Dimostrato che lo smog è in grado di influire sullo sviluppo della tiroide nei feti.


Sembra proprio che lo smog, (oltre a causare, tra le tante cose, danni alle ossa, ai reni, al cervello, ai denti ed al cuore), possa mettere a rischio anche la salute dei bambini ancor prima che questi vengano alla luce: di recente, infatti, un gruppo di ricercatori della University of Southern California, grazie ad un loro studio pubblicato in questi giorni sulla rivista JAMA Network Open, ha scoperto che la fuliggine e la polvere delle città maggiormente inquinate dallo smog possono alterare lo sviluppo della tiroide nei feti. In pratica si è trattato di una delle poche ricerca il cui scopo è quello di monitorare gli effetti dell'inquinamento atmosferico su un feto in via di sviluppo e la prima ad osservare le eventuali conseguenze dell'inquinamento sugli ormoni tiroidei mese dopo mese. Al riguardo Carrie V. Breton, una delle principali autrici, ha dichiarato: "L'inquinamento atmosferico è dannoso per adulti e bambini e questo studio dimostra che potrebbe essere negativo anche per il feto, nonostante sia protetto nel grembo materno. La funzione tiroidea è importante per molti elementi della vita ed alterazioni di questa nell'utero possono avere conseguenze per tutta la vita". In sostanza per arrivare a tali conclusioni gli scienziati si sono concentrati su 2.050 soggetti, (di cui circa il 60% erano bianchi, il 30% Latinos ed il rimanente 10% afroamericani e di altre razze), che avevano preso parte al Children's Health Study e li hanno selezionati usando dati sulla nascita a partire dalla metà degli anni '90, quando erano studenti delle scuole elementari. Inoltre i partecipanti a questo nuovo studio sono stati presi in considerazione solo se avevano eseguito esami del sangue subito dopo la nascita e se erano stati sottoposti a misure mensili complete per l'inquinamento atmosferico durante il periodo di gestazione. Entrando un po' più nei dettagli gli studiosi hanno controllato i livelli ematici di tiroxina totale, (nota anche con la sigla TT4), vale a dire un ormone secreto dalla ghiandola tiroidea, ed hanno scoperto che quando l'esposizione al PM 2.5 aumentava di 16 microgrammi per metro cubo di aria, (ossia circa il volume di una lavastoviglie), i livelli di questo ormone nel sangue aumentavano del 7,5% rispetto ai livelli medi nei bambini; mentre quando l'esposizione a PM10 aumentava di 22 microgrammi per metro cubo, i livelli di TT4 aumentavano del 9,3%. Inoltre, nonostante non abbiano visto gli stessi aumenti associati ad altri inquinanti atmosferici, (come l'ozono o il biossido di azoto), gli scienziati hanno constatato che le esposizioni durante i 3 ed i 7 mesi di gravidanza erano più significative per il PM 2,5, (che tipicamente è composto da particelle di fuliggine 20 volte più piccole del diametro di un capello umano), invece l'esposizione a PM10, (composto da particelle sospese nell'aria, del diametro di 10 micron, che spesso provengono da polvere spora e pietriccio stradale polverizzato), dal all'8° mese di gravidanza risultava essere associata a concentrazioni di TT4 neonatali significativamente più elevate. Insomma, questi risultati mostrano come la ghiandola tiroidea fetale sembri essere particolarmente suscettibile al particolato aereo, specialmente durante la prima e la metà della gravidanza; il che corrisponde a quanto suggerito da studi precedenti che hanno mostrato che le sostanze chimiche industriali, il fumo di tabacco e l'inquinamento dell'aria interna colpiscono la tiroide. Ad ogni modo, come già noto, gli ormoni tiroidei sono fondamentali per regolare la crescita ed il metabolismo fetale e svolgono ruoli importanti nel neurosviluppo: anche piccoli cambiamenti nella funzione della tiroide materna durante la gravidanza sono stati associati a ridotta crescita fetale e deficit cognitivi nei bambini, con effetti nocivi osservati sia per i livelli bassi e alti di ormoni tiroidei. Comunque sia, anche se il nuovo studio in questione non ha valutato gli effetti sulla salute delle esposizioni di inquinamento atmosferico e si è limitato ad esaminare una sola via ormonale associata alla ghiandola tiroidea, i risultati ottenuti sottolineano che l'inquinamento atmosferico è in grado di penetrare profondamente all'interno del corpo umano per raggiungere le persone più vulnerabili di tutti: i bambini non ancora nati. A tal proposito la stessa Carrie V. Breton ha, infine, concluso spiegando: "Questo rappresenta un campanello d'allarme non solo per luoghi colpiti dallo smog come la California e gli Stati Uniti, ma anche per tutte quelle città che si stanno rapidamente industrializzando. Ci sono molti luoghi in tutto il mondo dove l'inquinamento atmosferico è alle stelle. Questo è un altro esempio di esposizione ambientale che influenza lo sviluppo precoce in modo minuzioso, e non ne conosciamo ancora le conseguenze sulla salute".

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