Creata una "nuova plastica" che può essere reciclata all'infinito.


In questi giorni alcuni ricercatori del Dipartimento di Chimica della Colorado State University, guidati da Eugene Chen, hanno pubblicato uno studio sulla rivista Science, nel quale hanno descritto una nuova sostanza robusta e resistente sintetizzata in laboratorio e che può essere riutilizzata all'infinito, trasformando radicalmente l'attuale concetto di riciclo. In pratica si tratta di una lunga catena di molecole, (ovvero i polimeri), con le stesse caratteristiche della plastica, ma che a differenza di quest'ultima può essere, appunto, riportata facilmente alla sua forma originaria, senza dover ricorrere a sostanze tossiche e procedure complesse: i polimeri posso essere, infatti, utilizzati di nuovo in un'altra forma, in quello che gli scienziati hanno definito come un "ciclo vitale circolare". Entrando un po' più nei dettagli i polimeri si basano su una sostanza chiamata γ-Butyrolactone, (nota anche con la sigla GBL), dalla struttura tale che, come già anticipato, permette di trasformarli in una lunga catena di molecole dalla struttura cristallina anche a temperatura ambiente e senza l'utilizzo di solventi chimici. Ad ogni modo per il momento questa sorta di "nuova plastica" non ha oltrepassato i confini del laboratorio in cui è nata e, come hanno fatto sapere gli stessi ricercatori, c'è ancora molto lavoro da fare prima di arrivare ad un vero e proprio brevetto. Tra l'altro gli studiosi stanno cercando di ottimizzare la tecnica di produzione per renderla più economica ed allo stesso tempo stanno studiano nuove strutture chimiche per realizzare nuovi materiali riciclabili. Comunque sia, anche se al momento è ancora un po' troppo presto per quantificare il costo, il gruppo di ricerca si è detto convinto che in un futuro non troppo lontano questa nuova sostanza sarà perfettamente in grado di competere con la tradizionale plastica. Al riguardo lo stesso Eugene Chen ha affermato: "In linea di massima il nuovo materiale può essere riutilizzato infinite volte. Il nostro sogno sarebbe quello di vedere sul mercato questa tecnologia per il polimero riciclabile". Mentre in un articolo che commenta la ricerca in questione, Hartiz Sardon ed Andrew Dove, rispettivamente dell'Universidad del País Vasco e dell'Università di Birmingham, hanno, infine, scritto: «Tali scoperte potrebbero portare ad un mondo in cui le materie plastiche alla fine della loro vita non verrebbero più considerate come rifiuti ma come materie prime per generare prodotti di alto valore e materie plastiche vergini. Questo incentiverà sia il riciclaggio che la sostenibilità».

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