Per molto tempo gli astronomi hanno osservato le nubi presenti nell'atmosfera mediana di Marte, (la quale inizia circa 30 chilometri sopra la superficie del pianeta), ed hanno sempre faticato a spiegare come queste si formino. Tuttavia adesso un recente studio condotto da alcuni ricercatori dell'University of Colorado at Boulder e della Hampton University e pubblicato in questi giorni sulla rivista Nature Geoscience, ha suggerito che le nuvole marziane devono la loro esistenza ad un fenomeno chiamato "fumo meteorico": si tratta essenzialmente della polvere ghiacciata creata da detriti spaziali che sbattono nell'atmosfera del famoso pianeta rosso. In pratica questi risultati vanno a ricordare che i vari pianeti ed i loro modelli meteorologici non sono isolati dai sistemi solari che li circondano. Al riguardo Victoria Hartwick, una delle principali autrici della ricerca, ha affermato: "Siamo abituati a pensare alla Terra, a Marte e ad agli altri corpi celesti come pianeti veramente autonomi che determinano i loro climi. Tuttavia il loro clima non è indipendente dal Sistema Solare circostante. Le nuvole non si formano solo da sole. Hanno bisogno di qualcosa su cui si possano condensare". Difatti, ad esempio, sulla Terra le nuvole basse iniziano la loro vita quando piccoli granelli di sale marino o di polvere si riversano nell'aria: le molecole d'acqua si raggruppano attorno a queste particelle, diventando sempre più grandi fino a formare i grandi sbuffi che si possono vedere nel cielo. Tuttavia in merito a ciò la stessa Victoria Hartwick ha proseguito spiegando: "Per quanto ne sanno gli scienziati, questa sorta di "semi nuvolosi" non esistono nell'atmosfera media marziana. Circa due o tre tonnellate di detriti spaziali si schiantano in media ogni giorno su Marte. E mentre quelle meteore si squarciano nell'atmosfera del pianeta, iniettano nell'aria un enorme volume di polvere". In sostanza per scoprire se il suddetto "fumo" sarebbe stato sufficiente a dare origine alle misteriose nuvole del pianeta rosso, gli studiosi si sono rivolti a massicce simulazioni computerizzate che tentavano di imitare i flussi e le turbolenze dell'atmosfera di Marte: quando includevano le meteore nei loro calcoli, si poteva notare, appunto, la comparsa di nuvole. A tal proposito l'autrice dello studio in questione ha continuato dicendo: "Il nostro modello non poteva formare nuvole a queste altitudini prima. Ma ora ci sono e sembrano essere nei posti giusti. L'idea potrebbe non essere stravagante come sembra, ma la ricerca ha dimostrato che una simile sporcizia interplanetaria può aiutare a seminare nuvole vicino ai poli terrestri". Ad ogni modo, sempre secondo i ricercatori, non si dovrebbe aspettare di vedere giganteschi tuoni che si formano sopra la superficie di Marte in qualsiasi momento: le nuvole da loro studiate erano, infatti, molto più simili a pezzi di zucchero filato che alle nuvole a cui sono abituati gli abitanti della Terra. Al riguardo Victoria Hartwick ha precisato: "Solo perché non sono spesse e non è possibile vederle davvero non significa che non possano avere un effetto sulle dinamiche del clima del pianeta". Non a caso le simulazioni degli scienziati hanno dimostrato che le nubi nell'atmosfera centrale potrebbero avere un grande impatto sul clima marziano: a seconda di dove ci si trovava quelle nuvole potevano far salire le temperature di circa 18 °F, (ossia 10 °C). Comunque sia a tal proposito Brian Toon, altro principale autore della suddetta ricerca, ha, infine, concluso commentando: "Le scoperte del nostro team sulle nubi marziane possono anche aiutare a rivelare l'evoluzione passata del pianeta rosso e mostrare come in passato riuscì ad avere acqua liquida sulla sua superficie. Sempre più modelli climatici stanno scoprendo che il clima antico di Marte, (quando i fiumi scorrevano sulla sua superficie e quando la vita avrebbe potuto avere origine), era riscaldato dalle nuvole di alta quota. È probabile che questa scoperta diventi una parte importante di questa idea per il riscaldamento di Marte".
