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Dimostrato che l'uso combinato di cannabis ed oppioidi può aumentare il rischio di ansia e depressione.
Di recente alcuni ricercatori dell'Università di Houston, attraverso uno studio pubblicato sulla rivista Journal of Addiction Medicine, hanno fatto sapere di aver scoperto che gli adulti che assumono oppioidi da prescrizione per il dolore grave hanno maggiori probabilità di soffrire di problemi di ansia, depressione e di abusare di altre sostanze, se usano anche marijuana. Al riguardo Andrew Rogers, uno dei principali autori, ha affermato: "Dato il fatto che la cannabis ha potenzialmente proprietà analgesiche, alcune persone si rivolgono sempre più ad essa per gestire il loro dolore". In pratica per arrivare a tali conclusioni gli scienziati hanno intervistato 450 adulti che soffrivano di dolore moderato o grave e li hanno seguiti per più di 3 mesi, concentrandosi principalmente sull'intersezione tra il dolore cronico e l'uso di oppiacei in modo da identificare i meccanismi psicologici sottostanti, (come, ad esempio, la sensibilità all'ansia, la regolazione delle emozioni e l'ansia legata al dolore). Così facendo gli studiosi hanno osservato non solo elevati sintomi di ansia e depressione, ma, come già anticipato, anche un maggiore utilizzo di tabacco, alcool, cocaina e sostanze sedative tra coloro che erano soliti consumare anche cannabis, rispetto a quelli che avevano dichiarato di usare solo gli oppiacei; senza contare il fatto che non è stato segnalato alcun aumento della riduzione del dolore. In merito a ciò lo stesso Andrew Rogers ha proseguito dichiarando: "È importante sottolineare che, mentre il co-uso di sostanze è generalmente associato ad esiti peggiori rispetto all'uso di singole sostanze, pochi lavori hanno esaminato l'impatto della combinazione di oppioidi e cannabis". In sostanza, come noto, l'uso improprio di oppiacei costituisce un grave problema di salute pubblica ed è associato ad una serie di esiti negativi: nonostante gli sforzi per frenare questa crescente epidemia, gli oppioidi rimangono la classe di farmaci più ampiamente prescritta, (seppure con dei rischi), per trattare il dolore cronico, il quale rimane a sua volta un fattore importante nella comprensione di questa epidemia. Tra l'altro la cannabis rappresenta un'altra sostanza che ha recentemente attirato l'attenzione nel trattamento del dolore cronico ed un numero sempre più crescente di persone lo usa per gestirlo. A tal proposito Andrew Rogers ha, infine, concluso spiegando: "C'è stato un gran giro di voci secondo le quali forse la cannabis è la nuova o più sicura alternativa all'oppioide, quindi è stato qualcosa su cui volevamo investigare. L'idea per lo studio si è evoluta da una conversazione con Michael Zvolensky. Stavo studiando l'uso di oppiacei e la gestione del dolore quando abbiamo iniziato a discutere il ruolo della cannabis nella gestione del dolore. I nostri risultati hanno evidenziato una popolazione vulnerabile di utilizzatori di polisostanze con dolore cronico ed indicano la necessità di una valutazione ed un trattamento più completi del dolore cronico".
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