Sembra proprio che coloro che diventano madri da giovani hanno maggiori probabilità di avere un bambino con disturbo da deficit di attenzione ed iperattività, (noto anche con la sigla ADHD); o almeno questo è quanto hanno dimostrato di recente alcuni ricercatori dell'University of South Australia attraverso uno studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports. In pratica durante questo loro esperimento gli scienziati hanno esplorato la relazione genetica tra i tratti riproduttivi femminili ed i principali disturbi psichiatrici, scoprendo che il rischio genetico dell'ADHD nei bambini era fortemente associato all'età materna alla prima nascita, (in particolar modo per le ragazze di età inferiore ai 20 anni). In sostanza, come già noto, l'ADHD è un disturbo del neurosviluppo complesso che influisce sulla capacità di una persona di esercitare un autocontrollo adeguato alla propria età: caratterizzati da schemi persistenti di comportamento disattento, impulsivo e talvolta iperattivo, gli individui che ne sono affetto trovano difficile focalizzare, concentrare e regolare le proprie emozioni, (naturalmente a seconda dei casi e della gravità del disturbo). Ad ogni modo utilizzando i dati genetici di oltre 220.000 donne conservati presso la UK Biobank, gli studiosi, come già anticipato, hanno analizzato le correlazioni genetiche tra 5 tratti riproduttivi femminili, (cioè età al primo parto, età al primo rapporto sessuale, età alla prima occorrenza delle mestruazioni, età alla menopausa ed numero di gravidanze portate a termine), e 6 comuni disturbi psichiatrici, (ovvero l'ADHD, l'autismo, i disturbi alimentari, la depressione, il disturbo bipolare e la schizofrenia). Al riguardo Hong Lee, uno dei principali autori della ricerca in questione, ha affermato: "I nostri risultati potrebbero aiutare a migliorare la salute riproduttiva nelle donne e fornire risultati migliori per i loro bambini. Le giovani mamme possono avere delle difficoltà, soprattutto perché si stanno adattando a diventare genitori mentre sono ancora giovani. Comprendendo i legami tra il diventare madre in giovane età ed avere un figlio con ADHD, siamo in grado di educare e sostenere meglio le famiglie prima". Inoltre il ricercatore ha poi proseguito dichiarando: "L'approccio è duplice. In primo luogo siamo in grado di informare le giovani donne sull'elevato rischio genetico di avere un bambino con ADHD, se partoriscono in giovane età. Ciò può essere prudente ed impedire loro di partorire in età immatura, che non solo migliora la loro salute riproduttiva ma anche l'ambiente materno per il loro bambino. Mentre in secondo luogo siamo in grado di educare le giovani madri sulle caratteristiche dell'ADHD, come l'impulsività ed i comportamenti disattenti, che possono aiutare le madri a riconoscere meglio le condizioni del loro bambino e cercare cure: l'ADHD è curabile, ma la diagnosi precoce e gli interventi sono fondamentali per un esito positivo". Comunque sia gli scienziati hanno evidenziato che, sebbene i risultati ottenuti siano significativi, ci sono alcune complessità latenti. A tal proposito lo stesso Hong Lee ha, infatti, concluso spiegando: "È importante capire che, nonostante esista un chiaro legame genetico tra l'ADHD dei figli e le giovani madri, questa non è necessariamente una relazione causale. L'ADHD è un disturbo altamente ereditario, il che significa che una giovane madre può anche avere i geni che influenzano il rischio di ADHD che viene poi trasmesso a suo figlio. Sapere che una donna ha una predisposizione genetica per l'ADHD può essere registrato nella sua storia medica familiare, e quindi utilizzato per monitorare la sua salute e la salute della sua prole. In questo modo siamo in grado di garantire sia alla madre che al bambino il supporto e l'aiuto di cui hanno bisogno".
Sembra proprio che coloro che diventano madri da giovani hanno maggiori probabilità di avere un bambino con disturbo da deficit di attenzione ed iperattività, (noto anche con la sigla ADHD); o almeno questo è quanto hanno dimostrato di recente alcuni ricercatori dell'University of South Australia attraverso uno studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports. In pratica durante questo loro esperimento gli scienziati hanno esplorato la relazione genetica tra i tratti riproduttivi femminili ed i principali disturbi psichiatrici, scoprendo che il rischio genetico dell'ADHD nei bambini era fortemente associato all'età materna alla prima nascita, (in particolar modo per le ragazze di età inferiore ai 20 anni). In sostanza, come già noto, l'ADHD è un disturbo del neurosviluppo complesso che influisce sulla capacità di una persona di esercitare un autocontrollo adeguato alla propria età: caratterizzati da schemi persistenti di comportamento disattento, impulsivo e talvolta iperattivo, gli individui che ne sono affetto trovano difficile focalizzare, concentrare e regolare le proprie emozioni, (naturalmente a seconda dei casi e della gravità del disturbo). Ad ogni modo utilizzando i dati genetici di oltre 220.000 donne conservati presso la UK Biobank, gli studiosi, come già anticipato, hanno analizzato le correlazioni genetiche tra 5 tratti riproduttivi femminili, (cioè età al primo parto, età al primo rapporto sessuale, età alla prima occorrenza delle mestruazioni, età alla menopausa ed numero di gravidanze portate a termine), e 6 comuni disturbi psichiatrici, (ovvero l'ADHD, l'autismo, i disturbi alimentari, la depressione, il disturbo bipolare e la schizofrenia). Al riguardo Hong Lee, uno dei principali autori della ricerca in questione, ha affermato: "I nostri risultati potrebbero aiutare a migliorare la salute riproduttiva nelle donne e fornire risultati migliori per i loro bambini. Le giovani mamme possono avere delle difficoltà, soprattutto perché si stanno adattando a diventare genitori mentre sono ancora giovani. Comprendendo i legami tra il diventare madre in giovane età ed avere un figlio con ADHD, siamo in grado di educare e sostenere meglio le famiglie prima". Inoltre il ricercatore ha poi proseguito dichiarando: "L'approccio è duplice. In primo luogo siamo in grado di informare le giovani donne sull'elevato rischio genetico di avere un bambino con ADHD, se partoriscono in giovane età. Ciò può essere prudente ed impedire loro di partorire in età immatura, che non solo migliora la loro salute riproduttiva ma anche l'ambiente materno per il loro bambino. Mentre in secondo luogo siamo in grado di educare le giovani madri sulle caratteristiche dell'ADHD, come l'impulsività ed i comportamenti disattenti, che possono aiutare le madri a riconoscere meglio le condizioni del loro bambino e cercare cure: l'ADHD è curabile, ma la diagnosi precoce e gli interventi sono fondamentali per un esito positivo". Comunque sia gli scienziati hanno evidenziato che, sebbene i risultati ottenuti siano significativi, ci sono alcune complessità latenti. A tal proposito lo stesso Hong Lee ha, infatti, concluso spiegando: "È importante capire che, nonostante esista un chiaro legame genetico tra l'ADHD dei figli e le giovani madri, questa non è necessariamente una relazione causale. L'ADHD è un disturbo altamente ereditario, il che significa che una giovane madre può anche avere i geni che influenzano il rischio di ADHD che viene poi trasmesso a suo figlio. Sapere che una donna ha una predisposizione genetica per l'ADHD può essere registrato nella sua storia medica familiare, e quindi utilizzato per monitorare la sua salute e la salute della sua prole. In questo modo siamo in grado di garantire sia alla madre che al bambino il supporto e l'aiuto di cui hanno bisogno".
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