Secondo un recente studio, lo smartphone potrebbe aiutare a combattere la solitudine grazie alla meditazione.


Secondo un recente studio condotto da alcuni ricercatori della Carnegie Mellon Universitypubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, (nota anche con la sigla PNAS), per spezzare l'isolamento sociale, sentirsi meno soli ed interagire di più potrebbe essere utile lo smartphone: ma non come semplice strumento per mettersi in contatto con gli altri bensì come mezzo per imparare le cosiddette tecniche mindfulness, vale a dire un approccio all'esistenza che si apprende attraverso la pratica meditativa. In pratica, sempre stando a quanto hanno fatto sapere gli scienziati, la chiave starebbe nel raggiungere una maggiore consapevolezza di sé ed una maggiore apertura verso se stessi; difatti al riguardo J. David Creswell, uno dei principali autori della ricerca, ha spiegato: "Imparare ad essere più bendisposti nei confronti delle proprie esperienze, anche quando sono difficili, può avere un effetto traino sulle proprie relazioni sociali. Quando si è più aperti verso sé stessi si è inclini ad essere più disponibili verso gli altri". In sostanza il termine mindfulness letteralmente significa "consapevolezza, coscienza" ed indica, appunto, un approccio con il quale si presta completa attenzione al qui ed ora con un atteggiamento non giudicante: si tratta di una tecnica che deriva dalla meditazione, (in particolare dalle pratiche orientali), ma è stata inglobata anche dalla scuola cognitivo-comportamentale della psicologia ed è impiegata, ad esempio, come strumento terapeutico per i disturbi d'ansia. Insomma, per farla breve, è una tecnica che permette al soggetto di concentrarsi pienamente sulle esperienze presenti quando invece il pensiero tende ad inchiodarsi su certe situazioni in maniera ossessiva. In merito a ciò lo stesso J. David Creswell ha proseguito dichiarando: "Quando parliamo di interventi mindfulness parliamo di due componenti essenziali. Il primo è imparare ad usare la propria attenzione per concentrarsi sulle esperienze del momento presente, ponendo attenzione a sensazioni corporee, pensieri o immagini. Il secondo riguarda l'adozione di una inclinazione ad accettare queste esperienze che sia caratterizzata da apertura, curiosità e non da giudizio". Per fare un esempio, qualcuno che sta meditando potrebbe avvertire dolore al ginocchio: i programmi di apprendimento della mindfulness istruiscono i partecipanti a notare mentalmente questa sensazione ma a non alterare il loro stato fisico. Non a caso durante il suddetto studio i partecipanti sono stati incoraggiati a rispondere a queste esperienze di malessere dicendo "" con un tono di voce gentile per mantenere una condizione mentale aperta ed accogliente. Entrando un po' più nei dettagli gli studiosi hanno preso in esame 153 persone, le hanno divise in modo casuale in 3 gruppi e le hanno assegnati a 3 diversi programmi di apprendimento della durata di 20 minuti ciascuno al giorno; e tutti prevedevano, appunto, l'uso dello smartphone. Praticamente i membri del primo gruppo sono stati addestrati a migliorare le capacità di osservazione ed accettazione; quelli del secondo sono stati istruiti solo sulle pratiche di osservazione, di monitoraggio di sé stessi; mentre il terzo gruppo non è stato coinvolto in programmi di mindfulness ma ha appreso solo delle comuni strategie di adattamento: tutti i 153 individui dovevano svolgere dei "compiti da casa" per 10 minuti al giorno. Inoltre per tre giorni prima e tre dopo l'intervento i partecipanti hanno completato dei questionari per misurare il grado di solitudine e di interazioni sociali nel corso della giornata. Ad ogni modo dopo le 14 lezioni previste si sono valutati gli effetti dei programmi e si è così scoperto che nel primo gruppo il grado di solitudine si era ridotto del 22% mentre il livello di interazione sociale aumentava in media di 2 interazioni al giorno; invece il secondo gruppo ed il terzo gruppo non mostravano questi benefici. Comunque sia a tal proposito i ricercatori hanno sottolineato: "Questo dimostra come la chiave per affrontare la solitudine, (ovvero il sentirsi soli), e l'isolamento sociale, (cioè l'essere soli), sia l'apprendimento delle capacità di accettazione". Mentre Emily Lindsay, altra autrice dalla ricerca in questione, ha, infine, spiegato: "La solitudine e l'isolamento sociale sono tra i più noti fattori di rischio per la salute e la morte prematura. Ma finora sono stati pochi gli interventi proposti efficaci nel ridurre la solitudine e aumentare i contatti sociali. La nostra ricerca mostra che un programma di 2 settimane con l'utilizzo di uno smartphone può dirigersi verso entrambi e che la pratica nell'accogliere tutte le nostre esperienze, (buone o cattive), è un ingrediente determinante per ottenere questi effetti".

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