Per molto tempo gli astronomi hanno osservato le nubi presenti nell'atmosfera mediana di Marte, (la quale inizia circa 30 chilometri sopra la superficie del pianeta), ed hanno sempre faticato a spiegare come queste si formino. Tuttavia adesso un recente studio condotto da alcuni ricercatori dell'University of Colorado at Boulder e della Hampton University e pubblicato in questi giorni sulla rivista Nature Geoscience, ha suggerito che le nuvole marziane devono la loro esistenza ad un fenomeno chiamato "fumo meteorico": si tratta essenzialmente della polvere ghiacciata creata da detriti spaziali che sbattono nell'atmosfera del famoso pianeta rosso. In pratica questi risultati vanno a ricordare che i vari pianeti ed i loro modelli meteorologici non sono isolati dai sistemi solari che li circondano. Al riguardo Victoria Hartwick, una delle principali autrici della ricerca, ha affermato: "Siamo abituati a pensare alla Terra, a Marte e ad agli altri corpi celesti come pianeti veramente autonomi che determinano i loro climi. Tuttavia il loro clima non è indipendente dal Sistema Solare circostante. Le nuvole non si formano solo da sole. Hanno bisogno di qualcosa su cui si possano condensare". Difatti, ad esempio, sulla Terra le nuvole basse iniziano la loro vita quando piccoli granelli di sale marino o di polvere si riversano nell'aria: le molecole d'acqua si raggruppano attorno a queste particelle, diventando sempre più grandi fino a formare i grandi sbuffi che si possono vedere nel cielo. Tuttavia in merito a ciò la stessa Victoria Hartwick ha proseguito spiegando: "Per quanto ne sanno gli scienziati, questa sorta di "semi nuvolosi" non esistono nell'atmosfera media marziana. Circa due o tre tonnellate di detriti spaziali si schiantano in media ogni giorno su Marte. E mentre quelle meteore si squarciano nell'atmosfera del pianeta, iniettano nell'aria un enorme volume di polvere". In sostanza per scoprire se il suddetto "fumo" sarebbe stato sufficiente a dare origine alle misteriose nuvole del pianeta rosso, gli studiosi si sono rivolti a massicce simulazioni computerizzate che tentavano di imitare i flussi e le turbolenze dell'atmosfera di Marte: quando includevano le meteore nei loro calcoli, si poteva notare, appunto, la comparsa di nuvole. A tal proposito l'autrice dello studio in questione ha continuato dicendo: "Il nostro modello non poteva formare nuvole a queste altitudini prima. Ma ora ci sono e sembrano essere nei posti giusti. L'idea potrebbe non essere stravagante come sembra, ma la ricerca ha dimostrato che una simile sporcizia interplanetaria può aiutare a seminare nuvole vicino ai poli terrestri". Ad ogni modo, sempre secondo i ricercatori, non si dovrebbe aspettare di vedere giganteschi tuoni che si formano sopra la superficie di Marte in qualsiasi momento: le nuvole da loro studiate erano, infatti, molto più simili a pezzi di zucchero filato che alle nuvole a cui sono abituati gli abitanti della Terra. Al riguardo Victoria Hartwick ha precisato: "Solo perché non sono spesse e non è possibile vederle davvero non significa che non possano avere un effetto sulle dinamiche del clima del pianeta". Non a caso le simulazioni degli scienziati hanno dimostrato che le nubi nell'atmosfera centrale potrebbero avere un grande impatto sul clima marziano: a seconda di dove ci si trovava quelle nuvole potevano far salire le temperature di circa 18 °F, (ossia 10 °C). Comunque sia a tal proposito Brian Toon, altro principale autore della suddetta ricerca, ha, infine, concluso commentando: "Le scoperte del nostro team sulle nubi marziane possono anche aiutare a rivelare l'evoluzione passata del pianeta rosso e mostrare come in passato riuscì ad avere acqua liquida sulla sua superficie. Sempre più modelli climatici stanno scoprendo che il clima antico di Marte, (quando i fiumi scorrevano sulla sua superficie e quando la vita avrebbe potuto avere origine), era riscaldato dalle nuvole di alta quota. È probabile che questa scoperta diventi una parte importante di questa idea per il riscaldamento di Marte".
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