Osservati 8 depositi di ghiaccio su Marte.


Negli ultimi anni le varie ricerche hanno scoperto come su Marte, subito sotto una polverosa crosta superficiale, si trovino grandi depositi d'acqua ghiacciata; anche se ancora non si conosce lo spessore, l'estensione, il grado di purezza né il tipo di stratificazione. Tuttavia in certi punti l'erosione ha creato delle fratture che hanno esposto la struttura interna del manto ghiacciato, rendendola fotografabile da sonde in orbita attorno al pianeta, tra cui il Mars Reconnaissance Orbiter, (noto anche con la sigla MRO), della NASA. Ed è stato proprio analizzando le immagini ottenute da questa sonda per mezzo dell'High Resolution Imaging Science Experiment, (conosciuto anche come HiRISE), che un gruppo di ricercatori dello U.S. Geological Survey, guidati da Colin Dundas dell'Astrogeology Science Center ed che hanno pubblicato uno studio sulla rivista Science, ha scoperto 8 ripide scarpate, prodotte da fenomeni d'erosione che hanno, appunto, esposto una quantità considerevole di ghiaccio. Inoltre grazie ad osservazioni effettuate successivamente, i ricercatori hanno notato che le fratture nel terreno si stanno allargando, a causa della sublimazione del ghiaccio esposto alla luce del Sole, con un ritmo di qualche millimetro per ogni estate marziana. Mentre basandosi anche sulla morfologia dei ghiacciai terrestri, gli scienziati sono arrivati alla conclusione che i depositi di ghiaccio sono coesi e compatti, e possono avere più di 100 metri di spessore, estendendosi verso il basso a partire da appena uno o due metri sotto la superficie e dunque facilmente raggiungibili per essere sfruttati come riserve d'acqua da un'ipotetica futura colonia umana. Tra l'altro trovandosi ad una latitudine tra i 50° ed i 60° questi depositi risultano essere più accessibili rispetto a quelli siti nelle rigidissime zone polari, (luoghi inospitali, difficili da prendere in considerazione per un insediamento). Ad ogni modo, secondo gli stessi ricercatori, questi giacimenti di ghiaccio probabilmente sarebbero dovuti all'accumulo di nevicate avvenute durante periodi geologicamente recenti, in cui l'obliquità del Pianeta Rosso, (vale a dire l'angolo tra l'asse di rotazione e la perpendicolare al piano orbitale), era particolarmente accentuata: si tratterebbe di nevi che con il passare del tempo si sarebbero compattate andando a formare, appunto, enormi ghiacciai fratturati e stratificati. Non a caso le strisce e le variazioni di colore presenti nelle immagini catturate da MRO suggeriscono che il ghiaccio contenga strati distinti, che, secondo gli scienziati, potrebbero costituire un prezioso archivio da utilizzare per comprendere i cambiamenti climatici avvenuti su Marte nel tempo. Difatti, proprio come avviene sulla Terra, il ghiaccio rappresenta un obiettivo fondamentale per la scienza e l'esplorazione di un altro pianeta, in quanto influisce sulla geomorfologia moderna, conserva traccia della storia clima, e ne influenza l'abitabilità; motivi per i quali questi depositi di ghiaccio rappresentano un bersaglio privilegiato per le prossime missioni robotiche, come, ad esempio, Mars 2020 della NASA ed ExoMars dell'Agenzia Spaziale Europea. Comunque sia, considerando che su Marte il ghiaccio è visibile solo dove è stato rimosso terreno superficiale, secondo gli autori dello studio in questione, è probabile che questi depositi di ghiaccio vicino alla superficie siano ancora più ampi di quanto rilevato: potrebbe trattarsi di un enorme serbatoio che, come già anticipato, in un giorno non lontanissimo potrebbe, infine, costituire un'utile fonte di acqua per le future missioni sul Pianeta Rosso.

Di seguito alcune immagini dei suddetti giacimenti di ghiaccio:
https://blogs.egu.eu/divisions/cr/files/2015/04/mars_sphere_LDAs_sort_prikker4.jpg
https://www.jpl.nasa.gov/spaceimages/images/largesize/PIA22078_hires.jpg
https://media.wired.com/photos/5a567eb3e726d45a6fd184f2/master/w_2400,c_limit/martianice.jpg
https://i.imgur.com/YvbSOkM.jpg
http://www.media.inaf.it/wp-content/uploads/2018/01/scarps.jpg

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