extrasolari. Ed il motivo di tale impiego starebbe nel fatto che questa vernice è in grado di bloccare la luce proveniente da stelle o altri oggetti luminosi, la quale va ad offuscare l'osservazione degli esopianeti e rendere quindi assai più vantaggiose le osservazioni. Inoltre attualmente alcuni campioni della vernice in questione si trovano nello spazio, a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, (nota anche con la sigla ISS). A trasferirli in quest'ultima è stato, a fine Luglio, il cargo automatico europeo ATV-005, in modo che fossero sottoporli ad alcuni test da parte degli astronauti. Da questi test è risultato che questa vernice assorbe il 99,5% della luce visibile, (ed 99,8% di luce in lunghezza d'onda più lunga), quindi ne sfugge via solo una piccola percentuale. Al riguardo John Hagopian, responsabile scientifico dell'esperimento per la NASA, ha spiegato: "Quello che abbiamo raggiunto è già un notevole risultato. Per adesso il nostro obiettivo non è tanto di battere dei record o di creare il nero più nero che c'è, ma creare una vernice capace di resistere alle sollecitazioni estreme dello spazio". Comunque sia in merito alla composizione della vernice, il laboratorio NASA che se occupa, ne svelò i primi dettagli già nel 2010: è stata creata sfruttando dei nanotubi in carbonio delle dimensioni 10.000 volte più piccole di quelle di un capello.In sostanza l'intreccio di questi nanotubi crea una sorta di "effetto rimbalzo" in cui la luce viene assorbita completamente e non si riflette più nella superficie, se non, appunto, in una frazione minima. In ogni caso la NASA ha fatto sapere che nei prossimi anni continuerà a testare la nuova vernice anche come rivestimento per satelliti e per altri progetti, come quello del James Webb Space Telescope, vale a dire il successore di Hubble, il cui lancio è in programma per il 2017; anche se si sta già pensando al suo successore, che si chiamerà "ATLAST", (acronimo di Advanced Technology Large-Aperture Space Telescope), il quale sarà dedicato in particolar modo alla ricerca di esopianeti, magari con caratteristiche simili a quelle della Terra e con qualche forma di vita. Sì, perché in fondo l'obiettivo principale ed il grande sogno rimangono sempre questi.
Di recente è stata ultimata la creazione una particolare vernice talmente nera da assorbire quasi del tutto la luce, in ogni sua particella. Insomma si tratta di una sorta di "divoratrice di fotoni" realizzata con tecnologie simili a quelle utilizzate su aerei militari come i cosiddetti "Stealth" che, sfruttando proprio queste caratteristiche chimiche, sono capaci, (nella maggior parte dei casi), di sfuggire ai radar. Tuttavia a quanto pare questo tipo di vernice troverà ben presto impiego in campo scientifico e probabilmente in futuro anche in campo commerciale come vernice dalle caratteristiche uniche. In pratica a svilupparla è stata la NASA e perciò la vernice in questione non dovrebbe essere impiegata nel campo militare, considerando che si tratta di un ente civile che tra l'altro utilizza vernici nere super-speciali per caratteristiche legate più che altro all'aerodinamica ed alle alte temperature, sin dagli anni '60 e dai tempi del mitico North American X-15. Ad ogni modo dopo ben 6 anni di test e sviluppo, ora sembra finalmente terminata la vernice che potrà avere impieghi importanti proprio in campo scientifico, ed in particolar modo nell'astronomia; infatti questa vernice speciale potrebbe essere adoperata per gli strumenti dei futuri satelliti scientifici, soprattutto per gli osservatori spaziali, i quali scrutano nelle profondità del cosmo a caccia di pianeti extrasolari. Ed il motivo di tale impiego starebbe nel fatto che questa vernice è in grado di bloccare la luce proveniente da stelle o altri oggetti luminosi, la quale va ad offuscare l'osservazione degli esopianeti e rendere quindi assai più vantaggiose le osservazioni. Inoltre attualmente alcuni campioni della vernice in questione si trovano nello spazio, a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, (nota anche con la sigla ISS). A trasferirli in quest'ultima è stato, a fine Luglio, il cargo automatico europeo ATV-005, in modo che fossero sottoporli ad alcuni test da parte degli astronauti. Da questi test è risultato che questa vernice assorbe il 99,5% della luce visibile, (ed 99,8% di luce in lunghezza d'onda più lunga), quindi ne sfugge via solo una piccola percentuale. Al riguardo John Hagopian, responsabile scientifico dell'esperimento per la NASA, ha spiegato: "Quello che abbiamo raggiunto è già un notevole risultato. Per adesso il nostro obiettivo non è tanto di battere dei record o di creare il nero più nero che c'è, ma creare una vernice capace di resistere alle sollecitazioni estreme dello spazio". Comunque sia in merito alla composizione della vernice, il laboratorio NASA che se occupa, ne svelò i primi dettagli già nel 2010: è stata creata sfruttando dei nanotubi in carbonio delle dimensioni 10.000 volte più piccole di quelle di un capello.In sostanza l'intreccio di questi nanotubi crea una sorta di "effetto rimbalzo" in cui la luce viene assorbita completamente e non si riflette più nella superficie, se non, appunto, in una frazione minima. In ogni caso la NASA ha fatto sapere che nei prossimi anni continuerà a testare la nuova vernice anche come rivestimento per satelliti e per altri progetti, come quello del James Webb Space Telescope, vale a dire il successore di Hubble, il cui lancio è in programma per il 2017; anche se si sta già pensando al suo successore, che si chiamerà "ATLAST", (acronimo di Advanced Technology Large-Aperture Space Telescope), il quale sarà dedicato in particolar modo alla ricerca di esopianeti, magari con caratteristiche simili a quelle della Terra e con qualche forma di vita. Sì, perché in fondo l'obiettivo principale ed il grande sogno rimangono sempre questi.
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