NGTS-1b, il pianeta "mostro" che non dovrebbe esistere.

Rappresentazione artistica di NGTS-1b, (in basso), e NGTS-1, (in alto).

È stato ribattezzato "NGTS-1b" e si tratta di un nuovo "mostro" cosmico grande come Giove in orbita intorno NGTS-1, (una nana rossa di tipo M, grande metà del Sole, una temperatura superficiale inferiore ai 3.700 °C e che dista circa 600 anni luce dalla Terra), il quale va ad arricchire la già lunga lista di pianeti extrasolari finora conosciuti, (saliti ad oltre 3.000), che popolano l'Universo. In pratica questo pianeta, descritto in uno studio in via di pubblicazione sui Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, è il primo esopianeta scoperto da una rete di 12 telescopi di nuova generazione da 20 cm ciascuno, situati nel deserto di Atacama, (in Cile), nonché cuore del programma "The Next-Generation Transit Survey", (noto anche con la sigla NGTS), dell'Osservatorio Europeo Australe, (noto anche come ESO). Tuttavia NGTS-1b rappresenta un autentico rompicapo per i planetologi in quanto stando alle attuale teorie della formazione dei pianeti non dovrebbe esistere: come già anticipato, si tratta, infatti, di un gioviano caldo la cui stella madre, (intorno alla quale orbita in appena 2,6 giorni), risulta, però, essere di taglia ridotta. In particolare è una stella talmente piccola che, secondo gli scienziati, non è possibile che abbia potuto attrarre una quantità di materiale così grande da formare un pianeta enorme a distanza ravvicinata. Difatti mentre i pianeti di piccole dimensioni sono relativamente comuni intorno a stelle nane di tipo M, la presenza attorno a esse di giganti gassosi , (come, appunto, NGTS-1b), sembra essere assai più rara di quanto non avvenga attorno a stelle più simili al Sole. Ciò, come già detto, è coerente con le attuali teorie di formazione planetaria, ma sarà comunque necessario osservare un maggior numero di nane di tipo M per arrivare a stabilire quanti siano effettivamente i gioviani caldi che orbitano attorno ad esse. Inoltre il programma NGTS è stato creato appositamente per fornire dati migliori sui pianeti in orbita intorno a stelle nane, e poiché queste rappresentano circa il 75% delle stelle presenti nella Via Lattea, studiarle significherebbe anche aiutare gli scienziati di tutto il mondo a comprendere quale sia la popolazione principale di pianeti della galassia. Ad ogni modo questo "mostro" cosmico è stato scoperto studiando la diminuzione della luce emessa da NGTS-1 proprio a causa del passaggio ravvicinato dello stesso pianeta, che, viste le sue dimensioni, provoca piccole e brevi eclissi. Successivamente la scoperta di NGTS-1b è stata confermata da osservazioni di follow-up condotte presso l'osservatorio di La Silla: si tratta di osservazioni fotometriche effettuate con lo strumento EulerCam, montato sul Telescopio Leonhard Euler da 1,2 metri, e di osservazioni spettroscopiche condotte con lo strumento HARPS, montato sul telescopio ESO da 3.6 metri. Insomma, sempre secondo i ricercatori, l'osservazione di questo pianeta extrasolare apre scenari abbastanza interessanti; difatti al riguardo Peter Wheatley, dell'Università di Warwick, nonché uno dei principali autori del suddetto studio, ha concluso affermando: "Poiché la stella madre di NGTS-1b è molto comune nell'Universo, è probabile che esistano molti altri pianeti giganti, che attendono solo di essere trovati". Comunque sia ulteriori dati su questo sistema planetario sono attesi grazie al lavoro del James Webb Space Telescope, (noto anche con la sigla JWST), il cui lancio è, infine, previsto per il 2019.

Di seguito due rappresentazioni artistiche di NGTS-1b e NGTS-1:
https://warwick.ac.uk/services/communications/medialibrary/images/october2017/exoplanet_ngts-1b_-_credit_university_of_warwick__mark_garlick.jpg https://warwick.ac.uk/services/communications/medialibrary/images/october2017/exoplanet_ngts-1b_-_version_1_-_credit_university_of_warwick__mark_garlick.jpg

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