Scoperto che gli engrammi possono influire sui sintomi cognitivi della depressione.


A quanto pare le manifestazioni di ricordi negativi nell'ippocampo potrebbero essere alla base dei sintomi cognitivi della depressione; o almeno questo è quanto hanno dimostrato alcuni ricercatori del Douglas Hospital Research Center attraverso uno studio intitolato "Negative memory engrams in the hippocampus enhance the susceptibility to chronic social defeat stress", condotto su dei topi da laboratorio, pubblicato in questi giorni sulla rivista JNeurosci e, secondo il quale, inibire queste manifestazioni potrebbe essere una via di trattamento futura. In pratica i gruppi di neuroni che si attivano dopo un'esperienza sono considerati la rappresentazione fisica della memoria e, stando ai risultati ottenuti dagli scienziati, questi cosiddetti engrammi nell'ippocampo potrebbero essere coinvolti nella depressione, la quale generalmente è caratterizzata anche da un ricordo alterato dei ricordi positivi e da un maggiore richiamo a quelli negativi. In sostanza per giungere a tale conclusione gli studiosi, come già anticipato, hanno utilizzato un modello murino di depressione per taggare gli engrammi che si erano formati dopo che i topi avevano sperimentato lo stress sociale. Così facendo i ricercatori hanno osservato che, nonostante tutti i topi avevano avuto lo stesso fattore di stress, solo alcuni di essi mostravano comportamenti depressivi, indicando una predisposizione allo sviluppo del disturbo in questione. Tra l'altro gli scienziati hanno constatato che i topi più inclini alla depressione mostravano concentrazioni più elevate di engrammi rispetto a quelli meno sensibili e che la densità delle cellule era correlata al livello di comportamento di evitamento sociale. Ad ogni modo, durante i loro esperimenti, gli studiosi hanno visto che l'attivazione delle cellule degli engrammi aumentava il comportamento di elusione sociale mentre, al contrario, la soppressione delle stesse cellule lo diminuiva; il che ha, infine, suggerito l'esistenza di un ruolo di quest'ultime, appunto, nei sintomi cognitivi della depressione.

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