A quanto pare le patate potrebbero far aumentare il rischio di insorgenza dell'ipertensione; o almeno questo è quanto ha fatto sapere di recente uno studio pubblicato sul British Medical Journal da parte di un team di ricercatori del Brigham and Women Hospital e dell'Harvard T.H. Chan School of Public Health. In pratica si tratta di una ricerca che ha coinvolto migliaia di persone che mostravano avere tutte una pressione sanguigna normale all'inizio della ricerca. In sostanza gli epidemiologi americani ne hanno seguito l'alimentazione consultando il loro diario alimentare e da ciò è emerso che chi consumava 4 o più porzioni di patate alla settimana, (sia lesse che fritte o al forno), mostrava un rischio di ammalarsi di ipertensione superiore dell'11-17% rispetto alla media. Al riguardo la dottoressa Lea Borgi, coordinatrice della ricerca in questione, ha affermato: "Abbiamo visto che se un partecipante sostituiva ad una porzione di patate una verdura non contenente amidi, il suo rischio di ipertensione si riduceva". Tuttavia un altro studio è giunto a conclusioni diametralmente opposte: si tratta di una ricerca dell'Università di Scranton che ha evidenziato i benefici derivanti dal consumo di patate proprio per ridurre il rischio di ipertensione. Difatti, secondo i ricercatori coordinati da Joe Vinson, mangiare patate cotte al microonde due volte al giorno produce un abbassamento della pressione arteriosa attorno al 3-4%; questo perché la cottura al microonde non prevede l'aggiunta di condimenti grassi e non causa quindi aumenti di peso. Inoltre, anche se quest'ultimo studio si è concentrato sulle patate viola, sempre secondo i ricercatori, le stesse qualità dovrebbero essere presenti anche in quelle bianche e rosse. Entrando un po' più nel dettaglio la ricerca dell'Università di Scranton si è avvalsa della collaborazione di 18 persone obese o in sovrappeso con problemi di ipertensione: i volontari hanno seguito una dieta in cui erano presenti 2 porzioni al giorno di 6-8 patate viola di piccole dimensioni con la buccia. Così facendo i ricercatori hanno riscontrato una diminuzione della pressione diastolica media, (ovvero la minima), del 4,3%, e di quella sistolica, (ovvero la massima), del 3,5%. Tra l'altro, com'era prevedibile, il metodo di cottura è risultato essere fondamentale, dal momento che un'eventuale frittura delle patate avrebbe aumentato il quantitativo di grassi e calorie e diminuito notevolmente la concentrazione di sostanze benefiche, bruciate dall'alta temperatura. In tal proposito lo stesso Joe Vinson ha, infine, spiegato: "Le patate sono ritenute serbatoi di grassi e zuccheri, ma in realtà, quando viene preparata non fritta e servita senza burro o margarina, una patata contiene 110 calorie e decine di sostanze fitochimiche salutari e vitamine. Speriamo che la nostra ricerca aiuti a ricostruire la vera immagine nutrizionale di questo ortaggio".
A quanto pare le patate potrebbero far aumentare il rischio di insorgenza dell'ipertensione; o almeno questo è quanto ha fatto sapere di recente uno studio pubblicato sul British Medical Journal da parte di un team di ricercatori del Brigham and Women Hospital e dell'Harvard T.H. Chan School of Public Health. In pratica si tratta di una ricerca che ha coinvolto migliaia di persone che mostravano avere tutte una pressione sanguigna normale all'inizio della ricerca. In sostanza gli epidemiologi americani ne hanno seguito l'alimentazione consultando il loro diario alimentare e da ciò è emerso che chi consumava 4 o più porzioni di patate alla settimana, (sia lesse che fritte o al forno), mostrava un rischio di ammalarsi di ipertensione superiore dell'11-17% rispetto alla media. Al riguardo la dottoressa Lea Borgi, coordinatrice della ricerca in questione, ha affermato: "Abbiamo visto che se un partecipante sostituiva ad una porzione di patate una verdura non contenente amidi, il suo rischio di ipertensione si riduceva". Tuttavia un altro studio è giunto a conclusioni diametralmente opposte: si tratta di una ricerca dell'Università di Scranton che ha evidenziato i benefici derivanti dal consumo di patate proprio per ridurre il rischio di ipertensione. Difatti, secondo i ricercatori coordinati da Joe Vinson, mangiare patate cotte al microonde due volte al giorno produce un abbassamento della pressione arteriosa attorno al 3-4%; questo perché la cottura al microonde non prevede l'aggiunta di condimenti grassi e non causa quindi aumenti di peso. Inoltre, anche se quest'ultimo studio si è concentrato sulle patate viola, sempre secondo i ricercatori, le stesse qualità dovrebbero essere presenti anche in quelle bianche e rosse. Entrando un po' più nel dettaglio la ricerca dell'Università di Scranton si è avvalsa della collaborazione di 18 persone obese o in sovrappeso con problemi di ipertensione: i volontari hanno seguito una dieta in cui erano presenti 2 porzioni al giorno di 6-8 patate viola di piccole dimensioni con la buccia. Così facendo i ricercatori hanno riscontrato una diminuzione della pressione diastolica media, (ovvero la minima), del 4,3%, e di quella sistolica, (ovvero la massima), del 3,5%. Tra l'altro, com'era prevedibile, il metodo di cottura è risultato essere fondamentale, dal momento che un'eventuale frittura delle patate avrebbe aumentato il quantitativo di grassi e calorie e diminuito notevolmente la concentrazione di sostanze benefiche, bruciate dall'alta temperatura. In tal proposito lo stesso Joe Vinson ha, infine, spiegato: "Le patate sono ritenute serbatoi di grassi e zuccheri, ma in realtà, quando viene preparata non fritta e servita senza burro o margarina, una patata contiene 110 calorie e decine di sostanze fitochimiche salutari e vitamine. Speriamo che la nostra ricerca aiuti a ricostruire la vera immagine nutrizionale di questo ortaggio".
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