A quanto pare un periodo anche breve di allenamento molto intenso può peggiorare la qualità del sonno e l'umore degli atleti, indipendentemente dalla loro dieta; o almeno questo è quanto ha fatto sapere di recente uno studio britannico condotto da alcuni ricercatori della School of Sport, Exercise and Health Sciences della Loughborough University su atleti professionisti, come parte di un progetto più ampio incentrato sugli effetti dell'allenamento sul sistema endocrino, su quello immunitario e sui cosiddetti "marcatori precoci di sovrallenamento". In pratica i ricercatori inglesi hanno analizzato gli effetti di 2 periodi di 9 giorni di duro allenamento su 13 ciclisti molto allenati: oltre a monitorarne l'umore, le ore di sonno notturno e le loro prestazioni, (prima, durante e dopo il periodo di esercizio fisico intenso), hanno misurato anche il consumo di carboidrati per rilevare l'eventuale ruolo della dieta nei disturbi del sonno osservati. Così facendo è stato scoperto che, (come si può leggere sul Journal of Sports Sciences, rivista in cui stato pubblicato lo studio in questione): «Solo 9 giorni di allenamento intenso sono sufficienti a portare ad un declino significativo e progressivo della qualità del sonno, nonostante il maggior numero di ore trascorse a letto, con un aumento dei risvegli notturni ed un peggioramento della capacità di allenarsi». Inoltre, a seguito del suddetto studio, gli atleti hanno riportato anche un peggioramento dell'umore, con maggiori livelli di tensione, rabbia, stanchezza, confusione, depressione e stress; mentre per quanto riguarda la dieta, il consumo di carboidrati ha ridotto soltanto alcuni di questi effetti. In sostanza, secondo gli autori della ricerca, di questi risultati dovrebbero tenere conto soprattutto tutti coloro che, ad esempio, in periodo di gare, si dedicano con maggior frequenza a duri allenamenti. Al riguardo il professor Mike Gleeson, responsabile dello studio in questione, nonché alla guida dell'Inflammation Exercise and Metabolism Research Group, (ossia il laboratorio che si occupa degli effetti dell'allenamento intenso e dell'alimentazione sulla risposta immunitaria dell'organismo), ha spiegato: "Un ciclo di allenamento di successo prevede un sovraccarico, con uno stato di affaticamento acuto, seguito però da un periodo di riposo. I risultati sono così degli adattamenti e dei miglioramenti in termini di prestazioni. Tuttavia, se all'allenamento con sovraccarico non segue un riposo sufficiente, può verificarsi il sovraffaticamento, con il conseguente calo delle prestazioni ed aumento della probabilità di ammalarsi". Insomma, secondo il professore, un eccesso di attività fisica può debilitare il fisico, mentre se è svolta regolarmente ed è di moderata intensità può fortificare il sistema immunitario, aiutando il fisico a combattere i malanni della stagione invernale e riducendo, infine, di un terzo il rischio di contrarre infezioni delle vie aeree superiori.
A quanto pare un periodo anche breve di allenamento molto intenso può peggiorare la qualità del sonno e l'umore degli atleti, indipendentemente dalla loro dieta; o almeno questo è quanto ha fatto sapere di recente uno studio britannico condotto da alcuni ricercatori della School of Sport, Exercise and Health Sciences della Loughborough University su atleti professionisti, come parte di un progetto più ampio incentrato sugli effetti dell'allenamento sul sistema endocrino, su quello immunitario e sui cosiddetti "marcatori precoci di sovrallenamento". In pratica i ricercatori inglesi hanno analizzato gli effetti di 2 periodi di 9 giorni di duro allenamento su 13 ciclisti molto allenati: oltre a monitorarne l'umore, le ore di sonno notturno e le loro prestazioni, (prima, durante e dopo il periodo di esercizio fisico intenso), hanno misurato anche il consumo di carboidrati per rilevare l'eventuale ruolo della dieta nei disturbi del sonno osservati. Così facendo è stato scoperto che, (come si può leggere sul Journal of Sports Sciences, rivista in cui stato pubblicato lo studio in questione): «Solo 9 giorni di allenamento intenso sono sufficienti a portare ad un declino significativo e progressivo della qualità del sonno, nonostante il maggior numero di ore trascorse a letto, con un aumento dei risvegli notturni ed un peggioramento della capacità di allenarsi». Inoltre, a seguito del suddetto studio, gli atleti hanno riportato anche un peggioramento dell'umore, con maggiori livelli di tensione, rabbia, stanchezza, confusione, depressione e stress; mentre per quanto riguarda la dieta, il consumo di carboidrati ha ridotto soltanto alcuni di questi effetti. In sostanza, secondo gli autori della ricerca, di questi risultati dovrebbero tenere conto soprattutto tutti coloro che, ad esempio, in periodo di gare, si dedicano con maggior frequenza a duri allenamenti. Al riguardo il professor Mike Gleeson, responsabile dello studio in questione, nonché alla guida dell'Inflammation Exercise and Metabolism Research Group, (ossia il laboratorio che si occupa degli effetti dell'allenamento intenso e dell'alimentazione sulla risposta immunitaria dell'organismo), ha spiegato: "Un ciclo di allenamento di successo prevede un sovraccarico, con uno stato di affaticamento acuto, seguito però da un periodo di riposo. I risultati sono così degli adattamenti e dei miglioramenti in termini di prestazioni. Tuttavia, se all'allenamento con sovraccarico non segue un riposo sufficiente, può verificarsi il sovraffaticamento, con il conseguente calo delle prestazioni ed aumento della probabilità di ammalarsi". Insomma, secondo il professore, un eccesso di attività fisica può debilitare il fisico, mentre se è svolta regolarmente ed è di moderata intensità può fortificare il sistema immunitario, aiutando il fisico a combattere i malanni della stagione invernale e riducendo, infine, di un terzo il rischio di contrarre infezioni delle vie aeree superiori.
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