Dimostrato che il suono potrebbe cambiare la percezione del tatto.


Si sa gli occhi, le orecchie e la pelle sono responsabili di diversi sensi ed il cervello a sua volta assegna questi sensi a diverse regioni: ad esempio, la corteccia visiva, quella uditivaquella somatosensoriale. Tuttavia è anche risaputo che esistono connessioni anatomiche tra queste diverse cortecce in modo tale che l'attivazione del cervello in un senso possa influenzare l'attivazione cerebrale ad un altro. Non a caso un recente studio condotto da alcuni ricercatori del Nara Institute of Science Gand Technology, (noto anche con la sigla NAIST), e pubblicato in queste settimane sulla rivista PLOS ONE, ha spiegato come la stimolazione uditiva della cosiddetta corteccia barrel sia stata in grado di influenzare le risposte alla stimolazione tattile in alcuni topi da laboratorio. In pratica la corteccia barrel è uno dei sistemi somatosensoriali primari più studiati negli animali, vale a dire quei sistemi che nel cervello umano sono sensibili al tatto, al dolore ed alla temperatura. Ovviamente potrebbe non essere immediatamente chiaro perché studiare questa corteccia, (che mappa, ad esempio, la sensazione ai baffi), è rilevante per gli umani, ma si è scoperto che la discriminazione della texture eseguita dai baffi nei roditori è abbastanza simile alla stessa discriminazione che gli uomini usano tramite le punte delle dita; motivo per il quale gli scienziati hanno considerato la corteccia barrel un buon modello per osservare come il suono possa influenzare la percezione del tatto. Al riguardo Shoji Komai, uno dei principali autori della ricerca in questione ha dichiarato: "Pensiamo che i nostri sensi siano distinti, ma ci sono molti studi che mostrano risposte multisensoriali, principalmente attraverso interazioni audio-visive o interazioni audio-tattili". In sostanza usando dei cosiddetti esperimenti di patch clamp di singoli neuroni, i ricercatori hanno dimostrato che i neuroni di topo e di ratto nella corteccia barrel non rispondevano alla luce, ma che una forte maggioranza rispondeva invece al suono. Inoltre questi neuroni mostravano risposte elettriche al suono che potevano essere classificate come picchi regolari o veloci e la corteccia in questione sembrava trattare gli stimoli tattili ed uditivi separatamente. In merito a ciò Shoji Komai ha affermato: "Queste risposte indicano che le informazioni tattili e uditive vengono elaborate in parallelo nella corteccia barrel". Ad ogni modo ulteriori analisi hanno poi messo in evidenza che le proprietà elettrofisiologiche delle risposte erano diverse, con il suono che causava potenziali postsinaptici più lunghi con latenza prolungata, quasi adescando l'animale a percepire il tatto: questo sarebbe come il brivido quando si sente un forte scoppio. A tal proposito lo stesso scienziato ha, infine, concluso spiegando: "Questa reazione sarebbe un vantaggio evolutivo per animali notturni come ratti e topi. In un ambiente notturno il suono può agire da allarme per rilevare prede o predatori. La combinazione di segnali uditivi e tattili può fornire una risposta efficace. E sarà interessante apprendere come lo stesso sistema possa essere vantaggioso per l'uomo".

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