Sembra proprio che al di sotto dei ghiacci artici, ad una profondità compresa tra 550 e 750 metri, siano imprigionati 2 laghi "alieni" composti da acqua salata; o almeno questo è quanto hanno scoperto alcuni ricercatori dell'Istituto di geofisica dell'Università del Texas, in collaborazione con la NASA e guidati da Anja Rutishauser, durante uno studio pubblicato in questi giorni sulla rivista Science Advances. In pratica si tratta di laghi subglaciali individuati tramite delle rilevazioni radar effettuate da un aereo, (nello specifico un Douglas DC-3), e per al momento rappresentano i primi bacini d'acqua di questo tipo ad essere stati ritrovati in Nord America, (più precisamente nell'Artico canadese, nella calotta del Devon Ice Cap): nella maggioranza dei casi i laghi subglaciali già scoperti nel corso degli anni, (ovvero più di 400), si trovano, infatti, in Antartide con alcune eccezioni in Groenlandia. Tuttavia la loro eccezionalità sta nel fatto che, come già anticipato, a differenza di tutti gli altri contengano acqua salatissima e, secondo le rilevazioni, sono luoghi praticamente isolati ed inviolati da almeno 120.000 anni. In sostanza queste particolarità li rendono ambienti dalle caratteristiche potenzialmente "aliene" e molto interessanti, in quanto potrebbero contenere vita microbica estremamente resistente e soprattutto non contaminata in alcun modo dal mondo industrializzato. Inoltre conoscerli potrà aiutare i ricercatori ad esplorare gli oceani sommersi del Sistema Solare in cerca di eventuali forme di vita: se tutti i laghi subglaciali sono interessanti laboratori per ipotesi sulla vita fuori dalla Terra, i laghi scoperti nelle profondità del Devon Ice Cap sembrano , appunto, avere caratteristiche di ipersalinità molto vicine a quelle di Europa, (una delle lune di Giove), e di Encelado, (uno dei tanti corpi celesti che ruotano introno a Saturno), ma anche di molti altri satelliti naturali simili. Al riguardo Donald Blankenship, uno dei principali autori della ricerca, ha spiegato: "La caratterizzazione geofisica di questi laghi e il loro ambiente sub-glaciale, seguita da un'attenta campionatura dei loro contenuti, dovrebbe darci una vera spinta per comprendere il potenziale di Europa nell'ospitare la vita". Mentre la stessa Anja Rutishauser ha, infine, concluso dichiarando: "Se potessimo raccogliere un campione d'acqua, potremmo determinare se esiste vita microbica, come si è evoluta e soprattutto come continua a vivere in questo ambiente freddo senza connessioni con l'atmosfera".
Di seguito alcune immagini dei suddetti laghi "alieni":
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