Scoperto che la fame incontrollata potrebbe essere causata da alcuni neuroni "dirottatori".


A quanto pare se a volte si prova una fame fuori controllo la colpa potrebbe essere di alcuni neuroni "dirottatori", che regolano l'appetito, (portando anche a variazioni del peso corporeo), e che potrebbero giocare un ruolo centrale anche nell'obesità e nei disturbi alimentari, tra cui l'anoressia e la bulimia; o almeno questo è quanto hanno scoperto di recente alcuni ricercatori dell'Agency for Science, Technology and Research di Singapore, (nota anche con la sigla A*STAR), guidati da Yu Fu, i quali hanno pubblicato uno studio sulla rivista Science. In pratica gli scienziati hanno condotto alcuni esperimenti su modello murino ed hanno osservato che questi neuroni "dirottatori" della fame si trovano all'interno di una regione ben precisa ed al quanto enigmatica del cervello: il nucleo tuberale laterale dell'ipotalamo, (conosciuto anche con la sigla NTL). In sostanza, come hanno spiegato anche gli autori della ricerca, si tratta di una parte del cervello la cui conoscenza risulta essere molto scarsa, sebbene sia da tempo al centro di numerose ricerche: il suo danneggiamento in alcune malattie neurologiche, (come, ad esempio, l'Alzheimer e la Còrea di Huntington), determina, infatti, un marcato calo dell'appetito dei pazienti, i quali finiscono per perdere peso molto rapidamente. Ad ogni modo per comprendere meglio la funzione di quest'area cerebrale, i ricercatori cinesi hanno studiato l'attività di un sottogruppo di neuroni che comunicano tramite un neurotrasmettitore chiamato somatostatina ed hanno scoperto che quest'ultimi, attivati dal digiuno e dalla grelina, (il cosiddetto "ormone della fame"), erano in grado di aumentare la frequenza con cui i topi si nutrivamo ed il tempo che trascorrevano mangiando; mentre al contrario, se venivano inibiti, riducevano l'appetito degli animali: la loro totale eliminazione causava, come facilmente intuibile, una riduzione del cibo consumato ed una conseguente diminuzione di peso. Al riguardo Sabrina Diano, esperta di neuroscienze della Yale School of Medicine, ha, infine, commentato: "Queste scoperte aggiungono un altro elemento nella lista sempre più lunga dei centri del cervello coinvolti nel controllo del comportamento alimentare. Se questi primi risultati venissero confermati anche sull'uomo, sarebbe un importante passo avanti, visto e considerato che finora gli sforzi fatti per modulare questo comportamento e le sue aberrazioni, (ad esempio, legate all'obesità o all'anoressia nervosa), si sono dimostrati inutili".

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