In questi giorno un gruppo di ricercatori dell'Istituto Nazionale Tumori, guidato da Gennaro Ciliberto, direttore scientifico, e da Paolo Ascierto, direttore della Struttura Complessa di Oncologia Medica Melanoma, tramite uno studio pubblicato sulla rivista PNAS, finanziato dall'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, (meglio nota con la sigla AIRC), e condotto in collaborazione con il laboratorio di Carlo Croce dell'Università statale dell'Ohio, è riuscito a scoprire una particolare molecola in grado di bloccare la crescita del melanoma, (il più aggressivo dei tumori della pelle): si chiama miR-579-3p ed appartiene alla classe dei cosiddetti microRNA. In pratica i ricercatori hanno dimostrato che questa piccola molecola funziona da soppressore della crescita tumorale: è presente in abbondanza nei normali nei, ma la sua quantità diminuisce sempre di più man mano che il melanoma diventa più aggressivo. Ma non è tutto: questo microRNA risulta ancora più ridotto nei melanomi che diventano resistenti con il tempo ai farmaci inibitori dei geni BRAF e MEK. Inoltre gli scienziati hanno anche scoperto che il miR-579-3p controlla la produzione di 2 importanti proteine, chiamate oncogeni, che promuovono proprio la crescita tumorale. In sostanza, come in una altalena, quando i suoi livelli si abbassano, quelli di questi 2 oncogeni salgono. Tuttavia si è scoperto che, se la molecola viene introdotta nelle cellule tumorali dall'esterno, i livelli degli oncogeni scendono e queste iniziano a morire. Tra l'altro la "somministrazione" di questa molecola insieme agli inibitori dei geni BRAF e MEK impedisce la formazione di cellule resistenti a questi 2 farmaci. Al riguardo lo stesso Gennaro Ciliberto ha spiegato: "Alla luce di questi risultati si può aprire la possibilità di utilizzare, attraverso approcci nanotecnologici, il miR-579-3p come farmaco per migliorare le attuali terapie. Si potranno anche misurare i livelli del miR nel sangue come nuovo biomarcatore per predire in maniera precoce l'evoluzione dalla malattia e lo sviluppo di resistenza alle terapie". Ad ogni modo tale scoperta è stata resa possibile anche ai risultati di un altro recente studio, pubblicato sulla rivista Nature Cell Biology, frutto di una collaborazione tra alcuni ricercatori dell'Università di Tel Aviv e del German Cancer Research Center, i quali hanno scoperto il meccanismo attraverso il quale il melanoma si diffonde agli altri organi e di un modo di fermarne le metastasi. In tal proposito Carmit Levy, principale autrice dello studio in questione, ha, infine, dichiarato: "È un passo importante sulla strada per un completo rimedio al più mortale cancro della pelle. Confidiamo che i nostri risultati ci aiutino a trasformare il melanoma in una malattia non minacciosa e facilmente curabile".
In questi giorno un gruppo di ricercatori dell'Istituto Nazionale Tumori, guidato da Gennaro Ciliberto, direttore scientifico, e da Paolo Ascierto, direttore della Struttura Complessa di Oncologia Medica Melanoma, tramite uno studio pubblicato sulla rivista PNAS, finanziato dall'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, (meglio nota con la sigla AIRC), e condotto in collaborazione con il laboratorio di Carlo Croce dell'Università statale dell'Ohio, è riuscito a scoprire una particolare molecola in grado di bloccare la crescita del melanoma, (il più aggressivo dei tumori della pelle): si chiama miR-579-3p ed appartiene alla classe dei cosiddetti microRNA. In pratica i ricercatori hanno dimostrato che questa piccola molecola funziona da soppressore della crescita tumorale: è presente in abbondanza nei normali nei, ma la sua quantità diminuisce sempre di più man mano che il melanoma diventa più aggressivo. Ma non è tutto: questo microRNA risulta ancora più ridotto nei melanomi che diventano resistenti con il tempo ai farmaci inibitori dei geni BRAF e MEK. Inoltre gli scienziati hanno anche scoperto che il miR-579-3p controlla la produzione di 2 importanti proteine, chiamate oncogeni, che promuovono proprio la crescita tumorale. In sostanza, come in una altalena, quando i suoi livelli si abbassano, quelli di questi 2 oncogeni salgono. Tuttavia si è scoperto che, se la molecola viene introdotta nelle cellule tumorali dall'esterno, i livelli degli oncogeni scendono e queste iniziano a morire. Tra l'altro la "somministrazione" di questa molecola insieme agli inibitori dei geni BRAF e MEK impedisce la formazione di cellule resistenti a questi 2 farmaci. Al riguardo lo stesso Gennaro Ciliberto ha spiegato: "Alla luce di questi risultati si può aprire la possibilità di utilizzare, attraverso approcci nanotecnologici, il miR-579-3p come farmaco per migliorare le attuali terapie. Si potranno anche misurare i livelli del miR nel sangue come nuovo biomarcatore per predire in maniera precoce l'evoluzione dalla malattia e lo sviluppo di resistenza alle terapie". Ad ogni modo tale scoperta è stata resa possibile anche ai risultati di un altro recente studio, pubblicato sulla rivista Nature Cell Biology, frutto di una collaborazione tra alcuni ricercatori dell'Università di Tel Aviv e del German Cancer Research Center, i quali hanno scoperto il meccanismo attraverso il quale il melanoma si diffonde agli altri organi e di un modo di fermarne le metastasi. In tal proposito Carmit Levy, principale autrice dello studio in questione, ha, infine, dichiarato: "È un passo importante sulla strada per un completo rimedio al più mortale cancro della pelle. Confidiamo che i nostri risultati ci aiutino a trasformare il melanoma in una malattia non minacciosa e facilmente curabile".
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